Avrebbe un mandante il pestaggio subito in casa due anni fa dal dipendente comunale Carlo Cafaggi.
Il pm della procura dell'Aquila, David Mancini, grazie alle indagini condotte dalla squadra mobile, diretta da Maurilio Grasso, ha posto in stato di accusa l'imprenditore aquilano, originario di Coppito, Walter D'Alessandro, di 44 anni.
A darne notizia è il quotidiano Il Messaggero.
Insieme a D'Alessandro sono indagate, per rapina, lesioni e sequestro di persona, altre quattro persone (tre di nazionalità albanese e una nata in Romania). Si tratta dei quattro malviventi che si introdussero nella casa del dipendente comunale pestandolo a sangue e portando via un Rolex, due Iphone e due bracciali d'oro. I loro nomi sono: Arian e David Gjni, di 29 e 24 anni, residenti a Teramo; Edmond Ginai, di 35 anni, residente a Villa Vomano (Teramo) e Valentin Druga di 35 anni residente a Penne (Pescara).
Cafaggi e la sua famiglia vennero aggrediti la sera del 18 settembre 2014 nella loro villa - situata nella campagna tra le frazioni di S. Elia, Monticchio e Pianola - da quattro criminali armati a volto coperto (i quattro stranieri individuati e denunciati dalla squadra mobile dell'Aquila).
Il funzionario comunale venne prima brutalmente picchiato con calci e pugni, poi immobilizzato - insieme alla moglie e ai due figli maschi - con del nastro adesivo.
I quattro malviventi, che terrorizzarono la famiglia minacciandola anche con delle pistole, portarono via un Rolex Daytona (del valore di decine di migliaia di euro), due bracciali in oro e due smartphone.
Cafaggi riportò ferite e lesioni molto gravi, che gli costarono oltre sei mesi di convalescenza.
Stando a quel che riferisce Il Messaggero, secondo il sostituto procuratore la banda avrebbe agito “con crudeltà della minore difesa”. I malviventi avevano malmenato il dirigente comunale “perché si era rifiutato di indicare dove erano custoditi gli altri oggetti preziosi”.
Walter D'Alessandro, l'imprenditore accusato di aver ordinato la spedizione e la rapina a casa di Cafaggi, è un nome già noto alle cronache.
Nell'estate 2015 D'Alessandro era stato arrestato, dopo alcuni giorni di latitanza, perché accusato di essere il perno di un'organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti.
Prima ancora, l'imprenditore aquilano era rimasto coinvolto in un'altra indagine su presunte corruzioni per l'aggiudicamento di alcuni appalti della ricostruzione. Stando agli inquirenti, l'imprenditore avrebbe convinto il geometra del settore 'Emergenza sisma e ricostruzione' del Comune dell'Aquila, Antonio Leoncini, a favorirlo per l'esecuzione delle "opere provvisionali di messa in sicurezza degli edifici danneggiati dal sisma, nella frazione di Coppito", in cambio di una vacanza a Tenerife da 6mila euro, nel maggio 2011, e di una Mercedes Glk e una Mini Cooper sempre a disposizione del geometra.Un caso di corruzione che rientra in una inchiesta ben più ampia che registra 25 gli indagati, tra i quali ben cinque funzionari municipali, alcuni già coinvolti in altre inchieste.