Martedì, 12 Luglio 2016 14:20

Ricostruzione case popolari al palo, l'Ater: "Non ci sono i soldi"

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29 milioni di euro ricevuti nel 2013 e 4,4 nel 2015 (su uno stanziamento atteso di 27). Poi più nulla.

A tanto ammontano le risorse trasferite dallo Stato all'Ater per la riparazione delle case popolari (quelle classificate E). Fondi esigui (il fabbisogno complessivo stimato è di 85 milioni di uro) e per di più erogati anche con il contagocce, con i quali, dice l'azienda, è difficile fare cronoprogrammi e dare certezze agli inquilini e ai proprietari degli alloggi che, da più di sette anni, aspettano di rivedere ricostruita la propria abitazione.

E' questo il succo della lettera che il direttore generale dell'Ater Venanzio Gizzi e l'amminstratore unico Francesca Aloisio hanno scritto in risposta alle proteste che, nelle scorse settimane, un gruppo di assegnatari aveva sollevato per denunciare gli enormi ritardi con cui sta procedendo la ricostruzione degli appartamenti di Edilizia residenziale pubblica. Ritardi che sono specchio e simbolo della paralisi in cui versa, più in generale, la ricostruzione pubblica.

Nella lettera (inviata ai rappresentanti di Comune e Regione, al prefetto, nonché al Governo e agli uffici speciali) l'Ater sostiene anche di aver segnalato problemi, ritardi e criticità al Diset e alla Struttura di missione guista da Giampiero Marchesi ma di non aver ricevuto ancora alcuna risposta.

La nota completa dell'Ater

Le notizie di stampa che evidenziano il disagio e le sperequazioni che colpiscono gli assegnatari di alloggi popolari e gli attuali proprietari per i ritardi nella ricostruzione, sono il naturale sbocco di situazioni che questa azienda ha denunciato da tempo per la mancata concessione dei finanziamenti necessari per i lavori da eseguire.

La difficile situazione in essere rende opportuno e doveroso chiarire lo stato delle cose, già evidenziato in questi giorni attraverso gli organi di stampa, per individuare precise responsabilità che non attengono decisamente a questa Ater.

Sin dai mesi successivi al sisma, l’azienda si è adoperata al fine di programmare le attività di riparazione e ricostruzione del proprio patrimonio abitativo in maniera da permettere agli assegnatari e ai proprietari il rientro nei propri alloggi nel più breve tempo possibile.

Difatti, relativamente ai programmi riguardanti gli alloggi classificati A, B e C, senza alcun aumento di risorse umane, ha dato avvio a partire dal mese di gennaio 2010 a 103 procedure di appalto, con un solo ricorso peraltro vinto dall’azienda, terminando la riparazione dei fabbricati con danni “leggeri” nei primi mesi del 2015.

L’Ater ha iniziato la ricostruzione leggera in ritardo rispetto ai privati sempre per la lentezza con cui sono stati erogati i finanziamenti, ed ha terminato i lavori prima dei privati medesimi.

In merito alla ricostruzione degli alloggi classificati E, l’Ater ha ricevuto i primi fondi, pari a 29 milioni di Euro, a metà del 2013, dando avvio 18 fra procedure di gara e affidamenti diretti delle risorse ai condomini gestiti da amministratori privati, dove il patrimonio pubblico è minoritario rispetto a quello venduto.

La totalità dei suddetti fabbricati, entro la fine del corrente anno, sarà riconsegna ai legittimi assegnatari e proprietari.

Dal 2013, quindi, questa azienda non ha ricevuto ulteriori fondi se non quelli parzialmente trasferiti nel mese di dicembre 2015 relativi alla delibera Cipe n.23 del 20.02.2015.

Quest’ultima delibera prevedeva uno stanziamento di circa 27 milioni di euro; nel mese di dicembre sono stati trasferiti soltanto ed inspiegabilmente 5,5 milioni di cui, circa 4,4 milioni per i fabbricati di competenza Ater e 1,1 milioni per i fabbricati la cui competenza per l’esecuzione delle opere è del Provveditorato alle opere pubbliche (fra cui Via Amiternum).

L’Ater, ad oggi, ha puntualmente terminato le procedure di gara per i tre fabbricati per i quali era assicurata la copertura economica e finanziaria della spesa dai 4,4 milioni sopra ricordati.

Al fine di ricevere gli ulteriori fondi, dopo numerosi incontri e contatti telefonici ed epistolari con la Struttura di Missione presso il Diset, organismo deputato al trasferimento dei fondi, si è provveduto a stilare un cronoprogramma dei lavori che potranno essere eseguiti con il finanziamento della delibera Cipe n. 23/2015, con indicazione delle specifiche necessità finanziarie dell’Azienda.

Tale cronoprogramma è stato inviato in data 05.05.2016 e successivamente sollecitato in data 25.05.2016; ad oggi non si è avuto riscontro alcuno.

Risulta ovvio che per le norme sulla trasparenza e sugli appalti, prima di procedere con questi ultimi è necessario acquisire i fondi relativi.

Pertanto, tutti i progetti validati e pronti per le procedure di gara rimangono fermi, anzi, si evidenziano per i ritardi susseguiti danni economici ed erariali dovuti alla revisione dei progetti medesimi con l’entrata in vigore, da qualche settimana, del nuovo codice degli appalti.

Inoltre, questa azienda ha più volte comunicato al Diset il fabbisogno necessario al completamento di tutte le attività di ricostruzione del patrimonio abitativo, pari a circa 85 milioni di euro, di cui 49 milioni riguardano edifici immediatamente cantierabili di competenza dell’Ater e del Provveditorato.

La richiesta non ha avuto alcun esito di riscontro.

Risulta impossibile redigere dei cronoprogrammi dei lavori in mancanza di temporalizzazione delle risorse necessarie.

Giova inoltre ricordare, così come già evidenziato, che gli aggiornamenti sia in materia di appalti che di normative tecniche costringono gli uffici dell’Ater ad un  lavoro difficile e complesso; a titolo di esempio sottolineiamo la necessità di rivedere tutti gli elaborati tecnici per adeguarli alle normative in evoluzione.

Nel ribadire l’ennesima richiesta di attribuzione dei finanziamenti richiesti, rimaniamo a disposizione per ogni chiarimenti ed inviamo distinti saluti

Ultima modifica il Martedì, 12 Luglio 2016 14:56

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