L'ufficialità era arrivata già qualche giorno fa. L'architetto Stefano Gizzi è il nuovo segretario regionale Mibact per l'Abruzzo, nominato con Decreto della Direzione Generale Bilancio n.527 del 18 luglio scorso.
Nato a L'Aquila, Gizzi arriva in Abruzzo dopo importanti esperienze dirigenziali nel territorio italiano: prima come Soprintendente delle Province di Sassari e Nuoro, poi per quattro anni (dal 2008 al 2012) a Napoli e provincia, coprendo in contemporanea per un anno (2008-2009) anche l'incarico ad interim della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia e della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Cosenza, Catanzaro e Crotone; e ancora dal 19 settembre 2012 a marzo 2015 ha diretto la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Marche, regione nella quale dal febbraio 2014 al marzo 2015 è stato nominato ad interim alla guida della Direzione Regionale.
Nominato Soprintendente per le Belle Arti e il Paesaggio dell'Umbria nel marzo del 2015, oggi l'architetto porta nella sua città d'origine questa lunga esperienza, mettendola al servizio di un territorio conosciuto, indagato ed analizzato negli anni, sin dagli studi per la specializzazione in Restauro dei Monumenti, presso la Scuola di Perfezionamento dell'Università di Napoli, con un lavoro sul restauro di un settore del centro storico dell'Aquila.
Un legame sempre vivo nel tempo, che va dal progetto di restauro del Palazzo Ducale di Tagliacozzo - con la direzione della prima tranche di lavori - all'incarico nel biennio 1989-1991 di professore a contratto presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi dell'Aquila per il corso integrativo di metodologie del restauro, fino ai libri e ai contributi in diverse pubblicazioni, incentrati sui temi del restauro e della tutela del territorio aquilano, anche dopo il sisma del 2009.
"Dovremmo rafforzare le linee guida già in atto da parte delle Soprintendenze - dichiara il neo segretario regionale - per evitare demolizioni e ricostruzioni in forme non compatibili col contesto dei centri terremotati, ma anche in quei nuclei che abbiano caratteristiche particolarmente identitarie, privilegiando il mantenimento delle peculiarità costruttive e spaziali, sia delle facciate che degli organismi interni, che connotano la tradizione costruttiva regionale".