Sabato, 10 Settembre 2016 18:42

Aca, rinviata la nomina dell'amministratore unico: si va verso Cda

di 

L'assemblea dei soci dell'Aca, l'azienda comprensoriale acquedottistica che serve 64 comuni del pescarese, ha deciso di rinviare la nomina della nuova governance, approvando un documento, presentato da 28 sindaci, che chiedeva di preferire un consiglio di amministrazione piuttosto che un amministratore unico.

Il documento è passato con il voto favorevole di 32 Comuni (pari a 38 quote); 22 i contrari (24 quote) e 2 gli astenuti.

All'ordine del giorno dell'assemblea dei sindaci c'era la conferma di Vincenzo Di Baldassarre - 21 sindaci gli hanno chiesto di restare, ma l'oramai ex amministratore non si è detto disponibile a proseguire - o l'eventuale nomina del successore, ed erano 22 i professionisti in lista, tra gli altri Giampiero Leombroni, uomo molto vicino al governatore Luciano D'Alfonso, già dirigente della Provincia e del Comune di Pescara, prima e dopo in Toto spa, già nominato commissario dell'Arap.

A quanto si apprende, a spingere per il rinvio dell'assemblea, con la contestuale richiesta di nomina di un consiglio d'amministrazione, sarebbe stato proprio D'Alfonso che avrebbe convinto alcuni tra i sindaci democrat con l'idea di conquistare la maggioranza del cda così da caldeggiare, poi, la presidenza di Leombroni. Una mossa che potrebbe creare sconquassi in seno al partito e, peggio, in Giunta regionale se è vero che l'assessore Donato Di Matteo, già a capo dell'Aca, e con lui pezzi importanti del Pd, sarebbero contrari alla nomina di Leombroni, spaventati dall'eccessiva ingerenza di D'Alfonso, in ogni Ente regionale.

A sostenere con forza la proposta di nomina di un Cda "agli stessi costi", il primo cittadino di Pescara, Marco Alessandrini, e di Francavilla, Antonio Luciani. "Un cda serve perché con il percorso di risanamento bisogna programmare investimenti per far sì che i Comuni non debbano sostituirsi all’Aca", ha sottolineato Alessandrini. "La rete idrica non può essere un optional e il Comune di Pescara quest’anno si è sostituito all’Azienda: noi abbiamo trovato gli scarichi abusivi lungo il fiume, noi abbiamo evidenziato le rotture delle pompe di sollevamento. E’ necessario un salto di qualità. Bisogna raggiungere una situazione gestionale il più possibile efficiente. Aca deve essere un’azienda in grado di mettere piede nel terzo millennio".

Sulle stesse posizioni, e non poteva essere altrimenti visto il legame con D'Alfonso, il consigliere regionale Camillo D'Alessandro, presente all'assemblea in qualità di 'cittadino preoccupato': "Il cda costerà quanto l’amministratore unico - ha ribadito - ma ci sarà collegialità nell’assunzione delle decisioni importanti. Ci si è limitati a presentare come risultato un concordato, ma la maggioranza dei sindaci ha posto un altro tema: il funzionamento dell’Aca".

Con i democrat, avrebbero votato anche alcuni sindaci di centrodestra, legati alla sottosegretaria alla Giustizia Federica Chiavaroli.

Sta di fatto che, ora, e fino alle procedure di definizione delle procedure di rinnovo, subentrerà il collegio sindacale. Bisognerà fare in fretta: l'Aca, infatti, si trova in procedura concordataria sono a rischio i pagamenti dei debiti accumulati negli anni passati.

Di Baldassarre: "Ho portato la società fuori da una situazione di assoluto degrado"

"Ho portato avanti questa società tirandola fuori da una situazione di assoluto degrado, anche morale, che c'era all'inizio. Abbiamo avuto tre anni assolutamente sereni".

Così l'oramai ex amministratore unico uscente dell'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), Vincenzo Di Baldassarre, spiegando che tra le motivazioni che lo hanno spinto a decidere di non continuare vi siano "l'attenzione riportata sulla gestione e sulla governance e situazioni che non mi convincono" e sottolineando che la politica dovrebbe restare fuori dall'azienda.

"L'Aca è un'azienda - ha detto a margine dell'assemblea - e se la chiamiamo così deve rispondere ai principi aziendali. Siccome è un'azienda pubblica deve rispondere ai principi aziendali e soddisfare le esigenze del servizio pubblico. Questa è la sua funzione, non altro. La politica è un'altra cosa, nella gestione di questi servizi non dovrebbe entrare". Di Baldassarre ha ricordato che al suo insediamento, tre anni fa, "la situazione finanziaria dell'Azienda era drammatica, oggi è risolta. La situazione della governance, della gestione, delle procedure amministrative - ha aggiunto - era disordinata, oggi ha un ordine. Credo che una linea sia stata tracciata, mi auguro che vogliano seguirla".

 

Acerbo: "D'Alfonso riconquista l'Aca: il ritorno del partito dell'acqua"

"L'assemblea dei sindaci soci dell'Aca segna il ritorno del 'partito dell'acqua' e la riconquista da parte di un PD il cui ultimo presidente è stato arrestato per tangenti".

A dirlo è Maurizio Acerbo, già consigliere regionale di Rifondazione comunista. "Il presidente della Regione, travalicando completamente i suoi compiti e il suo ruolo istituzionale - ha sottolineato Acerbo - in queste settimane ha esercitato una pressione indebita e usato tutti i mezzi a sua disposizione per condizionare l'orientamento dei sindaci. Il consigliere regionale Camillo D'Alessandro (quello che aveva proposto in Regione la famosa "legge fogna") e il parlamentare fantasma Fusilli hanno presidiato l'assemblea. Da una stanza attigua Luciano D'Alfonso ha diretto personalmente le operazioni (secondo quanto ci riferiscono era in una stanza del palazzo dove si svolgeva l'assemblea). Grazie all'accordo con il Nuovo Centro Destra della sottosegretaria Chiavaroli - lo stesso che ha presentato in parlamento l'emendamento che ha sbloccato il progetto illegittimo al porto di Milia e Mammarella - si son trovati i numeri per la riconquista di un'azienda che il PD aveva lasciato con 120 milioni di euro di debiti".

"Come avevamo profetizzato - ha proseguito Acerbo - D'Alfonso è disposto a tutto pur di riprendere il controllo di una stazione appaltante che dovrà realizzare opere per decine di milioni di euro e di una spa che si è dimostrata una formidabile macchina clientelare a spese dei cittadini. Quelli che ci han fatto bere acqua avvelenata e ci hanno fatto fare il bagno tra gli escrementi oggi festeggiano la vittoria. Il buongiorno si vede dal mattino: con tutti i problemi di inquinamento che ci sono questi signori come primo atto decidono di chiudere la breve stagione dell'amministratore unico e di fare un bel consiglio d'amministrazione. Alè si ricomincia".

P.S. I 32 sindaci che hanno votato sotto dettatura dalfonsiana (ma il PD non polemizza con il direttorio grillino?): Abbateggio, Alanno, Bolognano, Bucchianico, Caramanico Terme, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Fara Filiorum Petri, Farindola, Francavilla al Mare, Lettomanoppello, Loreto Aprutino, Miglianico, Montebello di Bertona, Montesilvano, Nocciano, Ortona, Penne, Pescara, Pietranico, Pineto, Pretoro, Roccamontepiano, Roccamorice, San Giovanni Teatino, San Valentino AC, Silvi, Spoltore, Tollo, Torre de’ Passeri, Vicoli, Villa Magna

 

Il blitz della Forestale

Il Corpo Forestale di Pescara ha sequestrato, giusto ieri, alcuni documenti nella sede dell'Ambito territoriale ottimale e che riguardano proprio il 'controllo analogo' avviato per bloccare il bando emanato dall'amministratore unico dell'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), Vincenzo Di Baldassarre, per determinare la nomina del nuovo amministratore delegato dell'Ente.

Un gruppo di sindaci, pari a 15 quote, ha inoltrato all'Ato e all'Aca una diffida per denunciare interferenze nella gestione.

Il sequestro è stato disposto dalla procura della Repubblica di Pescara sulla base di un'inchiesta, i cui dettagli sono ancora ignoti, coordinata da parte dei pubblici ministeri Cristina Tedeschini e Annarita Mantini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultima modifica il Domenica, 11 Settembre 2016 12:43

Articoli correlati (da tag)

Chiudi