Mercoledì, 19 Ottobre 2016 19:06

Ance L'Aquila, il 22 ottobre si vota: intervista a Cipriani. Barattelli non parla

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Scade il 22 ottobre la Presidenza di Gianni Frattale, da sei anni e due mandati alla guida di ANCE L’Aquila. Il successore sarà deciso dalle consultazioni elettorali che si terranno nel corso dell’Assemblea per il rinnovo delle cariche, il giorno stesso.

Due i candidati in lizza: Stefano Cipriani ed Ettore Barattelli. Abbiamo deciso di contattarli per un'intervista, per capire i programmi che intendono condividere con gli associati: se è vero, infatti, che l'Ance è un'associazione privata, a tutela degli interessi della categoria, è vero anche che ha una rilevanza sociale ed economica importante, in particolare a L'Aquila. E non serve spiegarne i motivi.

Ettore Barattelli ha deciso di declinare il nostro invito. "Ringrazio per l'interessamento che la vostra testata rivolge ad Ance L'Aquila che, evidentemente, riconosce come associazione rappresentativa nelle dinamiche economiche e sociali del territorio - ci ha scritto Barattelli - ma preferisco declinare l'invito ad una intervista, in ragione della linea di sobrietà e riservatezza che mi sono dato nella conduzione di questo periodo delicato per la nostra Associazione di rinnovo delle cariche. Rimando la conoscenza pubblica dei miei programmi e del mio pensiero - ha aggiunto - ad un futuro immediato, nel caso avessi l’onore di essere eletto come presidente o ai confronti interni agli organi associativi, nel caso non lo fossi. Per ora - ha concluso Barattelli - mi limito a confrontarmi in maniera diretta, e senza intermediari, con le imprese che hanno il compito di scegliere da chi essere rappresentati in base alla capacità di difendere la categoria e lo sviluppo delle imprese".

Al contrario, Stefano Cipriani ha deciso di parlarci dei motivi che l'hanno spinto a candidarsi, dell'Ance che è stata e che vorrebbe. "Abbiamo assistito ad un cambiamento epocale", spiega. "Oramai, siamo abituati a ragionare di un prima e di un dopo 6 aprile 2009. E Ance non si sottrae a questa dinamica: prima del terremoto, avevamo problemi ed esigenze che, a seguito del sisma, sono profondamente mutati".

Ed è giusto parlarne, riconosce Cipriani. "Ance è un'associazione privata e, pertanto, quello che riguarda le elezioni ed il metodo di scelta della governance attiene ad un ambito privato. Tuttavia ritengo che l’Ance abbia una rilevanza pubblica e rivesta un ruolo di responsabilità sociale che, in questi anni, ha consolidato. Le proposte portate ai tavoli della ricostruzione, ad esempio, sono state concrete e valide, ed hanno condizionato alcune scelte fondamentali. Ritengo, dunque, che si debba parlare dell’Ance non per i presunti conflitti interni che, d'altra parte, caratterizzano ogni famiglia, ma per i programmi, i contenuti e le idee che vuole portare avanti e che andrebbero condivise con altri portatori di interesse, dall'università ai centri di ricerca, dalle associazioni di categoria al mondo della politica: vorremmo conoscere, ad esempio, i programmi dei futuri candidati sindaco della città, per capire se condividiamo alcuni spunti e che tipo di contributo poter dare".

Un'Ance più aperta al territorio, insomma. Negli anni di presidenza Frattale, "a livello associativo c'è stata una maggiore vivacità: fin da subito, ho condiviso le linee programmatiche della presidenza, improntata a legalità, trasparenza e azione. Il bilancio finale non può che essere positivo: per il particolare momento storico che abbiamo vissuto serviva proprio questo". Ora però è necessario guardare avanti, lascia intendere Cipriani. "E' necessario un cambiamento che non è, e non deve essere, di tipo anagrafico: non si tratta di scegliere un presidente di una generazione piuttosto che di un'altra. C'è bisogno di implementare programmi e contenuti: per essere chiari, è arrivato il momento di pensare al post-terremoto, senza dimenticare l'ordinarietà della ricostruzione e i problemi, dal pagamento dei Sal ai tempi del Genio civile, che siamo chiamati ad affrontare ogni giorno". Il processo è ben avviato però, sottolinea l'imprenditore aquilano, "necessiterà di piccoli aggiustamenti, nel caso".

Cosa significa, dunque, andare oltre il terremoto? "Significa pensare a quanto può offrirci l'esperienza della ricostruzione per il futuro, a ciò che possiamo fare per permettere alle aziende, oggi impegnate nei cantieri, di non disperdere il patrimonio di conoscenze e competenze acquisite. Conoscenze e competenze che andrebbero messe a sistema per individuare, anche e soprattutto con altri portatori di interesse, un obiettivo unico e comune, così che le aziende - sole, insieme o in rete tra loro - possano essere più competitive su un mercato che non sarà più quello dell'Aquila dove, in futuro, non ci sarà spazio, probabilmente, per nuove costruzioni o ristrutturazioni. Bisogna guardare ad altri mercati, ad altri territori, alle esigenze manifestate e a come poter dare risposta con l'esperienza acquisita".

Cipriani è convinto che L'Aquila possa rappresentare, per il mondo dell'edilizia, una sorta di 'Silicon Valley', il posto dove si incontrano esperienza e innovazione. D'altra parte, se si pensa a Napoli quando si parla di pizza, perché non lavorare perché si pensi a L'Aquila, quando si parlerà di edilizia. "L'associazione deve occuparsi di temi che le imprese, impegnate nelle dinamiche giornaliere del lavoro, non trovano tempo e modo di affrontare. Penso alla ricerca, all'innovazione, necessari per alzare il livello della nostra offerta. Mi viene in mente la proposta di fascicolo del fabbricato, che ho avanzato tempo fa, che altro non è se non la storia dell'edificio e delle sue certificazioni: così, si rende trasparente il processo subito da un determinato fabbricato, ai tecnici e ai committenti che potrebbero conoscerne il grado di sicurezza, ad esempio, o di contenimento energetico. Essere capaci di offrire un fascicolo del fabbricato, è chiaramente un vantaggio sul mercato. Non solo. Con una rete di imprese, abbiamo portato avanti un lavoro ben più ampio, per tentare di standardizzare, per quanto possibile, i lavori d'edilizia, attraverso 'progetti pilota' che possano permettere alle imprese di uniformare i metodi di lavoro, trovato il miglior rapporto tra materiali e costi, tra performance di determinate metodologie, e specializzandosi, ad esempio, in un determinato settore creando sinergie con altri professionisti e altre imprese, oramai fondamentali per crescere".

In nuce, sono gli obiettivi che Stefano Cipriani si è dato, fosse eletto presidente di Ance L'Aquila. E dunque, "maggiore condivisione all'interno dell'associazione delle scelte da assumere, con una rinnovata attenzione ai componenti del direttivo e non solo al Presidente, senza svilirne il ruolo ovviamente; poi, l'individuazione di un obiettivo comune con gli altri stakeholder della comunità: in questo senso, è importante che il programma venga concertato con tutti gli associati, un mondo eterogeneo, nel segno dell'innovazione ed in continuità con l'esperienza e il lavoro svolto fino ad ora; il Consiglio stesso, dovrà essere capace di rappresentare il mondo eterogeneo cui accennavo, fatto di micro e piccole imprese, di medie imprese e di poche grandi realtà: così, si riusciranno davvero a soddisfare le esigenze dei nostri associati, a portare ai tavoli le problematiche, vere e concrete, dell'intero territorio provinciale".

Un'ultima battuta, Cipriani la concede sul rischio che la sua candidatura venga percepita come di rottamazione, rispetto al passato, di rottura in seno ad un'Associazione piuttosto 'conservatrice'. "Non credo di rappresentare il cambiamento fine a se stesso, di essere dissociato dagli altri: voglio semplicemente portare delle innovazioni per un cambiamento rispettoso delle figure che hanno fatto la storia dell'Ance e che ritengo tutte valide. Ho ricoperto la carica di vice presidente per un periodo del mandato del presidente Cicchetti, nonché durante i due mandati del presidente Frattale. Nella mia esperienza associativa, durante la presidenza di Frezza, ho rappresentato con Barattelli il comitato giovani costruttori. Ho imparato molto da tutti i presidenti passati; ne apprezzo le qualità e li stimo tutti. Ritengo tuttavia sia giunto il momento di farsi carico in prima persona di rappresentare un’associazione che dovrà necessariamente guardare con coraggio alle sfide future che l’attendono, nel nome della partecipazione, della condivisione dei programmi e di un rinnovato metodo di azione. Non penso di essere meglio o peggio degli altri; so che bisogna guardare avanti, confrontandosi sui programmi. Viviamo cambiamenti repentinei: dobbiamo renderci conto che ci sono e che vanno affrontati".

I candidati al Consiglio direttivo

Per L’Aquila: Valentino Cianfarano; Enzo Cicolani; Marco Del Beato; Mauro D’Intino; Giordano Lino Equizi; Mauro Irti; Walter Franco Rosa; Fabrizio Rossi; Cesare Silva; Stefano Valentini; Giulio Vittorini.

Per Sulmona: Antonio Angelone; Marcello Cantelmi; Francesco Gravina; Attilio Palombizio; Marco Tirimacco; Luca Trafficante.

Per Avezzano: Bruno Cairoli; Sergio Celi; Fausto Dramisino; Roberta Palermini; Pasquale Ridolfi; Genesio Tullio.

Paolo Tella ritira la sua candidatura

Tra i candidati al consiglio direttivo per L'Aquila c'era anche Paolo Tella, presidente del Consorzio d'imprese 'L'Aquila 2009', che ieri sera, però, ha ritirato la sua candidatura. "La decisione è maturata a seguito di un sereno confronto con amici, addetti ai lavori, e con i soci del Consorzio che presiedo", ha spiegato Tella.

"Ho apprezzato particolarmente le posizioni di programma espresse, sia in termini di innovazione sui metodi di gestione che sulla presa d’atto che l’ANCE è portatrice di una grande responsabilità sociale verso il territorio, e ritengo di avere la possibilità di contribuire alla crescita del sistema delle nostre imprese apportando contributi senza necessariamente dover occupare un posto a cui ambiscono in molti", ha aggiunto. "Il mio auspicio è che questo mio passo contribuisca ad una sintesi che tenga conto delle straordinarie risorse che questa città ha espresso e che i nuovi Organi Collegiali siano in grado di interpretare e rispettare quelle spinte culturali più orientate alla convergenza di interessi con tutte le realtà economiche presenti sul territorio".

Ultima modifica il Giovedì, 20 Ottobre 2016 09:56

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