La visita in Abruzzo della sottosegretaria alla giustizia Federica Chiavaroli ha lasciato, dietro di sé, una scia di polemiche.
Come riportato su NewsTown [leggi qui], la senatrice del Nuovo Centro Destra - intervenendo venerdì pomeriggio, in Tribunale all'Aquila, ad un incontro con il presidente dell'Ordine degli avvocati Carlo Peretti e con il presidente del Tribunale Ciro Riviezzo - ha ribadito che fino a quando la riforma della geografia giudiziaria d'Abruzzo non sarà compiuta, le difficoltà strutturali e organizzative dei Tribunali - in termini di personale, soprattutto - resteranno congelate.
Cosa prevede la riforma già approvata dal Parlamento e congelata, in Abruzzo, fino al settembre 2018? L'accorpamento dei Tribunali che significherebbe la chiusura delle sedi di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano. In particolare, per quel che attiene alla nostra Provincia, le sedi di Avezzano e Sulmona verrebbero trasferite a L'Aquila.
Come detto, la riorganizzazione è congelata per le battaglie 'campanilistiche' che si stanno combattendo sin dal giorno dell'approvazione della riforma: si sta lavorando ad una soluzione 'diplomatica' che potrebbe salvare almeno un Tribunale per provincia, dunque uno tra Sulmona e Avezzano e un altro tra Vasto e Lanciano. Fino a quando non si raggiungerà un accordo, però, le sedi regionali non verranno considerate nelle revisioni in atto. "Per la prima volta, giusto per fare un esempio, il Ministero sta lavorando ad una profonda revisione della pianta organica dei magistrati di primo grado che ha riguardato tutte le Regioni, eccetto l'Abruzzo", ha spiegato Chiavaroli innanzi a magistrati e avvocati del Tribunale dell'Aquila. "Un'occasione persa, senza dubbio".
Un problema spinoso aggiungiamo noi, sottaciuto troppo spesso, per Regione Abruzzo e per il Tribunale dell'Aquila, in particolare. In questa fase di stallo, la sede del capoluogo non può essere dichiarata 'disagiata'. Eppure, "la scopertura effettiva dei giudici è pari al 37%", ha sottolineato Riviezzo. "Stiamo tamponando con l'aiuto della Corte d'Appello - ha aggiunto il Presidente - per non avere riflessi troppo pesanti sui cittadini: la situazione, tuttavia, è problematica. Ed è un peccato: questo Tribunale aveva iniziato, infatti, un percorso virtuoso, con lo sforzo dei colleghi avvocati e dei magistrati e con alcune sperimentazioni interessanti, che ci stava portando all'abbattimento delle pendenze arretrate. Per dire: in due anni, avevamo abbattuto del 20% le pendenze sul contenzioso civile".
D'altra parte, non si può fare molto di più con un organico di 11 magistrati che devono occuparsi anche di moltissime materie di respiro regionale, essendo - quello dell'Aquila - un Tribunale distrettuale. "Al di là dei carichi di lavoro - ha ribadito Riviezzo - è difficile organizzare il lavoro, impossibile la specializzazione: siamo degli artigiani, ognuno di noi fa un po' di tutto per arrivare a fine giornata".
Le parole della Chiavaroli, però, non hanno sortito l'effetto sperato. L'invito alla politica regionale, affinché si trovi una soluzione, al più presto, così da attuare la riforma e sbloccare il 'congelamento' dei Tribunali, non ha fatto altro che esacerbare gli animi. Tanto è vero che il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ha già fatto intendere di non voler sentire parlare di 'chiusura' degli uffici giudiziari, ribadendo che "lo spostamento di migliaia di persone nel capoluogo causerebbe danni economici" alla sua città. Stando all'onorevole Filippo Piccone, poi, "la struttura aquilana non sarebbe idonea a ospitare gli uffici giudiziari e i nuovi parcheggi".
E così, i politici abruzzesi starebbero lavorando ad una ulteriore proroga, per altri due anni, dal 2018 al 2020, per ritardare ancora la chisura delle sedi a rischio. Con le conseguenze che, così chiaramente, la sottosegretaria Chiavaroli ha reso manifeste.
"Prendo atto delle frizioni causate dalla notizia dell'accorpamento dei tribunali del territorio provinciale. Tuttavia, al di là della pur comprensibile retorica politica, occorre prendere atto, con serietà e concretezza, del fatto che tale disposizione è figlia di una legge dello Stato", ha inteso ricordare il consigliere comunale dell'Aquila, Giorgio De Matteis, vicino a Chiavaroli che ha accompagnato, personalmente, tra i vari appuntamenti fissati venerdì scorso.
"A meno che la legge non venga modificata - ha sottolineato De Matteis - bisogna adeguarsi e regolarsi di conseguenza. Faccio peraltro sommessamente notare che, a seguito del completamento, a dicembre, dell'ulteriore lotto del Palazzo di Giustizia dell'Aquila, la struttura avrà una dimensione assolutamente ragguardevole di ben 25mila metri quadri, più altri 5mila dei locali della Procura, per un totale di 30mila metri quadri. Gli Uffici potranno dunque contare su spazi più che adeguati, oltre che di nuova realizzazione, tecnologicamente avanzati e pertanto dotati di caratteristiche di modernità, efficienza e sicurezza, in cui si potrà lavorare in condizioni funzionalmente migliori e senza problemi di spazi".
Ma il campanile, si sa, in Abruzzo si sente più che forte che altrove.