E' stata annullata stamane la tanto discussa "ordinanza affama randagi", risalente al 22 luglio scorso. La delibera, firmata dal vicesindaco Roberto Riga, imponeva il divieto ai cittadini - tranne le associazioni autorizzate - di dare da mangiare ai numerosi "cani di quartiere" dell'Aquila. Per i trasgressori, multe fino a 500 euro.
Il mondo animalista si scagliò immediatamente contro il provvedimento. In particolare l'associazione Animalisti Italiani Onlus fece presente che l'ordinanza non era conforme né alla legge quadro nazionale 281/91 né alla legge regionale 86/99, entrambe "in materia di randagismo e tutela e rispetto di felini e canini". Lo stesso presidente dell'associazione animalista e capogruppo dei Verdi alla Regione, Walter Caporale, chiese la revoca della delibera al Consiglio Regionale. Senza alcun risultato.
Per dimostrare la propria indignazione gli esponenti dell'associazione fecero irruzione nell'aula del Consiglio Comunale la mattina dell'8 agosto, interrompendo l'attività della seduta consiliare. Lo stesso giorno si svolse anche un'azione di 'disobbedienza civile' presso il Parco del Castello, durante la quale gli animalisti diedero da mangiare agli animali.
Ma il Comune dell'Aquila mantenne la linea dura: "Il cittadino che vuole portare cibo ai randagi può farlo dopo essersi registrato - aveva risposto il sindaco Massimo Cialente agli animalisti - così si evita che il cibo somministrato senza regole attiri altri animali, come i topi". Eppure, a distanza di circa due mesi, il Comune ha fatto marcia indietro. Il Sindaco infatti, in seguito alla mozione presentata dai consiglieri comunali Imprudente, Verini, Piccinini, Perilli e Liris, ha approvato e firmato l'ordinanza numero 78, annullando la decisione presa precedentemente.
Grande soddisfazione per il mondo animalista, nonostante ancora non siano decadute le multe per otto degli associati dell'Animalisti Italiani Onlus che disobbedirono all'ordinanza.