Aveva lanciato un allarme qualche settimana fa, denunciando il rischio di chiusura della sede Arap dell'Aquila "in favore di quella pescarese", ed ora Carlo Benedetti, presidente del Consiglio comunale, torna ad accendere una luce sulle decisioni del commissario, divenuto presidente, Giampiero Leombroni che "ha presentato un piano di riorganizzazione e di attivazione di procedure collettive di riduzione del personale".
Un piano che prevede "la riduzione dell’organico nella sede aquilana per 4 unità sulle 11 totali. Vi è dunque un evidente e concreto rischio chiusura", l'affondo di Benedetti.
"La cosa curiosa è che, a fronte di questo sfoltimento all’Aquila, si assumano unità a tempo determinato nelle sedi di Avezzano e di Pescara - ha aggiunto il presidente del Consiglio comunale - peraltro con profili specializzati che vanno a sovrapporsi a quelli che, da noi, sono in dirittura di licenziamento. Allo stesso modo non si piò fare a meno di notare un ruolo poco chiaro del sindacato Federmanager nella predisposizione del piano industriale".
Nel confermare, dunque, "l'enorme preoccupazione per la chiusura della sede aquilana", Benedetti ha messo in luce una sorta di contraddizione in termini: se è vero che Arap, infatti, è l’ente attuatore del Masterplan regionale, per una spesa di circa 250 milioni di euro, "o il Masterplan è una bufala oppure non si capisce come farà l'Ente ad attuarlo visto che intende ridurre drasticamente il personale".
Insomma, altro che sortita elettorale - come dichiarò a suo tempo il commissario Leombroni - "è purtroppo evidente - la stilettata di Benedetti - che il mio allarme era assolutamente fondato. Davanti a tale situazione mi aspetto, adesso, risposte adeguate da parte della politica, e non da coloro che dalla politica sono nominati. La sede aquilana Arap non si tocca, come pure i suoi posti di lavoro".