E' di qualche giorno fa la denuncia della Cgil-Funzione pubblica che è tornata a sottolineare come le prestazioni sanitarie regionali vengano erogate sempre più in relazione alle compatibilità economiche e di bilancio anziché delle effettive necessità di chi le richiede. "Da una prima lettura della delibera di giunta regionale n. 741 del 15 novembre 2016, avente ad oggetto Indirizzi regionali per la redazione degli strumenti di programmazione delle aziende Sanitarie Regionali per il triennio 2017-2019, emergono dati riguardanti la spesa per il personale da ritenersi allarmanti", l'affondo del sindacato.
In continuità con una costante politica di tagli lineari, la FP-Cgil ha messo in luce "un consistente taglio dei costi del personale di circa 500mila euro. Infatti per l'anno 2017 da una previsione di spesa del Decreto del Commissario Ad Acta n. 104 del 19 novembre 2015 di 192.634.000 euro si passa a una previsione di spesa pari ad 192.134.000 euro indicata nella delibera di giunta regionale n. 741 del 15 novembre 2016. La questione che desta maggiore preoccupazione tuttavia è la previsione di spesa rapportata all'anno 2016, che era pari a 193.693.000 euro, indicata nel predetto decreto del Commissario Ad Acta, e che pertanto consta di un taglio complessivo di 1,5 milioni di euro".
Condizioni che rischiano di compromettere seriamente gli standard qualitativi e quantitativi delle prestazioni sanitarie nella provincia dell'Aquila e l'effettiva continuità di erogazione dei servizi oggi previsti. "Il sistema sanitario pubblico, che già si trova in uno stato di sofferenza e che ancora non vede completamente applicata la norma di recepimento delle normative europee in merito agli orari di lavoro ex art. 14 Legge 161/2014, a seguito della descritta riduzione rischia dunque di andare al collasso".
Le scelte di riduzione sono "in contraddizione con la reale necessità di fabbisogno del personale della ASL n.1 Avezzano-Sulmona-L'Aquila", ha aggiunto il sindacato. "Tale dato è facilmente rilevabile anche dal numero di lavoratori precari che prestano la loro opera sia nel comparto sanitario che in amministrazione garantendo, pertanto, la continuità delle attività e delle prestazioni".
Dunque, l'affondo: "Riteniamo inaccettabile che debbano continuare ad essere i lavoratori a doversi accollare l’onere del riequilibrio della spesa pubblica".
Non solo. Il sindacato non ha mancato di rilevare come "la giunta regionale dimentichi che il territorio della provincia aquilana ha un'estensione di 5.035 chilometri quadrati (metà della Regione Abruzzo) con una bassa densità di popolazione. Tale dato ripropone con forza la necessità di dotarsi di una vera strategia per le aree interne, presupposto fondamentale per garantire la qualità dei servizi ed evitare il continuo e inesorabile processo di spopolamento del territorio".
Alla Cgil, ha risposto il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. "Riguardo alle preoccupazioni espresse dal sindacato in merito alle spese per il personale della Asl L'Aquila/Avezzano/Sulmona, voglio chiarire che sto esaminando la questione da tempo per fare in modo, assieme all'assessore Silvio Paolucci e al direttore generale Rinaldo Tordera con cui ho avuto diversi incontri, che i contratti in scadenza il 31 dicembre proseguano", ha sottolineato. Come accadrà? "Le modalità le sta individuando la Asl".
Bene fa il sindacato a vigilare - ha aggiunto Pietrucci - "e le segnalazioni sono per me stimolo e aiuto per operare nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini, degli utenti della sanità nelle aree interne. La fase storica che stiamo attraversando impone tuttavia in questo ambito così centrale per il vivere civile scelte improntate alla responsabilità. Proprio per evitare, come giustamente paventa il sindacato, che tagli imposti dal governo centrale (peraltro equamente ripartiti su tutte e quattro le province) si traducano in sofferenza sociale e diminuzione di servizi, la nostra voce in capitolo – di sindacati e Regione – deve parlare di proposta".
Insomma, "occorre mettere a punto un equo piano di razionalizzazione, da concordare sia con i sindacati che con i sindaci del comitato ristretto della provincia, che individui gli eccessi, dove sono localizzati e allo stesso tempo faccia fronte alle carenze: parlo sia di aree che di professionalità. Dobbiamo concertare assieme le migliori soluzioni possibili, in modo che venga garantita l'efficacia e l'alto livello qualitativo nell'erogazione dei servizi sanitari".
Sta di fatto che le preoccupazioni espresse dalla Fp-Cgil potrebbero essere soltanto la punta di un iceberg. Almeno, se ne dicono convinti Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone e Angela Ciccone, alla luce dei "dati della Asl sia su una proiezione di chiusura annuale del costo del personale, sia sugli eventuali interventi da adottare per la riduzione dei predetti costi".
Infatti, con deliberazione del direttore generale n. 1990 del 30 novembre 2016, avente ad oggetto 'Adozione ed approvazione del piano strategico 2017-2019, del bilancio pluriennale di previsione 2017/2019, del bilancio economico preventivo annuale 2017 della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila', si rileva che nell’anno 2016 la Asl registrerebbe un costo del personale pari a circa 196.589.000 euro. Quindi l’effettivo taglio che si deduce confrontando i dati dalla Asl (196.589.000 euro) con i dati della nuova programmazione effettuata con delibera di giunta regionale (192.134.000 euro) è di circa 4,5 milioni di euro".
La Asl - si legge ancora nella nota - stando alla delibera del direttore generale n 1990/20106, al capitolo 'manovre di contenimento per triennio 2017-2019', "prevede un risparmio (e quindi un taglio) di 3.5 milioni sul costo del personale". Tale risparmio di spesa sarà attuato con il blocco del turnover nella misura dell’80%, contro un previsione del 50% che sta a significare ulteriore riduzione della sostituzione del personale cessato. "Con tale manovra la Asl punta ad un risparmio di circa 2 milioni di euro. L’ulteriore taglio di 1,5 milioni sarà effettuato con la 'parziale riduzione del personale in servizio con rapporto di lavoro flessibile da attuarsi mediante mancate proroghe/rinnovi del personale attualmente in servizio'".
"Le condizioni finora descritte - hanno aggiunto, dunque, i sindacalisti - determinerebbero inevitabilmente la chiusura di servizi, il peggioramento delle condizioni di lavoro del personale e ulteriore perdita di posti di lavoro nella provincia dell’Aquila. Come già segnalato è sempre più concreto il rischio di compromissione degli standard quali-quantitativi delle prestazioni sanitarie e l’effettiva continuità di erogazione dei servizi oggi previsti".