Mercoledì, 25 Gennaio 2017 15:11

Abruzzo, Gentiloni: "Settimana prossima il decreto, soldi ci sono"

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"Dall'Aula del Senato, credo debba venire forte e unanime un sentimento di cordoglio e di compassione per le 23 vittime dell'Hotel Rigopiano dove si cercano 6 dispersi, per le 6 dell'elisoccorso di Campo Felice e per le 5 vittime del maltempo e del terremoto".

Così il premier Paolo Gentiloni, nell'informativa nell'aula di Palazzo Madama. "Siamo orgogliosi dei nostri soccorritori, sono cittadini italiani esemplari: forte e unanime deve essere il sentimento di riconoscenza per le 11mila persone intervenute che si prodigano per salvare vite. Rimarranno impresse - ha aggiunto il premier - le immagini dei lutti ma anche quelle delle vite salvate, dello Stato che mobilita tutte le proprie energie e arriva in mezzo alla tormenta con sci e pelli di foca. Credo - ha proseguito - che sia stato messo in atto ogni sforzo possibile dal punto di vista umano, organizzativo, tecnico per cercare di salvare i dispersi. Davanti alla concatenazione degli eventi in una crisi senza precedenti - ha proseguito Gentiloni - il dispiegamento delle forze, coordinate dalla Protezione Civile, è stato molto rilevante: dalle 4-5mila persone del 16-17 gennaio alle oltre 11 mila impegnate ieri e questo per raggiungere le frazioni isolate e soccorrere le persone in difficoltà con 3581 interventi di soccorso via terra e 32 elicotteri con oltre 300 missioni. A Rigopiano sono state dispiegate 200 persone, il massimo possibile". 

Gentiloni si è soffermato anche sul blackout Enel: "Nel momento di picco della crisi, il 19 gennaio, le utenze non allacciate hanno raggiunto il numero considerevole di 177mila, oggi ne sono rimaste solo alcune alcune centinaia nel teramano. E' giusto a livello di Governo verificare in questa dinamica quanto abbiano inciso le circostanze eccezionali e quanto ciò abbia messo in luce problemi più generali di manutenzione. Se ci sono stati ritardi e responsabilità saranno le inchieste a chiarire. Il governo non teme la verità che serve a fare meglio e non ad avvelenare i pozzi". Il premier ha ribadito di condividere la ricerca della verità; "non condivido, invece, la voglia di capri espiatori e giustizieri anche perché la storia è lesta a trasformare i giustizieri in capri espiatori. Al di là di singoli errori che le inchieste accerteranno - ha proseguito  - abbiamo mostrato una capacità di reazione del sistema all'altezza di un grande Paese, non a caso abbiamo un sistema di Protezione civile all'avanguardia: non è di destra o sinistra, di questo o quel governo, è un patrimonio italiano che dobbiamo tenerci stretto". 

La prossima settimana verrà varato un decreto ad hoc; "Nessuno immagini che sia un ritorno all'indietro, sarà un passo avanti e molto mirato nei suoi obiettivi". Il decreto, ha tenuto a specificare, "sarà mirato a intervenire in alcuni punti e gangli l'accumulo di ritardi che finora non ci sono stati ma possono accumularsi nei prossimi mesi e che possiamo prevenire. Le risorse ci sono: 4 miliardi nella legge di bilancio e altri ci saranno come ho anticipato personalmente al presidente della commissione europea Jean Claude Juncker". 

"Abbiamo lavorato per la verifica della tenuta delle 40 dighe nella zona interessate dal sisma - ha detto ancora il premier - dighe che vengono verificate di prassi ogni volta che si verifica una scossa di magnitudo superiore a quattro. E che quindi sono state ripetutamente verificate negli ultimi mesi. Sapete dell'incontro con ministro Delrio che ha asseverato lo stato intorno al bacino di Campotosto per prevenire i rischi ed evitare anche il diffondersi di voci incontrollate su rischi esagerati".

Pezzopane: "Stato c'è, ora aiutare Abruzzo e centro Italia a rialzarsi"

"In Centro Italia lo Stato c'è stato e c'è. Ma ora va fatto un salto di qualità. Ringrazio il Premier Gentiloni per la concretezza dimostrata, per quello che ha fatto e che farà. I paragoni tra quello che sta accadendo da agosto con esperienze passate sono impropri e comunque si farà una commissione di inchiesta in Senato sul terremoto del 2009. Ora serve coesione sociale e politica: è privo di senso, assurdo e inammissibile, attaccare e delegittimare in questo momento la Protezione civile. No ai processi da Santa Inquisizione, semmai diamogli più strumenti. C'è l'emergenza delle scuole".

Lo ha detto la senatrice abruzzese Stefania Pezzopane (Pd), intervenendo in Aula per conto del Pd dopo l'informativa del premier Paolo Gentiloni sulla situazione di emergenza nel centro Italia. "Quello che si è abbattuto sulla mia regione e sul Centro Italia nei giorni scorsi - ha detto Pezzopane - è un evento atmosferico storico, nel corso del quale si è verificato un terremoto con 4 scosse di magnitudo sopra il 5. Poi la slavina che ha travolto l'hotel Rigopiano, quindi il disastro dell'elicottero con i soccorritori e uno sciatore a bordo. Non stiamo parlando di ordinaria amministrazione. Grazie al premier per la concretezza dimostrata in questi giorni e al viceministro Bubbico per la sua presenza discreta, pacata ed efficace sul territorio. Ora non è il momento di processi mediatici da Santa inquisizione. Certo dovremo sapere come è possibile un black out di più di una settimana per centinaia di migliaia di persone e perché la viabilità sia stata così compromessa. E anche se fosse giusto un pronunciamento così brutale del presidente della Commissione Grandi Rischi, che ha annunciato la possibilità di un terremoto di magnitudo superiore al 6 e di un esito da Vajont per la diga di Campotosto".

Adesso però, bisogna aiutare tutte le autorità in campo - ha proseguito Pezzopane - dalle prefetture ai sindaci, ai soccorritori, a ripristinare la normalità. "E poi bisogna pensare a recuperare i danni, a rilanciare le attività produttive, gli allevatori e gli agricoltori, ad evitare un impatto tragico sul turismo. C'è un decreto in arrivo dal governo, al quale il gruppo del Pd al Senato darà il suo contributo forte e valido. Bisogna dare risposte rapide sulle scuole anche alla luce del l'allarme Commissione Grandi Rischi. C'è il programma Casa Italia per la messa in sicurezza del territorio, al quale dare seguito da subito nelle aree dell'Abruzzo e dell'altro rischio sismico. Dobbiamo continuare a credere che siamo un grande Paese. L'immagine della rinascita possono essere quei quattro bambini estratti vivi dalle forze dello Stato da sotto le macerie dell'Hotel Rigopiano. Dai volti di Gianfilippo, Ludovica, Edoardo e Samuele - ha concluso Pezzopane - traiamo la forza per ricostruire l'Abruzzo, per ricostruire l'Italia".

 

Nazario Pagano (FI): "Abruzzo priorità nazionale"

"L'Abruzzo piegato dal maltempo, che piange i suoi morti e le devastazioni, ha ferite ancora aperte di cui deve essere interessato il Parlamento. Perché gli errori compiuti nella gestione delle emergenze non possono e non devono più ripetersi".

Il coordinatore regionale di Forza Italia Abruzzo, Nazario Pagano, ritiene che sia necessaria una riflessione profonda su quanto accaduto a Rigopiano e nelle quattro province abruzzesi, evitando di cadere nelle lusinghe e nelle trappole della speculazione, "come purtroppo in questi giorni più volte accaduto. Il silenzio, voluto, era doveroso in un momento in cui tutti gli sforzi e tutto l'impegno erano protesi a salvare vite umane, a ripristinare un minimo di vivibilità, a superare nell'immediatezza le inefficienze e i problemi. La nostra regione è stata martoriata dalla furia della Natura e dall'inadeguatezza delle strutture, sopperite dall'ammirevole e commovente slancio dei singoli, dei volontari, dei vigili del fuoco, della Protezione civile, dalle forze dell'ordine e di quanti si sono spesi per dare una mano a tutti i livelli. Oggi si impone una riflessione sugli aspetti e sulle manchevolezze della gestione della macchina dei soccorsi su un'emergenza che era stata preannunciata e alla quale si doveva far fronte con lucidità e funzionalità. Cose che sono invece mancate. Ma quel che più amareggia – sottolinea Pagano – è lo sconcertante rimpallo di responsabilità tra persone e istituzioni  al quale abbiamo assistito, nel clamore mediatico e anche nel non disinteressato tentativo di distogliere l'attenzione dalle questioni principali. La gestione dell'emergenza è stata pessima, vergognoso il quadro fornito all'esterno del sistemaPer Forza Italia -Abruzzo, e tragico è il suo bilancio in vite umane. Un terzo della regione senza energia elettrica, niente acqua e niente riscaldamento per giorni e giorni nelle zone più periferiche, strade sepolte dalla neve perché i mezzi o non c'erano, o non sono stati fatti uscire in tempo o perché inservibili, o sono stati dirottati altrove. Stiamo parlando di un evento che era stato previsto anche nella sua eccezionalità, ma non c'era un piano per farvi fronte e neppure un coordinamento efficiente".

"L'Italia è stata commossa dai dieci sciatori della Guardia di Finanza del soccorso alpino che hanno raggiunto a piedi l'Hotel Rigopiano, lungo una strada che doveva invece già essere stata liberata dagli spazzaneve, come richiesto per tempo dallo stesso personale, prima che fosse sommerso dalla valanga trascinandosi dietro le vite di molti ospiti. L'Italia – insiste Pagano - è stata commossa dal salvataggio dei bambini, ma ha atteso con trepidazione che il miracolo si completasse con la salvezza di tutti, e non è stato purtroppo così. Io sono vicino a quanti in questi giorni hanno sofferto e hanno pianto, anche personalmente sono addolorato per la perdita di vite, tra cui quella di miei amici. L'Abruzzo ha pagato un prezzo spropositato a questo gennaio di tregenda. Ma non si può solo dare colpa alla Natura e dimenticare gli errori degli uomini. Chi doveva gestire tutto questo? E perché è stato fatto così male? Affinché tutto ciò non si ripeta, occorre agire proprio sulla gestione della macchina dei soccorsi e dell'emergenza, perché l'Abruzzo oggi è in ginocchio. Ha pagato nell'immediato un altissimo prezzo con i lutti, e ne pagherà un altro diluito nel tempo anche a livello economico. Proprio per affrontare il cuore del problema Forza Italia Abruzzo si fa promotore ai più alti livelli dell'impegno a portare la situazione regionale su un tavolo nazionale, a partire dal Parlamento. Perché – conclude Pagano – non vogliamo e non possiamo neanche pensare di dover continuare ad ascoltare la drammatica frase "ci hanno abbandonati", che tutto il Paese ha purtroppo  sentito in tutti questi giorni. E che purtroppo rispecchiava la realtà".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 25 Gennaio 2017 16:54

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