Le scosse dello scorso 18 gennaio hanno danneggiato alcuni edifici del centro storico di Arischia, popolosa frazione del Comune dell'Aquila, posta all'estremo nord del capoluogo abruzzese.
Il sindaco Massimo Cialente e la sua dirigente Enrica De Paulis hanno dunque firmato un'ordinanza di chiusura al transito veicolare e pedonale di alcune vie del centro storico [guarda l'elenco delle vie sull'ordinanza] nelle quali persisterebbero "condizioni pregiudizievoli dell'incolumità pubblica". Insomma, il centro storico di Arischia, già danneggiato dal terremoto dell'aprile 2009, torna in parte zona rossa perché ci sono degli edifici pericolanti.
Secondo quanto si apprende, sono 43 le famiglie che dovranno lasciare nei prossimi giorni le abitazioni, in attesa di "demolizioni con somma urgenza" che tenteranno di eliminare la pericolosità dei percorsi di accesso alle case, tentando di ridurre al minor tempo possibile il periodo di lontananza dalle abitazioni. Nel frattempo le famiglie saranno sistemate negli alloggi comunali disponibili (Progetto Case e map).
L'ordinanza già emessa dovrebbe dunque essere seguita da un'altra, in attesa per le prossime ore, che velocizzerebbe la chiusura delle strade. Le demolizioni dovrebbero partire immediatamente, in modo da creare percorsi alternativi per l'accesso alle case, individuati dai tecnici comunali.
Il gruppo aquilano di Noi con Salvini ha espresso disappunto per l'ordinanza: "Ci sarebbero effetti devastanti sull'intera comunità e sulle vite delle persone coinvolte che si vedrebbero costrette ad abbandonare, la loro frazione, le loro abitudini e le loro case benché totalmente agibili", affermano.
Ad Arischia è tanta la paura che si vive in questi giorni: l'amministrazione ha chiuso nei giorni scorsi la tensostruttura per l'accoglienza delle famiglie che non vogliono dormire in casa - considerando la vicinanza con gli epicentri delle scosse della scorsa settimana - che era rimasta aperta nei giorni seguenti le scosse.