L'Aquila, torna la paura.
Nel tardo pomeriggio di ieri, al culmine di una giornata convulsa, il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha firmato un'ordinanza di sospensione delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio comunale, "in via precauzionale e cautelativa", da sabato 28 gennaio e fino a martedì 31.
Una ordinanza - si legge nel comunicato diffuso dall'Ente - "adottata in relazione allo sciame sismico che, in queste ultime ore, sta interessando la città"; parole che hanno scatenato un vero e proprio putiferio. Spaventati dalle scosse - pur di lieve entità - che avevano strappato il sonno nella notte, infatti, gli aquilani sono piombati nel panico. Tanto da costringere il primo cittadino, poche ore dopo, a pubblicare una lettera aperta su Facebook, per spiegare i motivi di una scelta comunque drastica. "Dalla giornata di ieri, si sono verificate in modo abbastanza ravvicinato una serie di scosse sismiche di grado modesto, poco al di sopra del 2° grado, ma tutte localizzate in uno stesso punto", ha chiarito il primo cittadino. "Questo fenomeno, che sembra un pochino diradato, era caratterizzato da scosse identiche tra loro, anche nella forma dell'onda; elementi che sono caratteristici di fenomeni che possono, potrebbero, preludere ad una scossa maggiore o, al contrario, esaurirsi nell'arco di qualche ora o giorno. Chiaramente, mi sono attivato per conoscere il parere - come è noto, esclusivamente probabilistico - di alcuni scienziati che mi hanno confermato quanto peraltro è apparso oggi sui nostri quotidiani, vale a dire la possibilità, ripeto possibilità, di un evento intorno al 5° grado della scala Richter. Alla luce di questa situazione, ho fatto quanto previsto e peraltro ribaditomi sabato sera dalla Protezione Civile".
Dunque, ha ribadito Cialente, "abbiamo anzitutto verificato, sin nei minimi dettagli, l'organizzazione del piano di Protezione Civile, allertando anche le aree destinate a centro d'accoglienza, e comunicato le decisioni ai cittadini. Infine, abbiamo valutato la situazione degli edifici pubblici aventi diverse destinazioni d'uso. E soprattutto, alla luce delle preoccupazioni di molti genitori circa il grado di vulnerabilità delle nostre scuole, per le quali come è noto non siamo confortati da pareri da parte delle autorità centrali, ho preferito sospendere le attività didattiche sino a martedì 31 Gennaio compreso".
Perché fino a martedì? E perché solo le scuole? "Perché alla luce di quanto accaduto nel dibattito assurdo che si è aperto, in Abruzzo, tra i Sindaci delle aree coinvolte dal comunicato della Commissione Grandi Rischi e dalle risposte vacue ricevute circa la problematica della vulnerabilità degli edifici scolastici", ieri mattina si è svolta a Teramo "l'Assemblea dell'ANCI Abruzzo, guidata dal Presidente Luciano Lapenna, a cui hanno partecipato il sindaco di Siena Bruno Valentini (esponsabile Protezione Civile ANCI Nazionale) ed il Direttore area Protezione Civile e sicurezza infrastrutture, Antonio Ragonesi. E l'Assemblea - ha aggiunto il sindaco dell'Aquila - ha stabilito, in continuità con quanto si era deciso nella riunione convocata dal presidente di Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, il giorno 25, presso la Prefettura dell'Aquila, di chiedere al Governo un intervento straordinario, con la collaborazione dei tecnici di ReLuis, al fine di effettuare una rapida valutazione e/o rivalutazione del grado di vulnerabilità sismica delle nostre scuole".
Al contempo, si è deciso di chiedere con forza che le strutture di prevenzione e sicurezza dello stato "definiscano e comunichino ai sindaci italiani qual è il livello minimo di vulnerabilità sismica di un edificio scolastico che garantisca la sicurezza degli studenti. L'assemblea ha deciso di darsi una breve pausa di riflessione sino a martedì, anche per un confronto con il Governo, riservandosi, nel caso di risposte ancora evasive, di stabilire la chiusura precauzionale delle scuole. Decisione già assunta, peraltro, da alcuni comuni abruzzesi. Devo comunque riferire che stamane il presidente D'Alfonso ha ottenuto dal premier Gentiloni la disponibilità a favorire un piano di rapida e standardizzata valutazione della vulnerabilità delle scuole abruzzesi. Un importante risultato".
Un messaggio che, però, non ha rassicurato gli aquilani; la soglia di allarme, in città, è altissima. "Invito tutti a mantenere la calma poiché non abbiamo fatto altro che predisporci, intelligentemente, ad affrontare nel migliore dei modi un possibile, non probabile, un possibile, evento sismico che, come riportavano oggi diversi scienziati sulla stampa locale, non dovrebbe essere di entità eccessiva", ha tenuto a specificare Cialente. "A nostre spese - ha ricordato - abbiamo imparato che non dobbiamo sottovalutare nulla! Meglio eccedere in precauzione che sottovalutare le cose. Dobbiamo imparare non solo noi aquilani/abruzzesi, ma tutti noi italiani, ad affrontare coscientemente ma serenamente possibili rischi, di qualsiasi tipo".
Cialente ha poi voluto ribadire che "le nostre case, danneggiate a seguito della tragedia del 2009, sono state oggetto di interventi che ne hanno aumentato di molto la sicurezza. Sono convito che dal punto di vista della qualità del patrimonio edilizio, oggi la nostra città è tra le più sicure d'Italia".
Sta di fatto che la decisione o, meglio, il modo in cui è stata inizialmente veicolata, con un comunicato scarno e piuttosto allarmante, ha colto di sorpresa un po' tutti. Intervistato da NewsTown, il vice sindaco Nicola Trifuoggi aveva provato a minimizzare: "Il sindaco - come Autorità di Protezione civile - ha assunto la decisione, ascoltato il parere della Giunta. In questi giorni, ci organizzeremo per verificare la possibilità di doppi turni, o di implementazione del numero degli studenti nei Musp che, già mercoledì, riapriranno regolarmente".
Ecco perché si è deciso di chiudere anche i moduli provvisori, che sono sicurissimi. "Detto questo, le scuole di ogni ordine e grado rimarranno chiuse fino a quando non verranno effettuate le verifiche sulla sicurezza degli edifici; sulle 19 scuole di proprietà comunale, aperte perché ritenute agibili, e così sugli edifici di proprietà della Provincia, gli istituti superiori. Non c'è da creare alcun allarme, però: è una decisione presa all'unanimità nel corso di un'assemblea di sindaci che si è tenuta a Teramo, in mattinata, e che ha stabilito fosse opportuno assumere un provvedimento del genere, in attesa di fare chiarezza sulle verifiche da effettuare in tutti i Comuni che rientrano nella fascia sismica 1 e 2".
E' chiaro che lo sciame sismico che sta interessando a città, "ha rappresentato un motivo ulteriore per tenere calme le famiglie: gli accertamenti dovranno servire, e mi auguro davvero che lo facciano, a tranquillizzare definitivamente la popolazione scolastica e, più in generale, tutti i cittadini aquilani".
Giovanni Lolli: "30 milioni dalla Regione per le verifiche"
"Regione Abruzzo ha contratto un mutuo da 30 milioni di euro per finanziare le squadre, si parla di 400 persone, che dovranno istruire le immediate verifiche in tutte le scuole agibili per le quali risulta un indice basso di vulnerabilità sismica".
Lo ha svelato a NewsTown il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli. Si partirà dalla Provincia dell'Aquila, "per i motivi che si possono comprendere", ha sottolineato; "ma non ci fermeremo qui: l'iniziativa coinvolgerà le scuole dei due crateri sismici: dunque, per intenderci, anche il teramano. Questo, per fare in modo che - nel più breve tempo possibile - sia chiarito come mai, e la questione attiene ovviamente alle scuole del cratere 2009, la Protezione civile abbia riconosciuto l'agibilità e, poi, uno studio successivo, abbia manifestato situazioni che ci lasciano poco tranquilli. Mi auguro che dalle verifiche risulterà che le scuole, effettivamente, sono sicure: così non fosse, è ovvio che - per gli edifici che non risulteranno sicuri - bisognerà procedere con la dislocazione degli studenti. Paradossalmente, a L'Aquila siamo messi meglio che altrove perché, almeno, abbiamo i Musp dove si potrebbero allocare le classi delle scuole che dovessero manifestare problemi".
Al Liceo Cotugno porte chiuse fino al 4 febbraio.
Si partirà dalla provincia dell'Aquila, dunque, e dal Liceo Cotugno, in particolare. Raccontiamo da giorni la protesta di studenti, genitori e personale docente che, in queste ore, hanno manifestato innanzi le porte dell'istituto, in via Leonardo da Vinci. Pur essendo stato dichiarato agibile dalla Protezione civile a seguito dei lavori di miglioramento sismico operati nel 2009, infatti, il Cotugno - sottoposto a verifica di vulnerabilità sismica nel 2013 - ha rilevato per la maggior parte dei corpi della struttura indici di vulnerabilità sismica molto bassi, che vanno dallo 0% al 26% di quanto richiesto dalle attuali norme affinché la struttura possa essere considerata adeguata. Solo due corpi dell'Istituto, corrispondenti ad Aula Magna e Palestra, risulterebbero adeguati.
La conclusione dello studio è che la verifica statica sarebbe soddisfatta (e nemmeno per tutti i corpi dell'edificio) solo se si dimezzassero i carichi, ma le norme in questo caso imporrebbero di destinare l'edificio ad altro uso (è bene sottolineare che si parla in questo caso di sola verifica statica, che non tiene dunque conto dei carichi dinamici come quelli di un terremoto). Va ribadito, inoltre, che i sopralluoghi effettuati da Provincia, Vigili del fuoco e Protezione civile, non hanno rilevato danni strutturali a seguito delle recenti scosse; comunque, la Provincia ha deciso di chiedere la sospensione dell'attività didattica fino al 4 febbraio prossimo.
"Si tratta di un approfondimento che era già stato programmato lo scorso anno - ha spiegato ai nostri microfoni il presidente, Antonio De Crescentiis - per ottenere ulteriori elementi di valutazione delle condizioni dell'edificio, ai fini del regolare svolgimento delle attività scolastiche e nell'ottica della massima sicurezza possibile della struttura".
"Nell'estate 2009 - ha ricordato De Crescentiis - il provveditorato alle Opere pubbliche ha eseguto interventi di rafforzamento locale su tutto il fabbricato per circa 3 milioni di euro, con misure anti-ribaltamento per le pareti divisorie e con rafforzamenti di fibre di carbonio sui nodi. In aggiunta, sono state effettuate prove sui calcestruzzi e 31, dico 31, prove di carico da 450 kg sui solai e 600 kg sui corpi scala; prove che non hanno mai evidenziato criticità. Ora, la prova di vulnerabilità sismica del 2013 riporta dati che 'cozzano' con le prove materiali che dovrebbero sovrastare il dato empirico della prova simulata al computer; tanto è vero che la verifica istruita è ancora al vaglio della Protezione civile regionale che ritiene vi siano elementi che non quadrano. Già da un anno e mezzo, sono stati richiesti chiarimenti di merito all'ingegnere incaricato nel 2013".
Tuttavia "abbiamo riscontrato che sul corpo F, sul quale la perizia fornisce gli esiti più preoccupanti, non è stata effettuata la prova di carico: per questo, avevamo già programmato un intervento per una pronta verifica. A questo punto, però, abbiamo dato incarico ad una impresa di iniziare le prove di staticità già domattina, includendo le rampe dell'edificio. E' per questo che abbiamo chiesto al sindaco dell'Aquila di adottare un'ordinanza di sospensione delle attività didattiche: è necessario che la scuola non venga utilizzata, nel corso delle prove; i lavori dovrebbero essere conclusi entro i prossimi dieci giorni, dunque le attività saranno sospese fino al 4 febbraio".
Gli esiti delle prove - ha aggiunto il presidente della Provincia dell'Aquila - "verranno poi consegnati a ReLuis che, da settimana prossima, dovrà effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica su ogni scuola di ordine e grado".
Attività sospese anche all'Università
Vista l'ordinanza di chiusura delle scuole emessa dal sindaco dell'Aquila, anche la Rettrice dell'Università degli studi dell'Aquila, Paola Inverardi, ha disposto la sospensione di tutte le attività didattiche (lezioni, esami, esercitazioni) da sabato 28 gennaio a martedì 31 gennaio 2017. Le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 1 febbraio.
Ecco le aree d'accoglienza
Per fronteggiare l'emergenza sisma, oltre alla chiusura delle scuole, il Comune - per mezzo del Centro Operativo (Coc) - ha attivato rende otto aree di accoglienza. Si tratta di:
- Murata Gigotti di Coppito;
- Centro Anziani di Civita di Bagno;
- Circolo Sant’Anna di Preturo;
- Ex Centro Caritas di Preturo;
- Area di Camarda;
- Pro Loco Roio, vicino Progetto Case Roio 1;
- Ex Centro Caritas di Sassa;
- Area civica di Menzano di Preturo.
Il Coc consiglia – per chi volesse usufruire di tali aree – di dotarsi di coperte e viveri.
Sciame sismico, Moretti: "Probabile che scosse lievi evolvano in una scossa più forte, ma non credo disastrosa".
A convincere il sindaco Massimo Cialente a sospendere le attività didattiche, le analisi di alcuni scienziati che stanno approfondendo la sequenza sismica in corso. In particolare, il geologo ed esperto sismologo Antonio Moretti, del laboratorio Mesva dell'Univaq. "Ci sono state nelle ultime ore una serie di piccole scosse nell'area di Coppito", ha spiegato. "Le forme di onda delle varie sosse (cioé le tracce dei vari sismogrammi, scaricabili sul sito INGV) sono praticamente identici tra loro, il che vuole dire che la sorgente (gli ipocentri) è esattamente la stessa. Verosimilmente, si tratta di una 'asperità', cioè un punto di maggiore resistenza su di una superficie più ampia sottoposta a sforzo, come se un chiodo tenesse ferma una tavola più grande".
Si tratta di elementi caratteristici dei foreshock (il termine premonitrici è scorretto, perché possono non premonire proprio niente) - ha aggiunto - "e possono preludere sia ad una scossa maggiore (il chiodo si rompe) sia all'esaurirsi dei fenomeni nell'arco di qualche ora-giorno. In piccolo, qualcosa di simile ai foreshock localizzati sotto Roio che avevano preceduto la scossa del 6 aprile. In piccolo, perchè secondo me si tratta ancora di assestamenti progressivi degli sforzi indotti dagli eventi maggiori del 30 ottobre e del 18 gennaio. Detto da muratore (qualcuno una volta mi chiamò "un ottimo manovale della sismologia") e non da ingegnere modellista, la struttura del 6 aprile ha spinto su Amatrice, che a sua volta ha spinto su Visso e Norcia; poi, l'onda di stress si è invertita e Norcia ha spinto su Montereale che, ora, sta spingendo sull'aquilano, che per fortuna ha ben poco da dare a livello di energia elastica".
Questo a livello di sforzi in sottosuolo, non di faglie. "Per come la vedo io, è probabile che questi terremotini evolvano in una scossa più forte, ma non credo che potrà essere disastrosa. Forte quanto? Con grandissima probabilità al di sotto della soglia del danno".
Gianluca Valensise, responsabile dell’Ufficio di presidenza 'Relazioni scientifiche istituzionali' dell’Ingv ha spiegato che "il 'buco' che va da Montereale all’Aquila è stato riempito solo in parte". Ci possiamo aspettare, dunque, nell’area a sud-est di Amatrice, "qualche altra scossa di magnitudo simile a quelle che si sono già verificate, tra 5 e 5.5 della scala Richter. Il sistema di faglie che si era attivato nel 2009 generando il terremoto dell’Aquila - ha aggiunto Del Pinto - presumibilmente non è attualmente carico di energia. Di conseguenza, non è in grado di produrre forti terremoti".
Più drastico il sismologo Christian Del Pinto: "La faglia di Monte Pettino, identificata come la principale responsabile dell'evoluzione del bacino di L'Aquila, secondo alcuni lavori (Blumetti, 1995; Galadini et al., 1996) avrebbe concorso, simultaneamente alla faglia di Monte Marino di Pizzoli, all'evento sismico del 2 febbraio 1703 - ha scritto su Facebook - Mediante misure di microzonazione, si è potuta determinare la distribuzione ipocentrale degli eventi ad essa associata, con terremoti superficiali localizzati tra gli 8 e i 12 Km di profondità".
"Una nuova attività sismica in quell'area è tutt'altro che da sottovalutare (e ciò non vuol dire che certamente possa a breve rilasciare un evento importante!). Nonostante ci siamo i soliti 'Capisciò' (per dirla in idioma nostrano) che continuano a dire che le faglie dell'Aquilano hanno scaricato. Ed è la stessa cosa che dissero anche dopo il terremoto del 6 aprile 2009", ha aggiunto.