Venerdì, 04 Ottobre 2013 12:10

Il giornalista aquilano Ferrante da Lampedusa: "Ricerche difficili"

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Giuseppe Ferrante è un giornalista aquilano che lavora nella redazione di Repubblica.it. Ieri è partito come inviato per Lampedusa. Nelle acque davanti l'isola, la notte tra mercoledì e giovedì si è consumata la più grande tragedia nella storia dei flussi migratori.

Dove ti trovi adesso Ferrante, puoi darci qualche aggiornamento?
Sono al porto di Favaloro, il vecchio porto di Lampedusa, dove stanno portando i corpi che sono emersi, dall'altra parte dell'isola rispetto a dove si è rovesciata la nave e sono intrappolati gli altri migranti. L'isola non è grande, a un km da qui c'è l'aeroporto. E' nell'hangar di questo aeroporto che i corpi vengono spostati per tentare di essere identificati. Oggi arrivano le bare e li porteranno via di qui, ancora non so bene dove.

Da quello che ci stai raccontando il numero delle vittime purtroppo non può che salire.
Difficile trovare qualcuno in vita. Stanotte è cambiata la corrente del mare e quindi tutto ciò che veniva cercato in un determinato punto, ora viene cercato nel punto opposto. Ci sono gli elicotteri che fanno il giro dell'isola per avere una visuale dall'alto e in acqua i sommozzatori.

Giuseppe hai avuto informazioni di prima mano su come siano andate le cose, e sulla questione delle tre imbarcazioni che non avrebbero prestato soccorso?
E' stata il sindaco dell'isola Giusi Nicolini a raccontarmi delle imbarcazioni che non si sono fermate. Per questo i migranti hanno dato fuoco alla coperta, per dare un segnale che servisse a richiedere aiuto dato che si trovavano nella nave a mezzo miglio dalla costa e necessitavano di soccorsi perché davanti a loro c'era una scogliera. Dopo la coperta però il fuoco è divampato sull'imbarcazione a causa della presenza di gasolio. I migranti nel panico si sono spostati tutti da una parte e il barcone si è rovesciato anche a causa delle onde.

Come sono avvenuti i primi soccorsi?
Il barcone l'ha trovato il pescatore Francesco Licciardi uscito per andare a pesca e che poi ha avvertito gli altri pescatori dell'isola. Tutti, come già avvenuto in altre occasioni, hanno lasciato il lavoro per prestare i soccorsi.
Bisogna considerare che nella stessa notte è arrivata anche un'altra imbarcazione con a bordo altre 400 persone che a sua volta ha avuto bisogno di essere soccorsa. Gli sbarchi così consistenti, hanno lasciato un po' tutti di sorpresa perché normalmente avvengono nella stagione estiva quando le acque, solitamente, sono più calme. Parlando con la popolazione, la voce è che sulle coste della Libia ce ne siano ancora molti altri.

Dove stanno portando i superstiti?
Nel Cie, considerati come clandestini. Ma il Cie è strapieno, ben oltre il limite massimo.

Cosa si prova a fare il giornalista davanti ad eventi così drammatici e come ti sembra stiano affrontando tutto questo i Lampedusani?
Mi hanno comunicato in redazione che dovevo andare, e sono andato. Mi sono detto: ho vissuto in prima persona il terremoto dell'Aquila, saprò gestirmi una situazione di crisi. Così ho preso un aereo e mi sono trovato catapultato qui. Ora, con il resto della stampa siamo in attesa dell'arrivo della Presidente della Camera Laura Boldrini. Quello che posso dire è che qui la gente del posto sta vivendo il tutto con estremo dolore e compassione. E' la tragedia del mare più grande che ci sia mai stata.

Ultima modifica il Venerdì, 04 Ottobre 2013 13:34

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