Sembra di essere tornati indietro di due anni.
Era il febbraio 2015, e il dibattito infuocato intorno alla decisione di realizzare la sede unica comunale all'autoparco; l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano insisteva per la localizzazione nell'area denominata "della stazione ferroviaria" che, spiegava, avrebbe beneficiato dell'opera "in un equilibrato connubio di luoghi strategici a vocazione direzionale (tribunale, Corte d'appello, uffici finanziari) e socioculturale (Museo d'Abruzzo, Parco delle acque)". Dunque, era stato annunciato un concorso di progettazione, "scelta virtuosa già adottata per il Parco Urbano di Piazza d'Armi", con la sottoscrizione di un protocollo con l'Ordine nazionale degli Architetti che si sono dichiarati disponibili a fare da supporto all'iniziativa.
La scelta aveva 'spaccato' la maggioranza, però: il consigliere Giuliano Di Nicola aveva lanciato la proposta di realizzare la sede unica al parco di Collemaggio, trovando una 'spalla' nel sindaco Massimo Cialente; il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, invece, si era opposto all'idea, sottolineando la necessità di mantenere "ben salde le postazioni degli uffici comunali" in centro storico, "tornando ad utilizzare l’ingente patrimonio pubblico lì discolato".
Sono passati due anni, poco meno; i 35 milioni di euro stanziati con delibera Cipe 135 del 2012 e vincolati alla realizzazione della sede unica comunale sono rimasti nel cassetto, il Comune dell'Aquila continua a spendere 1 milione e 139 mila euro l'anno per il fitto degli immobili che ospitano i vari uffici dislocati in città, facendo la felicità dei 'soliti noti' palazzinari aquilani, e l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano ha annunciato, di nuovo, che gli uffici sorgeranno nell'area, già individuata, di Pile, all'Autoparco appunto, seppure persino la segreteria cittadina del Partito Democratico si sia detta contraria.
"Seguiamo la procedura del concorso di progettazione - ha ribadito l'assessore - affidandoci ad un bando di respiro internazionale". Dettati anche i tempi: "Nel giro di una settimana saremo in grado di terminare la fase preparatoria ed entrare nel vivo delle procedure; una scelta, la nostra, che scrive una pagina importante e innovativa nella storia della progettazione di opere pubbliche di rilevante interesse e della stessa architettura pubblica, con una scrupolosa attenzione alla sicurezza e al contenimento energetico".
Una scelta di certo curiosa, se è vero che, oramai, la legislatura può dirsi conclusa, oltre l'ordinaria amministrazione, e che si è deciso di rimandare anche il dibattito sul Piano regolatore generale, lasciando l'incombenza al Consiglio comunale che verrà.
Sulla sede unica comunale, invece, si 'tira dritto'.
E come due anni fa, si è riaccesa la polemica. "Il Comune, così come le altre amministrazioni, uffici ed enti pubblici, deve tornare in centro storico", ha ribadito Pierpaolo Pietrucci. "Non voglio che il centro dell'Aquila diventi un deserto, un grande quartiere dormitorio. Stiamo lavorando in Regione ormai da due anni per il ritorno della vita nel cuore della città, attraverso la programmazione del rientro degli uffici pubblici e col sostegno economico delle attività commerciali anche mediante il lavoro messo in campo col bando 'Fare Centro' che, prevalessero altre scelte a dir poco discutibili, diventerebbe 'Fare Pile...'".
Lo sforzo dell’assessore alla Ricostruzione è apprezzabile - ha aggiunto Pietrucci - "ma occorre aprire un dibattito; auspico la valorizzazione e messa in sicurezza di Palazzo Margherita, luogo di rappresentanza naturale, di Santa Maria dei Raccomandati, del distretto militare di San Bernardino e dell'ex Patini, in piazza Duomo, dell'ex scientifico di via Maiella dove localizzare gli uffici. Un Comune diffuso, in un centro pedonalizzato: ne beneficerebbero tutti, in termini economici e di vivibilità".
Presa di posizione condivisa da commercianti e costruttori. "Lo Stato ha individuato una precisa strategia per rivitalizzare i centri storici dei comuni colpiti dal sisma del 2009, impegnando nell’operazione 'Fare centro' oltre 250 milioni di euro", ha sottolineato Celso Cioni, direttore della Confcommercio, ai microfoni de 'Il Centro'; "nel 2010, come associazione di categoria, abbiamo effettuato 650 rilevamenti dei danni subiti dalle attività produttive presenti nel centro storico. Stiamo lavorando ad un’indagine conoscitiva con 2mila interviste ad altrettanti commercianti del cratere, per guidare e accompagnare il rientro nelle aree centrali. E il Comune dell’Aquila cosa fa? Delocalizza gli uffici, spostandoli in periferia. Il riposizionamento degli attrattori pubblici, a partire dagli uffici comunali, è fondamnetale. Altrimenti qualsiasi investimento sarà vano".
Persino l'Ance è contraria all'ipotesi di realizzare la sede comunale all'autoparco. "La rinascita del centro storico è una missione a cui deve credere tutta la città", ha ribadito il presidente Ettore Barattelli. "È fondamentale riportare le sedi istituzionali e gli uffici in centro per dare man forte a quanti stanno rischiando in proprio per far ripartire l’economia e la vita sociale. L’idea di accorpare tutti gli uffici in un’unica sede è positiva, ma localizzare questa struttura fuori le mura contraddice un altro principio cardine funzionale alla rinascita, quello di riportare vitalità nel cuore dell’Aquila".
"Il presupposto fondamentale per la rivitalizzazione del centro storico dell'Aquila è la localizzazione, nel cuore della città, di tutti gli uffici pubblici, a partire da quelli comunali".
Sangermano, Cisl: "Uffici tornino in centro"
Il segretario Cisl della provincia dell'Aquila, Paolo Sangermano, interviene sulla proposta del Comune dell'Aquila, che ha annunciato il ricorso ad un bando internazionale di progettazione per la realizzazione della nuova sede unica degli uffici dell'amministrazione a Pile.
Proposta che ha provocato una serie di obiezioni da parte delle associazioni di categoria e di alcuni esponenti dello stesso Pd, tra cui il consigliere regionale, Pierpaolo Pietrucci.
"Va sottolineato lo sforzo enorme che tutte le categorie produttive e sociali, a partire dai commercianti, stanno affrontando per riaprire le attività e le strutture di rappresentanza per rendere nuovamente fruibile il centro storico", dice Sangermano, ricordando anche "l'opportunità data dall'utilizzo del 4 per cento dei fondi post-sisma per il rilancio delle attività produttive e il bando Fare centro, concordato con le associazioni di categoria. Misure importanti", sottolinea Sangermano, "che rischiano di essere vanificate dalla scelta, a nostro avviso poco opportuna, di delocalizzare la sede unica del Comune a Pile, scelta che ha anche un impatto emotivo forte sugli aquilani tutti e su quanti stanno investendo risorse economiche e organizzative per far rinascere L'Aquila . Il Centro è l'identità della città e ha bisogno di attrattori e di servizi, che fungano da traino nella ripresa della vita sociale ed economica. Tutti gli enti pubblici, in primis il Comune, hanno il dovere di riportare le proprie sedi in centro, per dare impulso alla ripresa della città. Palazzo Margherita sarà solo una struttura di rappresentanza dell'amministrazione comunale: questo non può bastare. La rinascita del centro storico dell'Aquila passa attraverso un progetto sinergico tra Comune, associazioni di categoria, ordini professionali, enti e associazioni, che focalizzi l'attenzione sulla zona dentro le mura storiche".