Lunedì, 06 Febbraio 2017 11:19

L'Aquila, "rivolta" delle presidi: "Basta, è arrivato il momento di chiedere"

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Una tensostruttura in ogni scuola per ospitare, in caso di emergenza, gli studenti, soprattutto quelli pendolari; postazioni satelittari per garantire le comunicazioni con l'esterno; presenza permanente di personale appartenente a Protezione civile, vigili del fuoco, pronto soccorso o Croce Rossa cui affidare il compito di "coordinare con strategie efficaci e collaudate i piani di evacuazione degli stabili".

Sono alcune delle richieste contenute in una lettera congiunta, indirizzata alle istituzioni, firmata dalle dirigenti dei quattro istituti scolastici superiori del Comune dell'Aquila: Cotugno, Bafile, Colecchi-Da Vinci e D'Aosta.

Un documento dai toni non polemici ma fermi - inviato, tra gli altri, anche alla miistra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, alla Dicomac di Rieti, al comandante provinciale dei vigili del fuoco, al questore e al prefetto - in cui le presidi, chiamate spesso in causa, nelle ultime settimane, quali co-responsabili, insieme agli enti locali, dell'incolumità e della sicurezza degli studenti in merito alla questione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici, elencano una serie di interventi urgenti da prendere per "ricondurre la psicosi collettiva nei termini di una comprensibile e motivata paura generalizzata cui dover dare risposte".

"Abbiamo speso risorse emotive, di tempo e di organizzazione al servizio della pubblica utilità. Spesso al limite delle possibilità" scrivono le quattro dirigenti non senza una punta di recriminazione "Abbiamo...Abbiamo...Ora è arrivato il momento di chiedere".

E' probabile che la diffida inviata dai genitori dell'istituto Bafile sia stata la molla che ha spinto le presidi a rompere il silenzio e il basso profilo in cui si erano trincerate in queste settimane e a dire la loro. Nel comunicato si legge, tra le righe, anche la volontà di ristabilire alcuni paletti in merito alla ripartizione delle competenze in materia di sicurezza dell'edilizia scolastica.

La chiusa della lettera contiene una critica, nemmeno troppo velata, al modello di ricostruzione, e alle scelte politiche che lo hanno determinato, che si è seguito in questi otto anni: "Chiediamo che si programmino - a partire da questa città gravemente ferita da quasi otto anni e per la quale molto è stato fatto, ma poco o niente relativamente all'edilizia scolastica - urgenti interventi di ricostruzione "modello". Pensiamo che se L'Aquila è, com'è giusto che sia, una città da ripensare nella sua dimensione culturale - storicamente cnetrale nella Regione Abruzzo - questa debba rifondarsi non solo dall'alta formazione ma soprattutto ripartendo dalla scuola".

La lettera

Noi sottoscritte Sabina Adacher, Serenella Ottaviano Fiorenza Papale, Maria Chiara Marola, dirigenti scolastiche delle istituzioni scolastiche di secondo grado del Comune dell'AQuila - cui è affidata la cura della formazione delle future cittadine e dei futuri cittadini della nostra Repubblica Democratica - riteniamo doveroso e irrimandabile condividere con le SSLL le nostre ponderate riflessioni sulla situazione di emergenza, ormai diventata "ordinaria dal 24 agosto 2016, in cui operiamo.

Ci troviamo ad onorare il nostro delicato compito di direzione, amministrazione e gestione di più di 4 mila studentesse e studenti, quasi tutte/i minorenni e con altissimo tasso di pendolarismo.

Siamo consapevoli della reale e palpabile situazione di allarme e paura in cui è "ri-caduta" tutta la popolazione aquilana dopo il reiterarsi di eventi sismici, purtroppo anche drammaici, che hanno investito, più o meno da vicino, questo territorio.

Abbiamo speso risorse emotive, di tempo e di organizzazione al servizio della pubblica utilità. Spesso al limite delle possibilità.

Abbiamo promosso incontri informativi e formativi per ogni componente della nostra comunità di apprendimento.

Abbiamo effettuato sopralluoghi, richiesto interventi qualificati, aggiornato i Piani di Sicurezza, organizzato prove di evacuazione, liberato le vie di fuga, adottato tutte le strategie in nostro possesso e di nostra competenza per arginare la cultura del panico dilagante e ricondurre la psicosi collettiva nei termini di una comprensibile e motivata paura generalizzata cui dover dare risposte.

Abbiamo...

Abbiamo...

Ora è arrivato il momento di chiedere.

Chiediamo agli organismi competente e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dell'Aquila che vigilino nell'applicazione delle normative vigenti in materia di sicurezza degli edifici scolastici. Applicazione che, ad oggi, ci vedono operare in aule semivuote a causa delle scelte di famiglie, studentesse e studenti, che non intendono iterare dolorose perdite per causa ancora da chiarire.

Chiediamo agli Enti e alle Istituzioni competenti in indirizzo - come pubblicamente assicurato, negli incontri da loro tenuti, dal vice presidente della Regione Abruzzo, dal Presidente della Provincia e dal Sindaco dell'Aquila - che sia resa nota la calendarizzazione delle attività di verifica ad opera di tecnici qualificati su tutti gli immobili scolastici di proprietà della Provincia al fine di offrire risposte concrete all'utenza.

Chiediamo la costituzione di un tavolo tecnico di confronto per poter intervenire e co-decidere circa le scelte da operare nelle Istituzioni scolastiche autonome che dirigiamo.

Chiediamo all'Onorevole Ministra che, oltre alla deroga al numero minimo di 200 giorni per validare comunque l'anno scolastico 2016/17, sia possibile derogare alle 400 ore (nei professionali e nei tecnici) e alle 200 ore (nei Licei) delle attività di alternanza ScuolaLavoro.

Chiediamo che - in attesa di ristrutturazioni/ricostruzioni adeguate e parametrate a indici di sicurezza consoni - sia deliberata deroga al numero minimo di alunne/i in classe e che sia ottimizzato il numero di collaboratori scolastici, indispensabili alla corretta gestione delle emergenze.

Chiediamo che in ogni istituzione scolastica siano presenti almeno due unità di personale specializzato (Protezione civile, Vigili del fuoco, Croce Rossa, Pronto Soccorso e similari) con relative strumentazioni di primo intervento al fine di coordinare con strategie efficaci e collaudate i piani di evacuazione degli stabili.

Chiediamo che in ogni plesso sia montata una tensostruttura, dotata di servizi igienici, atta soprattutto ad accogliere le studentesse e gli studenti pendolari che non potrebbero, in caso di necessità, essere presi in carico dalle famiglie.

Chiediamo che in ogni istituzione scolastica sia sistemata una postazione satelittare per garantire le comunicazioni con l'esterno.

Chiediamo che si programmino - a partire da questa città gravemente ferita da quasi otto anni e per la quale molto è stato fatto, ma poco o niente relativamente all'edilizia scolastica - urgenti interventi di ricostruzione "modello"!

Pensiamo che se L'Aquila è, com'è giusto che sia, una città da ripensare nella sua dimensione culturale - storicamente cnetrale nella Regione Abruzzo - questa debba rifondarsi non solo dall'alta formazione ma soprattutto ripartendo dalla scuola.

Ultima modifica il Lunedì, 06 Febbraio 2017 14:55

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