Dal 9 Gennaio 2017, l'Anas ha dato seguito alla riorganizzazione nazionale dei Compartimenti presenti in tutte le regioni italiane: l'Abruzzo è stato accorpato nella macro area Abruzzo-Molise-Puglia. Dunque, la sede della nuova struttura verrà localizzata a Bari: qui, saranno concentrate sia la dirigenza della Struttura tecnica che quella della struttura amministrativa; a darne notizia, nei giorni scorsi, sono stati Roberto Santangelo (L'Aquila Futura) e Luca Rocci (L'Aquila che rinasce). "Conseguentemente - nella sede dell'ex Compartimento Abruzzo dell'Aquila - la Struttura amministrativa verrà smobilitata - hanno spiegato Santangelo e Rocci - mentre la Struttura dirigenziale tecnica avrà un solo dirigente, con un'autonomia di spesa fino a 20mila euro; per somme superiori dovrà avere l'approvazione esplicita del Capo Compartimento di Bari".
Come prevedibile, la decisione ha scatenato discussioni e polemiche. Tanto che il sindaco della città, Massimo Cialente, ha convocato stamane una conferenza stampa, "non per contestare la decisione di Anas di procedere ad una riorganizzazione, con l'accorpamento dei Compartimenti per macro aree - una scelta politica oltre che organizzativa per cui ho rispetto - seppure non credo produrrà risparmi", ma per denunciare che "trasferire la sede della nuova struttura a Bari è un errore grave".
Cialente riconosce che, "per la gran parte", la rete viaria di compentenza dell'Anas - ragionando di macro area - "sta in Puglia", ma si rivolge al Governo, con parole che significano un vero e proprio atto d'accusa: "L'Aquila si era rialzata e stava camminando, portandosi dietro la 'zavorra' del Sistema Paese, e si pensi alla ricostruzione pubblica; avevamo un futuro, dei progetti, avevamo investito bene, in modo pulito, le risorse destinate al territorio. Poi, lo Stato - attraverso una sua articolazione, la Commissione Grandi Rischi - ha dichiarato che, la nostra, è una terra che non ha più futuro, che c'è un rischio terremoto fino al 7° grado della scala Richter senza supportare la tesi con argomentazioni scientifiche, e un pericolo Vajont per la diga di Campotosto. E nessuno è in grado di darci una risposta certa sui parametri oggettivi che determinino la sicurezza, o meno, delle nostre scuole: vale per L'Aquila, per Teramo e per altre province dell'Appennino centrale. E' come se un 'pezzo di Paese' fosse stato definito 'terra a rischio'", l'affondo di Cialente.
"Adesso, basta", la sfida del primo cittadino; "oltre le promesse, le tante parole, voglio sapere come lo Stato intenda farsi carico dei problemi di questo pezzo d'Appennino, dando risposte concrete". Dunque, "la sede della nuova struttura resti a L'Aquila, il Governo e l'Anas diano un segnale politico, che si può puntare sulla città e, in generale, sulle aree interne dell'Italia centrale. D'altra parte, Anas ha in città la sede più moderna del Paese, ricostruita dopo il terremoto del 2009 e costata 15 milioni di euro; abbandonarla che significa, che lo Stato teme un terremoto, che voglia garantire la sicurezza dei dipendenti Anas?".
Tra l'altro - aggiunge Cialente - spostare la sede a Bari significherebbe un graduale e ulteriore abbandono della manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio stradale di competenza Anas, già fortemente compromesso da anni di mancati interventi dovuti a scarsa programmazione dei lavori e alla cronica mancanza di fondi; "lo dico con chiarezza, essendo arrivato tra i primi ad Amatrice dopo il terremoto del 24 agosto scorso, passando su un ponte disastratro: i soccorsi sono giunti in colpevole ritardo, e ha contribuito - evidentemente - lo stato della viabilità, essendo Amatrice ai confini dell'Impero".
Insomma, il Governo dimostri di credere concretamente nella rinascita dell'Aquila e delle aree interne, "ci dia una risposta su Arischia che, come altri centri limitrofi, ha subito danni ingenti da terremoto, ed è frazione di Comune fuori cratere, venga a parlare con gli studenti del Classico che, in giornata, inizieranno i doppi turni al pomeriggio e tenga all'Aquila la sede Anas". Un appello rivolto anche alla Regione che, ha detto Cialente, "spero possa sostenere la nostra legittima richiesta"; prima dell'ultima stoccata: "Si può immaginare che il dirigente verrà a L'Aquila al massimo una, o due volte al mese: non vorrei che, a lungo andare, deciderà di fermarsi negli uffici periferici di Pescara".
D'Eramo (Noi con Salvini): "Siamo alla farsa".
"Siamo alla farsa. Un Sindaco la cui amministrazione, targata Pd, in 8 anni, ha prodotto un solo progetto per la ricostruzione delle scuole e che ha lasciato al palo la ricostruzione del centro storico e quella delle frazioni, responsabile dello spopolamento della città e del disorientanento dei suoi abitanti, oggi cerca di guadagnarsi una ribalta mediatica attaccando il 'suo' Governo, con la solita tiritera dell'uomo solo al comando abbandonato dallo Stato. Uno scaricabarile, come sempre, dettato da strategie di personali lotte politiche, di cui, negli anni, la città ha pagato un prezzo altissimo e che ora, in un monento storico in cui siamo davanti a un bivio, rischia di decretarne la fine per i prossimi 50 anni e l'abbandono da parte delle giovani generazioni, cui l'amministrazione non è stata in grado di dare scuole sicure e garanzie occupazionali".
A dirlo in una nota è il consigliere comunale Luigi D'Eramo, candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative con il movimento 'Noi con Salvini'. "Le lotte interne tra maggiorenti del Pd sono ormai uno scontro tra fazioni - ha aggiunto D'Eramo - con il solo scopo di guadagnare posizioni personali, che porteranno all'isolamento e al collasso del nostro territorio. Solo qualche giorno fa il sindaco Cialente, la senatrice Pezzopane e il governatore D'Alfonso uscivano deferenti e soddisfatti da un incontro con la Boschi, recitando il solito mantra del 'va tutto bene', con Cialente che dichiarava urbi et orbi che questa era la città non solo più sicura ma anche più smart di tutta Europa. Solo qualche mese fa erano tutti a omaggiare Matteo Renzi in visita in città, decantandone i meriti. Ora, in pieno scontro per le candidature, il Sindaco è tornato ad attaccare il Governo Nazionale e Regionale, come ai tempi di Berlusconi e Chiodi, reo di aver abbandonato il territorio".
E se ne accorge adesso, si domanda D'Eramo. "Dove è stato finora? O fino a questo momento conveniva allinearsi e adesso non conviene più? Quel che è certo è che questa città, come ripeto, è ad un bivio, si va verso la vita o verso il precipizio, e chi la guida deve intraprendere decisioni, scelte, prese di posizioni e progetti con responsabilità, serietà e capacità, guardando all'interesse collettivo e non sulla base di umori e strategie estemporanee. Questa classe dirigente ha provato, una volta di più, di non essere all'altezza di governare la città, meno che mai in questo momento storico. Adesso basta. I cittadini chiedono un cambiamento, non sono più disposti a fare da scudi umani in conflitti politici tutti interni ad un unico partito, che ha dimostrato la sua inadeguatezza e la sua spaccatura anche a livello nazionale. Mandiamoli a casa. Che restino soli ad abbaiare alla luna".