Al Liceo Cotugno è caos. Come prevedibile, il rientro dell'istituto aquilano nel contestato edificio di Pettino ha generato una serie di cortocircuiti stamane, dopo le voci di dissenso urlate nella partecipata manifestazione di venerdì scorso [leggi].
Come abbiamo raccontato stamane [qui], molti studenti non sono rientrati, nonostante l'obbligo di ritorno nell'edificio di via Da Vinci per 38 classi, degli indirizzi Classico e delle Scienze umane. Per le classi quinte oggi sono i "Cento giorni", e quindi in molti non sarebbero comunque entrati, ma molti genitori non hanno fatto entrare i figli a scuola e hanno chiesto alla prima ora di accedere al palazzo per verificare le condizioni di sicurezza. Ad una iniziale risposta negativa da parte della dirigenza, hanno chiamato i Carabinieri.
I genitori hanno dunque ottenuto un incontro chiarificatore con la dirigenza, soprattutto per quanto riguarda il piano di sicurezza e il certificato di agibilità.
Oltre alle carte, però, i problemi sono anche pratici: mezza scuola è interdetta, con banchi che separano la parte "buona" da quella "cattiva" (in foto). Nel corso della mattina sono stati riarredati gli uffici nell'atrio, necessari ad ospitare le classi. Di fatto, quello di via Da Vinci è un edificio in sovraffollamento e con un piano della sicurezza da rivedere, alla luce della necessaria riallocazione degli spazi. A quanto si apprende, inoltre, andrebbe redatto con urgenza il piano di emergenza antincendio, per via delle distanze di legge previste in questi casi.
C'è poi un problema legato al carico previsto: nella metà agibile dell'edificio, infatti, viene imposto un limite carico statico di 200 kg per metro quadro (tranne che nell'aula magna e nella palestra), invece dei 300 previsti dalla normativa nelle aule e i 400 per le vie di fuga. Un affollamento tuttavia inevitabile per definizione in prossimità delle vie di fuga in caso di emergenza.
Insomma, il pasticcio generato dalle istituzioni e successivo alla famosa relazione sulla vulnerabilità sismica del Cotugno crea disagi ed effetti anche al rientro, imposto oggi - nonostante la richiesta di proroga di tre giorni da parte della preside - dal presidente della Provincia Antonio De Crescentiis.