Martedì, 14 Marzo 2017 15:16

Le scuole aquilane non sarebbero "sovraffollate" se fosse partita la ricostruzione pubblica

di 

Anche oggi, come ormai capita ad ogni scossa avvertita diffusamente dalla popolazione, L'Aquila si ritrova a fare i conti con una social-psicosi collettiva riversata principalmente sul web, ma anche con il traffico delle auto dei genitori, che repentinamente tornano a scuola per prendere i propri figli.

Stamane, inoltre, molti istituti cittadini sono stati chiusi anticipatamente [leggi]. Tutto ciò - è innegabile - non può che essere collegato anche alla situazione in cui versano le scuole cittadine. Il caso del Cotugno è noto, forse è il più emblematico, e a prescindere dagli elementi tecnici sulla vulnerabilità sismica dell'edificio, un dato è eloquente: da lunedì scorso i 1200 studenti del liceo sono stati distribuiti su tre sedi diverse.

Una di queste è il "Da Vinci Colecchi", e in particolare la sede Colecchi di via Acquasanta, nel quartiere di Collesapone. Qui da lunedì sono state accolte cinque classi del Cotugno, in uno spazio che tuttavia presenta anch'esso numerose criticità.

A sottolinearlo è la stessa dirigente Serenella Ottaviano: "Sappiamo bene cosa significhi dover 'traslocare' e quali siano gli immensi disagi connessi, per aver dovuto affontare l'inagibilità di tutto il corpo dei laboratori e degli uffici amministrativi della sede Da Vinci per decine di giorni, nel mese di novembre scorso, a causa del rischio esterno causato da eventuali crolli della palazzina", le parole dure della preside.

A otto anni dal terremoto che sconvolse L'Aquila, la situazione delle scuole della città è tutt'altro che normale, tra vulnerabilità, accorpamenti coatti e una ormai abitudinaria residenza nei moduli ad uso scolastico provvisorio (musp). Il problema ha, come sempre, una sua radice profonda: la mai avviata ricostruzione pubblica.

A ribadirlo è la stessa dirigente scolastica: "Se l'Amministrazione Provinciale avesse risolto l'annoso problema della palazzina in via Monte San Rocco, inagibile dal 2009, non avremmo avuto alcun problema né incomodo ad ospitare compagne e compagni, colleghe e colleghi in situazione di emergenza".

Gli studenti e le studentesse del Colecchi viaggiano ogni giorno ormai da anni verso strutture sportive esterne, necessarie allo svolgimento delle ore di educazione motoria. La sede poi soffre la mancanza di bagni funzionanti, un laboratorio serra ancora non adeguato, "nonostante le continue richieste all'ente proprietario", la presenza di un cantiere per la costruzione di nuovi impianti sportivi bloccato tuttavia da tempo.

"Se la fine di un post terremoto si misura sulla ripresa della normalità, il 2009 è indubbiamente ancora parte integrante della quotidianità della comunità scolastica aquilana", afferma la preside. Come biasimarla.

D'altronde, otto anni dopo, con milioni di euro nelle casse comunali e regionali per le scuole e una ricostruzione pubblica inesistente, una scuola che presenta criticità come il Colecchi si ritrova ad aprire le porte per accogliere gli studenti del Cotugno. Destino beffardo o politica incapace?

Ultima modifica il Martedì, 14 Marzo 2017 15:59

Articoli correlati (da tag)

Chiudi