Martedì, 28 Marzo 2017 13:13

Puglia, via libera al cantiere TAP: ripercussioni anche in Abruzzo

di 

Alta tensione al cantiere Tap di Melendugno, dove sono ricominciati i lavori per la realizzazione del gasdotto che porterà in Italia il gas dell'Azerbaijan. Circa 300 attivisti hanno deciso di presidiare la zona dall'alba ed ingente è lo spiegamento di agenti, che hanno dovuto fare spazio con la forza ai mezzi della ditta incaricata da Tap di espiantare circa 200 ulivi dal tracciato.

A dare il via libera ai lavori è stata la nota inviata dal ministero dell'Ambiente alla Prefettura di Lecce, che una settimana fa aveva chiesto alla multinazionale di sospendere le attività, in attesa dei chiarimenti sul l'iter autorizzativo. A sostegno della legittimità delle autorizzazioni in atto, lunedì 27 marzo è arrivata anche la sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto i ricorsi della Regione Puglia e del Comune di Melendugno. Il ministero dell'Ambiente, a sua volta, ha ribadito che l'autorizzazione all'espianto fornita a Tap dall'Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia è regolare e quindi i lavori possono proseguire.

Gli accadimenti in Puglia avranno ripercussioni anche in Abruzzo, e sui territori delle aree interne in particolare. Infatti, il gasdotto trans-Adriatico che connetterà Italia e Grecia attraverso l'Albania, pensato per portare in Europa gas naturale dal Caucaso, si allaccerà, a Melendugno, alla Rete Adriatica Snam, un serpentone d'acciaio lungo quasi 700 km che dovrebbe attraversare la zona appenninica, dalla Puglia e fino a Minerbio (Bologna), tagliando per oltre 100 km la nostra Regione, in zona altamente sismica. Come non bastasse, a Sulmona la Snam intende istallare una centrale di compressione gas a servizio del metanodotto.

L'accelerazione impressa in Puglia, in queste ore, lascia intendere che si fa sempre più 'stretta' la via per tentare di modificare il tracciato del metanodotto che, come detto, dovrebbe attraversare i territori colpiti dai recenti eventi sismici (Amatrice, Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti) oltre alle aree del cratere sismico 2009, passando da Sulmona in direzione Capestrano e squarciando, dunque, la vallata, da Paganica a Collemaggio, verso il Monte Pettino e, oltre, in direzione Arischia e fino a Montereale.

Per questo, si è chiesto di tornare al progetto originario che, come dice il nome stesso Rete Adriatica, avrebbe dovuto 'correre' lungo la costa; motivi puramente economici, però, hanno indotto la Snam, e il Governo Italiano, a ridisegnare il percorso del metanodotto; in effetti, tra Campochiaro (in provincia di Campobasso) e Sulmona esiste già un tratto del gasdotto Transmed che ha suggerito di sfruttarne il corridoio. Un gasdotto costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, utilizzare il tunnel abruzzo-molisano vorrebbe dire risparmiare almeno 50 milioni. Ecco perché, per Snam, è cruciale l'Abruzzo interno. Ecco perché la società intende localizzare la centrale di compressione proprio a Sulmona. Nonostante si tratti di una zona a forte rischio sismico e, tra l'altro, di grande pregio ambientale. Il metanodotto, infatti, taglierebbe 3 parchi nazionali, un parco regionale e oltre 20 siti di rilevanza comunitaria.

Non resta che capire se le istituzioni locali che, a parole e con atti amministrativi, si sono mostrate contrarie al progetto Snam, decideranno di mettersi di traverso, aprendo una vertenza col Governo Gentiloni per modificare il tracciato del metanodotto. Di certo, movimenti e associazioni, comitati e singoli cittadini che si sono mobilitati nei territori che verrebbero interessati dalla maxi opera, ribadiranno, nei modi e nei tempi che riterranno opportuni, il loro No.

Articoli correlati (da tag)

Chiudi