Mercoledì, 29 Marzo 2017 23:27

Asm, indumenti di lavoro non a norma: avviso di garanzia a Rinaldo Tordera

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"Sugli indumenti da lavoro non a norma avevamo ragione noi".

Il 1° dicembre scorso, la Uil trasporti e la Ugl igiene ambientale commentarono così il blitz delle Fiamme Gialle nella sede dell’Asm che portò al sequestro delle divise degli operatori dell’azienda acquistate in occasione dell’Adunata nazionale degli alpini, a maggio del 2015.

Ed ora, arriva notizia che l'allora amministratore unico della municipalizzata, Rinaldo Tordera, oggi manager Asl, ha ricevuto un avviso di garanzia con l'ipotesi contravvenzionale di cui all’art. 55 del decreto legislativo 81/2008 che stabilisce quali siano le sanzioni cui va incontro l’Azienda, nella persona del datore di lavoro, qualora mancasse di adeguarsi al Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro. Risulta indagato anche Fabio Ianni, allora Responsabile Unico del Procedimento (Rup).

La vicenda

L'inchiesta era stata avviata da un esposto alla Procura della Repubblica firmato dai sindacati, querelati per questo dall’allora amministratore unico dell’Asm Rinaldo Tordera [Leggi qui], ed era culminata - appunto - col sequestro degli abiti da lavoro che, nel frattempo, erano stati tuttavia dismessi e sostituiti con altri indumenti.

Intanto però, denunciarono i sindacati, "per 17 mesi i dipendenti dell’Asm hanno lavorato, unici in Italia, indossando abiti non a norma, cioè sprovvisti di Dpi, dispositivi di protezione individuale, ad alta visibilità. Questo ha messo a rischio la loro sicurezza. Per fortuna all’Aquila nessuno è stato investito mentre indossava i famigerati indumenti, altrimenti oggi ci ritroveremmo a raccontare un’altra triste storia". Proprio per questo - aggiunsero - "ci sentiamo in obbligo di ringraziare la Procura della Repubblica, la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza per il lavoro svolto e la particolare sensibilità mostrata".

Uil e Ugl sottolinearono anche lo spreco di risorse pubbliche, già denunciato un anno prima: "Sono stati spesi circa 60 mila euro (430 euro per ogni operatore ecologico) per l’acquisto di questi indumenti, che non avevano evidentemente i requisiti previsti per legge e che oggi sono stati infatti sostituiti con altri a norma, tra l'altro senza spiegazioni. Adesso chi pagherà i danni dell’errato acquisto di queste divise? I soliti cittadini aquilani che si sono visti l’aumento della Tari? Il sindaco prenderà provvedimenti nei confronti di coloro che hanno commesso questo errore?".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 29 Marzo 2017 23:43

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