Lo Stato italiano rivuole indietro i soldi delle provvisionali versate ai parenti delle vittime del terremoto.
A darne notizia è il quotidiano Il Manifesto.
La richiesta, scrive il giornale, arriva direttamente dalla presidenza del Consiglio che, nei giorni scorsi, ha fatto partire diversi atti di citazione indirizzati ai familiari che si erano costituiti parte civile nel processo alla Commissione Grandi Rischi e che, all’indomani della sentenza di primo grado, con la quale il giudice Marco Billi aveva condannato a 6 anni tutti i membri della Commissione, si erano visti riconoscere, dallo stesso Billi, delle provvisionali, ossia delle anticipazioni di risarcimento.
Perché lo Stato ora chiede indietro quei soldi? Perché la sentenza di Appello (poi confermata anche in Cassazione), nel 2014, ha ribaltato completamente il giudizio di primo grado, annullando tutte le condanne – ad eccezione di quella per Bernardo De Bernardinis, ridotta peraltro a 2 anni – e dimezzando anche il numero di famiglie alle quali Billi aveva riconosciuto il diritto alla provvisionale. I giudici, in pratica, hanno riconosciuto che solo in una quindicina di casi poteva considerarsi dimostrato il nesso di causalità tra la condotta di De Bernardinis e la morte delle vittime. Le provvisionali, pertanto, erano state confermate solo per questi casi e annullate per tutti gli altri. Dato, però, che nel frattempo la restituzione non è avvenuta, ecco che la presidenza del Consiglio è tornata a battere cassa.
Va detto che già nel 2014, alla vigilia della sentenza di Appello, il Dipartimento di Protezione civile, allora guidato da Franco Gabrielli, aveva mandato ai parenti delle vittime delle lettere per intimare la restituzione delle provvisionali qualora la sentenza di primo grado fosse stata sconfessata dagli altri gradi di giudizio.
Albano e De Paolis: "Presidente del Consiglio ponga rimedio alla questione dei risarcimenti"
"Lo Stato che chiede indietro i risarcimenti riconosciuti ai parenti delle vittime, lo Stato che arriva a citarli in giudizio aggiungendo dolore a dolore: crediamo che ci siano francamente tutte le condizioni per affermare che si sia passato il segno".
A dirlo sono il segretario cittadino del Pd, Stefano Albano, e il capogruppo in Consiglio Tonino De Paolis. "All'errore va posta una soluzione politica, per questo chiediamo a nome del Pd aquilano un intervento diretto del presidente del Consiglio. Se le fredde istanze giuridiche hanno potuto produrre un mostro del genere, spetta al buon senso, all'autorevolezza e alla capacità di mediazione della politica porvi rimedio".