Sabato, 06 Maggio 2017 00:14

Vulnerabilità scuole: Consiglio dei Lavori pubblici porta indice minimo a 0.6

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La nota è del 29 marzo scorso; porta la firma dell'ingegner Massimo Sessa, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Ed è destinata a fare molto rumore.

Sessa infatti, rispondendo ad una missiva del sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che avevano sollevato la questione delle scuole cittadine, ha spiegato che "la complessa questione della valutazione della sicurezza sugli edifici esistenti, nonché dei conseguenti interventi per la riduzione del rischio sismico, sono stati al centro dell'inteso lavoro svolto in questi anni dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, al fine dell'aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni di prossima emanazione".

La notizia non è questa, però; la novità è che lo schema di revisione delle norme, licenziato dal Consiglio ed il cui iter approvativo è in via di definizione, riporta che "per la combinazione sismica delle azioni, il rapporto tra l'azione sismica massima sopportabile dalla struttura e l'azione sismica massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione" - l'indice di vulnerabilità, per intenderci - "può essere minore ad 1". In particolare, per le scuole "il valore - a seguito degli interventi di miglioramento - deve essere comunque non minore di 0.6".

Evidente come la nota dell'ingegner Sessa sparigli le carte in tavola. Proviamo a spiegarvi perché.

Come noto, una OPCM della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la 3274 del 23 marzo 2003, prevedeva che le opere strategiche per finalità di Protezione civile e quelle suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso - le scuole, in particolare - fossero sottoposte a verifica dei rispettivi Enti proprietari. Il termine stabilito per la conclusione delle verifiche era di 5 anni, quindi al 2008, ma è stato prorogato una prima volta al 31 dicembre 2010, con la legge 31 del 2008 e, poi, una seconda volta, l'ultima, al 31 marzo 2013, con legge 288 del 2012.

Ebbene, il Comune dell'Aquila non ha approntato le verifiche imposte dalla norma, e il sindaco Massimo Cialente si è 'giustificato' lamentando l'assenza di una norma che standardizzasse le verifiche (sul punto torneremo); la Provincia, al contrario, ha adempiuto alle prescrizioni, verificando la vulnerabilità sismica degli edifici ospitanti le scuole superiori cittadine che, tuttavia, sebbene agibili, hanno rilevato indici ben al di sotto dei requisiti vigenti al momento e che stabiliscono come l'indicatore di vulnerabilità debba essere maggiore o uguale a 1.

Sarebbe particolarmente complesso però, difficilmente raggiungibile ed economicamente troppo dispendioso, ai tempi dei tagli imposti dalla crisi, conformare al parametro attualmente vigente un edificio costruito prima del 2008, prima cioé della introduzione delle nuove tecniche per le costruzioni (che a breve verranno aggiorante, come detto). Ecco il senso delle modifiche che sta introducendo il Consiglio superiore dei Lavori pubblici: la soglia si abbassa a 0.6 così da consentire che gli interventi di messa in sicurezza possano essere calibrati su parametri meno stringenti e che dovrebbero garantire, comunque, la sicurezza di studenti, corpo docente e personale scolastico.

La vicenda aquilana è divenuta questione nazionale; si sta 'correndo ai ripari' poiché il caso del Liceo Cotugno, in particolare, ha scoperchiato il vaso di Pandora di un sistema di norme che, da un lato, ha imposto la verifica della vulnerabilità sismica parametrandola alle norme tecniche di costruzione introdotte nel 2008, senza prevedere, dall'altro, l'obbligo della esecuzione dei lavori di messa in sicurezza, non disponendo lo Stato centrale dei fondi necessari da trasferire agli Enti locali che, anzi, fino a 2 anni fa, erano costretti a inserire nel Patto di Stabilità la previsione di spesa per eseguire le valutazioni. E in assenza, tra l'altro, di una norma che standardizzasse le verifiche (e torniamo alle parole di Cialente), con il risultato che ciascun ente - almeno, quelli hanno rispettato le norme - ha incaricato professionisti che hanno condotto e concluso gli studi con approcci diagnostici e di calcolo differenti tra loro, tanto che lo stesso Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, con circolare del febbraio 2009, aveva già stabilito che 'per le opere pubbliche strategiche con finalità di protezione civile o suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso, date le possibili implicazioni economiche e sociali degli esiti delle verifiche', era opportuno che le stesse fossero 'valutate da revisori non intervenuti nella valutazione'".

In effetti, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici - rispondendo alla lettera del sindaco dell'Aquila - ha sottolineato come "tale aspetto sia stato posto come centrale nell'ambito dei lavori di predisposizione della Circolare esplicativa della suddetta revisione delle norme tecniche di costruzione, che si ritiene possa essere emanata insieme al nuovo Decreto ministeriale. In tale contesto, comunque - la promessa dell'ingegner Massimo Sessa - verrà attivato uno specifico gruppo di studio". Va aggiunto che pure il governo Renzi, nel maggio 2015, aveva affidato al Centro di geomorfologia per l'area del Mediterraneo la definizione di un "modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e prevenzione del rischio sismico degli edifici scolastici", riconoscendo che "la mancanza di standardizzazione' avrebbe potuto favorire 'conclusioni pessimistiche tese ad ottenere prioritariamente finanziamenti a danno di edifici oggettivamente più vulnerabili".

Non se ne è fatto nulla.

Per questo, Regione Abruzzo - nei giorni delle polemiche e delle manifestazioni di studenti e insegnanti - aveva assicurato avrebbe dato incarico a ReLuis al fine di redigere uno standard da applicare alle verifiche dei 313 plessi scolastici segnalati dai Comuni; la procedura si è 'incartata' per due mesi però, sulle modalità d'affidamento: ReLuis aveva approntato un protocollo d'assegnazione diretta, la Regione avrebbe preferito un accordo di collaborazione tra Enti e, dunque, si è chiesto un parere all'Anac che dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Così non fosse, il Comune dell'Aquila sarebbe pronto all'affidamento diretto a ReLuis per avere le verifiche strutturali richieste sulle scuole cittadine e definire, infine, eventuali interventi di messa in sicurezza, ove necessario, rapportandoli almeno all'indice 0.6.

Ultima modifica il Domenica, 07 Maggio 2017 02:06

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