Più di 40 mezzi fermi in officina, con personale carente all'interno della stessa e conseguenti inevitabili disagi per il servizio di trasporto pubblico regionale. E' il paradosso della Tua (Trasporto pubblico abruzzese) che, nata da pochi mesi, soffre di una mancanza disarmante di risorse, mezzi e personale. E' il servizio essenziale della mobilità pubblica ai tempi della crisi.
Le corse più penalizzate sono anche quelle più rilevanti sulle finanze dell'azienda, almeno per quanto riguarda l'area interna d'Abruzzo: bus da L'Aquila per Roma, Avezzano e Pescara. Sono giorni che alcune corse bis saltano, a causa di mezzi fermi nelle officine, che lavorano fortemente a rilento, fin dove riescono ad arrivare.
E così, all'Aquila, stamattina decine di pendolari sono rimasti a piedi alla fermata sulla Statale 17 ("Amiternum"), già vessati dalla mancanza di stalli e pensiline adeguati al flusso di passeggeri - un problema di cui questo giornale parla da sempre - e oggi beffati dal mancato passaggio del bus Tua. Ci sarebbero stati momenti di tensione, mentre la notizia è stata rilanciata anche dal candidato sindaco del centrodestra, Pierluigi Biondi, attraverso una nota alla stampa.
Nel pomeriggio, sempre con una nota, è il comparto dei trasporti della Cgil a tentare di trasmettere la situazione imbarazzante in cui versa il trasporto pubblico abruzzese nelle aree intorno al capoluogo di regione. Saltano da giorni alcune corse bis da e per Avezzano e Roma, e dunque a risentirne sono anche quelle meno "fruttuose" dal punto di vista economico - ossia quelle che collegano i territori meno abitati - per una sorta di "meccanismo solidale" necessario quando si svolge un servizio pubblico.
Neanche due scioperi del personale sono bastati ad attrarre l'attenzione sul problema: "Abbiamo messo in campo ogni forma di iniziativa tesa a risolvere un problema che ha un solo obiettivo, fornirci la possibilità di rendere un servizio degno di tale nome ai tanti pendolari che quotidianamente trasportiamo", afferma la Filt-Cgil, chiedendo "scusa ai pendolari" per la situazione: "Oggi non ci resta che scusarci per i tanti troppi e ripetuti disagi a cui costringiamo i cittadini utenti. Lo facciamo noi poiché chi ha la responsabilità ed il dovere di assicurare servizi dignitosi da parte della più grande azienda regionale di trasporto non pare rendersi conto di tanti disastri".
Insomma da tempo si sarebbe avvertito del rischio forte di non poter più servire servizi. Un pericolo purtroppo diventato triste realtà. E ora? O si immette personale nelle officine, stando ovviamente attenti a far quadrare i conti, oppure si regalerà a breve il mercato ai privati. Una ipotesi che la Cgil vede come neanche troppo "involontaria", da parte dei vertici aziendali: "Non vorremmo che tanta distrazione nascondesse precisi disegni, noi non vorremmo che tanto disastro sia propedeutico a regalare tale mercato ai voraci vettori privati".
Intanto, chi è responsabile della indecorosa situazione rimane, ad ora, ancora silente.