Il Festival della Partecipazione saluta il 2017 e dà appuntamento al prossimo anno.
Un'edizione, quella appena conclusasi, segnata da numeri importanti: 300 relatori per circa 70 eventi, 120 volontari, oltre 4 mila spettatori al concerto di Elio e le Storie Tese davanti la basilica di Collemaggio, migliaia di partecipanti, collegati anche virtualmente tra dirette live e condivisioni sui social network.
"Siamo molto contenti, il bilancio è molto positivo" dice Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanza Attiva, una delle tre associazioni organizzatrici, insieme a ActionAid e Slow Food. "Il Festival della Partecipazione non né è un evento né una fiera campionaria ma un progetto, un processo politico, un'occasione per parlare di politica e di come cambiare questo Paese. La sfida da qui al prossimo anno è far sì che le cose di cui abbiamo parlato siano strumenti di cambiamento. Ci piacerebbe sperimentare qualcosa di bello e di nuovo qui all'Aquila. Da questo punto di vista abbiamo accolto con grande disponibilità la richiesta del sindaco di immaginarci qualcosa di sperimentale che, anche nel corso dell'anno, animi il dibattito sul coinvolgimento dei cittadini nelle politiche pubbliche di questa città".
Soddisfatta anche Francesca Rocchi, vice presidente di Slow Food Italia: "Per noi è andata molto bene, abbiamo visto un dibattito più maturo e una maggiore consapevolezza da parte delle persone, che hanno capito qui c'era un luogo di accoglienza, dove dire la loro e lanciare anche dei gridi di dolore, perché le cose in Italia non vanno bene. Ma questi momenti servono proprio per ritrovarsi insieme e capire che ci sono degli strumenti, e la partecipazione è uno di questi, per stare meglio".
"L'azione civica e il ruolo dei cittadini oltre ad essere necessari nel tempo in cui viviamo, sono elementi centrali per offrire una visione politica di lungo periodo con lo scopo di "svegliare l'Italia": questo è il messaggio forte che ci portiamo a casa dopo questa seconda edizione " sottolinea Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia. "Il Festival si è proposto anche quest'anno di costruire una rete di persone il cui obiettivo è proporre un ragionamento collettivo sulla qualità della democrazia in Italia e non solo: qui all'Aquila, una città che è simbolo di impegno civico, a partire dagli oltre 120 volontari del Festival, la società civile sa di poter confrontarsi in piena libertà ed in maniera costruttiva".
"Penso che il festival sia stato importante soprattutto per aver mostrato la ricchezza e la molteplicità del fenomeno dell'attivismo organizzato dei cittadini" osserva Giovanni Moro, sociologo e responsabile scientifico della fondazione Fondaca "Ma ha anche mostrato che il modo dominante di considerarlo un fenomeno minore, perché quello che conta sono solo le "grandi decisioni" prese dal sistema politico, non gli rende affatto giustizia. Su questo punto c'è ancora molto da lavorare".
Presente, al dibattito di chiusura, anche l'ex ministro Fabrizio Barca, membro del comitato scientifico del festival: "Due punti fanno una retta. Due Festival della Partecipazione indicano una direzione. Non solo apprendere, e molto, dagli altri. Non solo mettere a repentaglio i propri convincimenti. Non solo abbracciarsi, ritrovarsi, sorridersi (non ci fa male). Non solo macinare numeri (mai troppi). Ma anche, esplorare le strade con cui la cittadinanza attiva, evitando subalternità e auto-referenzialità, possa indurre le "grande decisioni", le "politiche giuste", di cui abbiamo bisogno per ridurre le disuguaglianze e fermare la deriva verso i muri e l'autoritarismo".