Mercoledì, 23 Ottobre 2013 14:07

Sanitopoli, le motivazioni della sentenza: "Disegno criminoso e corruttivo"

di 

Le tangenti a Ottaviano Del Turco sono provate. "Tutti i reati commessi possono essere riuniti con il vincolo della continuazione, con l'unicità del disegno criminoso perseguito e l'illecito deviato utilizzo delle rispettive cariche e qualifiche a fini di favoritismo nei confronti di Angelini e di arricchimento personale".

Parole durissime nelle motivazioni della sentenza di primo grado sulle tangenti nella sanità privata abruzzese. A spiegare la condanna dell'ex governatore a 9 anni e 6 mesi, di Vincenzo Maria Angelini a 3 anni e 6 mesi, imputato e allo stesso tempo parte offesa, e degli altri protagonisti della più importante vicenda giudiziaria che l'Abruzzo ricordi: l'ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu (4 anni), l'allora manager della Asl di Chieti Luigi Conga (9 anni), l'ex assessore regionale alle attività produttive Antonio Boschetti (4 anni), dell'ex assessore regionale alla Sanità Bernando Mazzocca (2 anni), l'ex segretario generale dell'ufficio di presidenza della Regione Lamberto Quarta (6 anni e 6 mesi) e x capogruppo regionale del Pd Camillo Cesarone (9 anni).

Il tribunale collegiale di Pescara è convinto che gli imputati avessero un vero e proprio "programma criminale, volto a favorire, nell'attività di iniziativa legislativa ed amministrativa in materia di sanità in violazione di legge, gli interessi delle case di cura stesse, in particolare di quelle gestite dall'Angelini, su cui si è innestata l'attività corruttiva di questi".

"Programma - scrivono i giudici - diretto da Del Turco, organizzato dal Quarta, dal Cesarone e dal Masciarelli, ed eseguito dal Mazzocca, dal Di Stanislao, dal Boschetti, nonché dagli stessi Del Turco e Cesarone, attraverso le rispettive attività amministrative e legislative".

A leggere le motivazioni della sentenza, "tale programma non fu limitato alla realizzazione di uno o più reati preventivamente individuati, ma si dispiegò nel tempo, sostanzialmente per l'intera durata della permanenza degli imputati nelle loro funzioni, e fu finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di delitti, quelli che, all'occorrenza, fossero serviti per realizzare il decritto disegno di favoritismo, sia mediante l'utilizzo per fini illeciti delle strutture amministrative (l'assessorato alla Sanità, la Asr) e societarie (la Fira e la Fira servizi) in cui gli imputati erano inseriti, sia mediante creazione di una struttura ad hoc in materia di sanità, la predetta cabina di regia, che sostanzialmente si sostituì alla giunta regionale nel prendere le decisioni più rilevanti in materia di sanità".

Ci sono "riscontri documentali alle accuse di Angelini" scrivono ancora i giudici. E' questo uno dei passaggi chiave: "le dichiarazioni di Angelini sono pienamente attendibili, in quanto in sé logiche e coerenti, precise, dettagliate, nonchè riscontrate sia da risultanze documentali sia da dichiarazioni testimoniali".

"Il più significativo riscontro dell'attendibilità delle dichiarazioni di Angelini - si legge ancora nella sentenza - è l'accertata generale condizione di illegalità e di favoritismo nei confronti delle case di cura del gruppo Villa Pini nella quale entrambe le amministrazioni regionali abruzzesi succedutesi all'epoca dei fatti, nonché la Asl nel periodo di gestione di Conga con l'avallo politico di Aracu, hanno operato nel settore della sanità, illegalità frutto della condotta proprio di tutti coloro a cui Angelini ha dichiarato di avere consegnato denaro o concesso altri favori, anche non costituenti di per sé reato, quali l'assunzione di lavoratori da loro raccomandati". Inoltre, se non bastasse, "ulteriore riscontro della percezione di così elevate somme di denaro da parte degli imputati Del Turco, Cesarone e Quarta è costituito dagli accertamenti patrimoniali svolti, da cui sono emersi in quanto a Del Turco acquisti immobiliari irregolari in concomitanza con la percezione di denaro per cui si procede".

L'ex governatore Del Turco, leggiamo ancora tra le righe della motivazione alla sentenza, "ha tenuto condotte palesemente evincibili di una volontà distrattiva del proprio patrimonio. Il valore degli immobili fittiziamente intestati a terzi (appartamenti a Roma e in Sardegna) è di gran lunga superiore di quello intestato ufficialmente a se stesso (Collelongo)".

Del Turco replica su Facebook. Ottaviano Del Turco commenta sul social network Facebook la pubblicazione della sentenza che lo riguarda e se la prende con la stampa: "Solo due giornalisti hanno avuto diritto ad un piccolo scoop sulle motivazioni della sentenza di condanna emessa il 21 di luglio. Il mio avvocato - scrive l'ex Governatore - ha avuto diritto a leggere le motivazioni dopo aver sborsato una somma non irrilevante per pagare il 'diritto d'urgenza'. Forse dopo cinque anni si poteva trovare una motivazione meno beffarda. Naturalmente i solerti giornalisti non hanno pagato nulla... è la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente...".

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Ottobre 2013 15:00

Articoli correlati (da tag)

Chiudi