Giovedì, 24 Agosto 2017 16:38

Morrone, fiamme vicino eremo di S. Pietro. Parco Majella contro Regione

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Ancora attivo l'incendio sul Monte Morrone.

Il fronte del fuoco è avanzato nuovamente sul versante sulmonese dove le fiamme sono arrivate a lambire, in località Vicenne, l'eremo di San Pietro (o anche di Santa Croce) a 1379 metri di quota. Il fuoco ha aggredito la pineta sottostante.

Sul versante pescarese la situazione sembra sotto controllo, anche grazie all'azione congiunta di Alpini, Vigili del fuoco e di un centinaio di volontari, coadiuvati dai mezzi aerei.

La Sala Operativa Permanente della Protezione Civile regionale, comunica che sul posto sono impegnati 25 volontari muniti di brevetto AIB di primo e di secondo livello e sei mezzi di spegnimento della Preotezione Civile regionale. Sul posto è operativo anche un elicottero AS350 messo a disposizione dalla Regione Abruzzo, munito di benna da 700 litri, che sta effettuando lanci mirati alla base delle fiamme.

Inoltre, sulle pendici del Morrone sono impegnati anche 50 militari del Nucleo Speciale per le Emergenze del IX Reggimento Alpini dell'Aquila, che stanno operando per ridurre l'intensità dei roghi e sottrarre alla foga dell'incendio il materiale combustibile costituito da alberi, vegetazione e fogliame, reso particolarmente pericoloso dalla temperatura e dal perdurare della siccità.

Enormi e incalcolabili i danni finora prodotti dal fuoco a fauna, flora e paesaggio. Senza trascurare il valore simbolico che ha per gli abruzzesi questa montagna dove visse Pietro Angelerio prima di salire al soglio pontificio come Celestino V.

Oltre al danno ambientale c'è anche quello economico per la Regione Abruzzo, considerando che il costo per l'utilizzo di un Canadair è tra i 15 e i 20mila euro l'ora, 8mila euro per gli elicotteri.

"Sono molto fiducioso che dalla sinergia di tutte le numerose forze messe in campo dal sistema di Protezione Civile, nel volgere di qualche giorno potremo finalmente avere la meglio su un rogo di enormi dimensioni che sta interessando un patrimonio boschivo di immenso valore ambientale, reso ancora più importante dalla presenza di luoghi e testimonianze legate alla vita di Pietro dal Morrone", ha detto il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso.

Intanto da Pratola Peligna (L'Aquila) è partita l'operazione di ripulitura da legname secco per creare un fronte di sbarramento al fuoco, come richiesto ieri dal sindaco Antonella Di Nino e oggi autorizzato dal Parco nazionale della Majella.

"Ci sono 900 ettari di territorio boschivo presi di mira da mani scellerate che sembra abbiano progettato i luoghi dove accendere, concependoli irraggiungibili" ha detto D'Alfonso dopo una riunione al Coc di Sulmona alla quale hanno partecipato anche il capo dipartimento Vigili del Fuoco, il prefetto Bruno Frattasi, e il procuratore capo di Sulmona Giuseppe Bellelli che segue l'inchiesta sui roghi.

Dal vertice è emerso che sarà il prefetto dell'Aquila, Giuseppe Linardi, a coordinare gli interventi straordinari interforze tra Vigili del Fuoco, Esercito, Carabinieri Forestali, Polizia, Protezione civile e volontari, insieme ai direttori delle operazioni di spegnimento (Dos).

Intanto a Sulmona si controlla la qualità dell'aria, con le centraline di monitoraggio dell'Arta che hanno già rilevato un innalzamento della concentrazione di alcuni inquinanti.

Parco Majella contro Regione e soccorsi: "Noi tagliati fuori"

"Veniamo tenuti sistematicamente fuori da ogni tavolo e riunione e nessuno ci coinvolge in un momento in cui le fiamme stanno distruggendo flora, fauna ed ecosistema delle nostre montagne".

E' il presidente del Parco nazionale della Majella, Franco Iezzi, che dopo giorni di silenzio interviene puntando il dito sulla Regione e su quanti stanno gestendo l'emergenza.

"Non riusciamo a capire il comportamento di chi è stato chiamato a gestire le operazioni di spegnimento del rogo nel nostro Parco. Ad oggi nessuno ci ha interpellato o coinvolti.Ieri abbiamo agito autonomamente, spegnendo quattro fronti d'incendio, esclusivamente con i nostri uomini, i quali conoscendo bene il territorio sanno come muoversi e dove operare. Focolai che ora non sono più pericolosi" dice il presidente Iezzi e rivela che l'ente si è dotato di strumentazione innovativa e di tecniche con cui rendere più efficace sia l'azione dei soccorsi sia il controllo dell'area protetta e dell'intero territorio.

Si tratta di droni in grado di rilevare la presenza del calore, delle persone e degli animali, in modo da poter intervenire con estrema efficacia nei casi di prevenzione, emergenza e non solo. A tal proposito il Parco lunedì prossimo terrà una conferenza stampa in cui illustrerà queste tecniche innovative

Il report dei vigili del fuoco sugli incendi boschivi

La Direzione Regionale Abruzzo dei Vigili del Fuoco, comunica che sono attualemnte attivi sul territorio della Regione Abruzzo quattro incendi boschvi che interessano le località: Magnanella-Torricella, Teramo; Marano dei Marsi, L'Aquila; Pacentro-Passo San Leonardo, L'Aquila; Sulmona-Marane, L'Aquila.

MAGNANELLA-TORRICELLA: area percorsa dal fuoco: 5 ettari quota: 1200 mt s.l.m. orografia della quota: montana, impervia squadre a terra: 2 vigili del fuoco muniti di un pickup e 8 volontari di P.C. muniti di una autobotte e di 2 pickup; stato dell'incendio: sotto controllo.

MARANO DEI MARSI: area percorsa dal fuoco: 50 ettari quota: 500 mt s.l.m. orografia della quota: collinare squadre a terra: 5 vigili del fuoco muniti di una autobotte, una autopompa e un pickup e 7 volontari di P.C. muniti di 2 pickup; stato dell'incendio: sotto controllo.

PACENTRO-PASSO SAN LEONARDO: area percorsa dal fuoco: 300 ettari quota: 1200-1600 mt s.l.m. orografia della quota: montana, impervia mezzi aerei presenti: 1 Canadair che fino alle 14 di oggi ha effettuato 8 lanci; squadre a terra: 5 vigili del fuoco muniti di una autobotte e di un pickup e 7 volontari di P.C. muniti di 2 pickup; stato dell'incendio: attivo.

SULMONA-MARANE: area percorsa dal fuoco: 250 ettari quota: 1300-1800 mt s.l.m. orografia della quota: montana, impervia mezzi aerei presenti: 2 Canadair che fino alle 14 di oggi ha effettuato 16 lanci; un elicottero AB412 che fino alle 14 di oggi ha effettuato 34 lanci; un elicootero della flotta regionale AS350 che fino alle 14 di oggi ha effettuato 3 lanci; squadre a terra: 14 vigili del fuoco muniti di 2 autopompe e di 2 pickup e 14 volontari di P.C. muniti di 4 pickup; stato dell'incendio: attivo.

Super alpini al lavoro

Sul Morrone, sono arrivati i 'super alpini' dell'Aquila.

Si tratta di un reparto speciale che fa parte del 9/o reggimento dell'Aquila costituito specificatamente per le emergenze di protezione civile che ha già preso parte al soccorso a Rigopiano e che ha operato nella zona di Amatrice per il sisma.

Gli alpini hanno iniziato le operazioni con due gruppi di lavoro: il primo, con due squadre lavorerà nella zona di Sulmona; il secondo con cinque squadre lavorerà nell'area di Passo San Leonardo.

I mezzi di cui dispongono sono due mezzi commerciali per il trasporto del personale, cinque mezzi tattici per raggiungere con facilità zone altrimenti impervie, due camion militari attrezzati ognuno con 4000 litri di acqua, in grado di spegnere in autonomia incendi.

Brucia anche il Monte Giano

Da giovedì, brucia anche il Monte Giano.

Il vasto incendio, dopo essersi avvicinato alle abitazioni di Antrodoco, sta lambendo il bosco di pini tagliati quasi ottant'anni fa in modo da far apparire a distanza la scritta 'Dux'.

A lavoro diverse squadre dei Vigili del Fuoco, dal pomeriggio di oggi in azione sul versante della scritta stanno operando anche un elicottero Drago dei Vigili del Fuoco e un Canadair. A causa dell'incendio è rimasta chiusa al transito la statale 17 che collega Androdoco a L'Aquila. 

Pelino: "Chiederò sopralluogo a Commissione Ambiente Senato"

"Alla ripresa dei lavori parlamentari chiederò al presidente del Senato Pietro Grasso e al presidente della Commissione Ambiente Giuseppe Marinello di voler predisporre un sopralluogo in Abruzzo della stessa Commissione di Palazzo Madama per verificare gli ingenti danni causati dall'incendio devastante sul monte Morrone, che ha bruciato gran parte del patrimonio boschivo e ha lambito le abitazioni a ridosso di Sulmona. Danni che si sarebbero potuti tranquillamente evitare con interventi più efficaci e meno tardivi".

Lo afferma Paola Pelino, vicepresidente dei senatori di Forza Italia.

"A nulla serve ora annunciare provvedimenti su un rimboschimento che non potrà avvenire prima di cinque anni.

Qualcuno che ha precise responsabilità - conclude - tenta in questo modo di trovare impossibili soluzioni a problemi che lui stesso, per evidente incapacità, ha creato".

Forum H2O Abruzzo: "Servono uomini e mezzi, ora!"

Contro gli incendi "in Abruzzo servono più uomini preparati e mezzi, ora, non solo per spegnere, ma anche per la deterrenza e l'immediato avvistamento e intervento sulle aree più a rischio, visto che per i prossimi giorni si prevede tempo soleggiato e caldo".

E' l'appello che Forum H2O e Nuovo Senso Civico Onlus affidano a una nota ricordando come i rimboschimenti siano vietati per 5 anni nelle aree percorse dal fuoco e invitando il governatore D'Alfonso a investire "i denari dei contribuenti in organizzazione e prevenzione dei rischi".

A una lettera del 30 giugno scorso, depositata per conoscenza a tutte le Procure abruzzesi, con cui il Forum chiedeva di "rimediare con urgenza alla carenza di mezzi e uomini" rispose "solo la Protezione Civile nazionale, confermando le competenze degli enti territoriali".

Il Forum ricorda anche che sempre a giugno ci fu "il durissimo atto d'accusa dell'allora capo della Protezione Civile Curcio sull'impreparazione di diverse regioni, tra cui l'Abruzzo, proprio sul rischio incendi", e che "solo ai primi di luglio, quando già era evidente l'eccezionalità della stagione - prosegue la nota del Forum H2O - fu firmata dalla Regione Abruzzo una misera convenzione con i Vigili del Fuoco per un elicottero dei VvF stessi e una squadra per provincia! Facciamo notare che la Sardegna quest'anno ha 12 mezzi aerei propri. La Toscana almeno 7".

Quanto ai rimboschimenti, ricorda ancora il Forum, "sono generalmente vietati per 5 anni proprio dalla Legge Quadro sugli Incendi Boschivi 353/2000. Solo eccezionali deroghe possono essere concesse ma la ratio della legge è chiara".

"Ringraziamo gli uomini, volontari e non, che a sprezzo della loro vita sul campo - conclude la nota del Forum e Nuovo Senso Civico - stanno cercando di limitare i danni dei criminali che hanno appiccato il fuoco. Non vediamo l'ora che siano assicurati alle patrie galere".

Cgil: "Rivedere macchina soccorsi, Regione si muova"

"Incendi e tragedie naturali: va rivista la macchina dei soccorsi".

A sostenerlo sono il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, e il segretario generale Cgil L'Aquila, Umberto Trasatti, in una nota in cui non risparmiano critiche alla Regione Abruzzo, che "finora non ha saputo predisporre una macchina organizzativa in grado di intervenire con efficacia e mezzi adeguati".

"Un'estate come questa, con gli incendi e le devastazioni alla natura dell'intero Paese (e con esse al patrimonio culturale e umano) - si legge in una nota - non può passare senza che le istituzioni e la politica, a partire dal governo nazionale, prendano coscienza dei danni al futuro e all'identità italiana. Tra i tanti problemi che queste vicende sollevano, vogliamo segnalarne alcuni che riteniamo fondamentali per evitare che anche nei prossimi anni si debba piangere la distruzione della natura e del paesaggio".

"Ci riferiamo anzitutto - sottolineano Del Fattore e Trasatti - ai problemi che ogni giorno incontrano i vigili del fuoco, alle prese sia con carenze di organico che rendono difficile persino l'organizzazione dei turni di servizio (e che peraltro hanno il contratto di lavoro scaduto da anni), sia con la scarsa disponibilità di mezzi e attrezzature. Sono uomini, i vigili del fuoco, che negli ultimi anni hanno affrontato con coraggio una lunga sequenza di tragedie naturali, dai terremoti agli incendi, e che aspettano un potenziamento degli organici e dei mezzi al quale bisogna dare rapidamente risposta. Accanto a questo ci sono i problemi causati dallo scioglimento della Forestale".

"Privarsi di un corpo specializzato nella protezione della natura (gli ex forestali in gran parte sono stati assorbiti dai carabinieri e soltanto in piccola misura dai vigili del fuoco, con funzioni antincendio boschivo)" proseguono Del Fattore e Trasatti "è stata una scelta sbagliata, che la Cgil ha combattuto e che in questi mesi ha mostrato drammaticamente i suoi limiti. Per quanto ci riguarda, crediamo quindi che sia arrivato il momento di pensare una tutela più efficace del patrimonio naturale, rimettendo in campo un'organizzazione come il Corpo Forestale, con le sue competenze e capacità".

"Detto ciò - rimarcano i sindacalisti - non possiamo sottacere il fatto che la Regione Abruzzo finora non ha saputo predisporre una macchina organizzativa in grado di intervenire con efficacia e mezzi adeguati. Più volte, quando accade una tragedia, l'intervento dei vigili del fuoco e dei tanti volontari abruzzesi deve supplire alle carenze organizzative che le istituzioni non hanno corretto. Come dimenticare, ad esempio, come ha sottolineato il capo della Protezione civile nazionale, che la Regione Abruzzo è tra le sole cinque regioni italiane che ancora sono prive di mezzi aerei (non abbiamo neppure un elicottero) necessari a prevenire ed eventualmente combattere gli incendi? E' urgente dunque investire in questo settore, puntare sulla prevenzione ma anche dotarsi di mezzi e competenze tecniche da mettere in campo in caso di bisogno. Anche l'Abruzzo deve farlo, per difendere un patrimonio naturale e soprattutto per salvaguardare l'immagine con la quale è conosciuto in Italia e fuori: quella della regione verde d'Europa, la più ricca di territorio e natura protetta. Un'etichetta di qualità che l'amministrazione regionale deve saper tutelare con investimenti e iniziative coerenti".

M5S: "Cittadini abbandonati da politica cialtrona"

"Brucia da giorni il monte Morrone, in una devastazione difficile da immaginare: centinaia di ettari di foresta in fiamme nel cuore d'Abruzzo, una delle aree verdi più importanti d'Europa e la notizia non è ancora nazionale!"

Così interviene il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianluca Ranieri sull'emergenza incendi.

"Uno si aspetterebbe centinaia di uomini con mezzi - prosegue - macchinari, canadair ed elicotteri in azione, da fare invidia alle 'grandi manovre' e invece da ieri è scomparso anche il presidio dei soccorsi (pochi). La lotta all'incendio e la salvezza di boschi millenari e beni culturali straordinari è rimasta affidata ai volontari... Con le pale! Cittadini e territorio sono stati abbandonati da una politica cialtrona e inconcludente".

"Pochi giorni prima - sottolinea Ranieri - in una situazione assai meno drammatica, l'ineffabile governatore della regione Abruzzo, non aveva invece perso tempo ad approfittare della passerella, per non farsi sfuggire la ghiotta occasione d'annunciare l'intervento dell'esercito e prendersi il merito d'aver risolto la situazione. Invece l'esercito non s'è visto e ora Luciano D'Alfonso sembra non avere alcuna intenzione di prendersi la responsabilità di un disastro annunciato".

"Magari anche questa volta lo sentiremo dare la colpa ad una 'tempesta perfetta' come in occasione della tragedia di Rigopiano - continua il consigliere pentastellato - ma la realtà inconfessata è quella di una Regione inerte, guidata da un governatore utile solo a se stesso, una Regione che non ha mosso un dito per difendere il Corpo Forestale e che non è stata in grado di trovare soluzioni alternative, quando quest'ultimo è stato soppresso, ben sapendo quali e quante fossero le criticità nella gestione degli incendi".

"Insieme al Morrone - ricorda Ranieri - sta bruciando tutto l'Abruzzo e ovunque, dal Gran Sasso a Schiavi d'Abruzzo, si ripetono gli stessi ritardi negli interventi, la stessa mancanza di uomini e mezzi, la stessa inaccettabile disorganizzazione.Non serve, a questo punto, domandarsi se quanto accade sia il risultato di comportamenti criminali o di eventi naturali, perché nulla di quanto accade è una novità imprevista. Ad ogni ora perdiamo un patrimonio ambientale ed economico inestimabile che ci vorranno anni per ripristinare anche in piccola parte, ad ogni ora l'aria intorno a Sulmona si satura sempre più di sostanze inquinanti con grave danno per la salute dei cittadini, ad ogni ora si fa più manifesta l'incapacità di governanti assenti e indifferenti, che non solo non sono stati in grado di programmare adeguati mezzi di prevenzione, ma che non sono in grado nemmeno di mettere in campo misure d'emergenza".

Febbo: "Presa di posizione di D'Alfonso tardiva e assurda"

"E' assurdo che il Presidente D'Alfonso solo oggi si renda conto dell'esistenza in Abruzzo del patrimonio boschivo e delle bellezze naturali dopo essere stato il fautore della soppressione del Servizio Foreste, smantellato l'ufficio Uso Civico, impegnati nel PSR solo 9 milioni di euro per le Misure forestali  tra cui  la prevenzione degli incendi rispetto al triplo del passata programmazione, chiuso i vivai forestali  e letteralmente abbandonate le foreste al loro destino".

Questo il commento del Presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale Mauro Febbo all'indomani della presa di posizione dell'esecutivo regionale che aggiunge: "Mi sembra di stare su scherzi a parte. Praticamente, dopo aver letteralmente distrutto e smembrato all'interno della struttura regionale tutto ciò che attiene al mondo della forestazione, si intende solo ora tracciare un percorso per il rimboschimento delle aree colpite all'indomani degli incendi. Sono tre anni che denuncio – spiega Febbo – la totale assenza di una programmazione seria nei confronti dei nostri boschi e come sia mancata completamente azioni e bandi del PSR mirati a riqualificare le aree interne e fare attività e lavori di prevenzione. Ricordo, casomai qualcuno se lo fosse dimenticato, come la Regione Abruzzo è la terza in Italia per indice di boscosità con ben 438 mila ettari. Infatti nella passata programmazione abbiamo investito ben 30 milioni di euro sia per riqualificazione e dei boschi sia, soprattutto, per la prevenzioni con finanziamenti destinati direttamente ai Comuni per migliorare e pulire specifiche aree boschive. L'ufficio regionale del Servizio Forestazione era parte integrante di una programmazione seria e attenta alle relative problematiche connesse. Oggi, invece, il paradosso lo vediamo proprio nella missiva di convocazione inviata dal Presidente D'Alfonso dove tra i destinatari manca proprio il Servizio Forestazione poiché è stato smantellato e cancellato addirittura tolto la stessa parola tra le deleghe attribuite all'assessorato alle Politiche Agricole".

"Quindi – continua Febbo – credo che sia superficiale aggiungere commenti a riguardo per capire come ha lavorato e programmato questo Esecutivo regionale su temi fondamentali e importanti come la difesa del patrimonio forestale e boschivo abruzzese ed in termini di prevenzione. Invece invito e sfido il presidente D'Alfonso a impegnare fondi pari alla mia passata programmazione, cioè 40 milioni di euro, ossia il 10% del fondi a disposizioni nell'attuale Programmazione PSR 2014-2020, attivando quelle Misure strategiche che oggi sono state vergognosamente soppresse. È insopportabile eticamente e politicamente che l'attuale Programma di Sviluppo Rurale investa ben 15 milioni per l'assistenza tecnica che non sono altro operazioni clientelari e solo pochi milioni di euro per la prevenzione dei nostri boschi".

"Pertanto – conclude Febbo – bisogna solo constatare che i primi responsabili politici dell'incuria in cui oggi si trovano le nostre foreste e boschi sono da addossare esclusivamente a questa giunta regionale".  

Di Stefano (FI): "Abruzzo brucia, mezzi fermi"

"La nostra montagna continua a bruciare, da Schiavi di Abruzzo (180 ettari di territorio) al Monte Morrone - Sulmona (L'Aquila), con i poveri operatori volontari abbandonati a loro stessi e senza mezzi".

E' quanto dichiara in una nota il deputato Fabrizio Di Stefano (Fi) annunciando che presenterà un'interrogazione per sapere "perché i mezzi un tempo a disposizione del Corpo Forestale dello Stato, per fronteggiare questa emergenza, oggi risultino fermi".

"La legge Madia, con la riforma del Corpo Forestale annesso all'Arma dei Carabinieri, con gli ex forestali privati di compiti attivi - prosegue il deputato di Forza Italia- è stata un'altra delle 'iatture' con cui un centro sinistra incompetente, con la promessa sbandierata di ammodernare lo Stato, di fatto ha disarticolato e smontato quelle parti che erano fondamentali per la loro funzione".

"L'abrogazione del Corpo forestale, con le competenze che lo stesso ha assunto nell'Arma dei Carabinieri, ha di fatto reso inefficiente una macchina che prima lo era. I danni di questa riforma oggi sono sotto gli occhi di tutti, i mezzi che prima intervenivano efficientemente oggi sono fermi nei garage e negli hangar e le nostre montagne continuano a bruciare davanti ai nostri volontari che inermi affrontano il disastro".

Bracco (Sinistra Italiana) presenta interpellanza in Consiglio regionale

"Un'interpellanza per conoscere, da un lato, quali siano state le iniziative intraprese dalla Giunta regionale al fine di dare attuazione alle 'Raccomandazioni' inviate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell'ambito dell'attività antincendio boschivo 2017 e, dall'altro, venire a conoscenza degli strumenti di riorganizzazione adottati a seguito del decreto legislativo 177/2016".

Inizia con questa richiesta, l'interpellanza indirizzata all'esecutivo D'Alfonso del consigliere regionale Leandro Bracco che lo stesso esponente di Sinistra Italiana protocollerà all'Emiciclo la prossima settimana.

"La mia iniziativa – spiega Bracco – si pone anche l'obiettivo di sapere quali siano gli strumenti di coordinamento adottati dalla Regione con gli Enti di gestione dei Parchi e delle Riserve nella programmazione delle attività di prevenzione antincendio. Inoltre sarà estremamente interessante conoscere – prosegue il Consigliere – le procedure attivate dai medesimi Enti di gestione dei Parchi circa la verifica di incidenza sulle attività di fruizione dei parchi stessi".

"Sono fermamente convinto – evidenzia Bracco – che il Governo regionale abbia il dovere di fornire nel più breve tempo possibile risposte puntuali ed esaurienti alle questioni da me sollevate soprattutto in virtù del fatto dell'emergenza gravissima che da diversi giorni a questa parte sta vivendo il Monte Morrone. Non dimentichiamoci inoltre che ben 400mila ettari è la superficie forestale dell'Abruzzo e che il 30% del territorio regionale (pari a oltre 3200 km quadrati) è occupato da aree protette.

"Le 'Raccomandazioni per un più efficace contrasto degli incendi boschivi', diramate da Palazzo Chigi tramite la nota protocollo 39196 – sottolinea Bracco – avevano e hanno un'importanza determinante. Fra esse vanno segnatamente richiamate quelle di provvedere alla revisione annuale del Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, quella di assicurare il fondamentale raccordo tra il Piano regionale e i Piani per i Parchi e le Riserve naturali dello Stato e la definizione, con le società di gestione o gli enti interessati, di un adeguato modello d'intervento per le aree particolarmente sensibili. In aggiunta a ciò – nota il consigliere – una notevolissima importanza implica la raccomandazione di adeguare i dispositivi regionali antincendio al regime degli eventi che interessano il territorio regionale, modulando e potenziando opportunamente le forze di terra".

"Le parole del segretario regionale del Conapo (sindacato autonomo dei vigili del fuoco) – riferisce Bracco – sono un pugno nello stomaco in quanto è stato detto che 'le risorse stanziate dalla Regione Abruzzo per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi estivi sono del tutto insufficienti a garantire un sistema di contrasto adeguato da parte dei vigili del fuoco'". "Mi auguro che la risposta che l'esecutivo fornirà alla mia interpellanza possa almeno essere parzialmente positiva. I fatti drammatici cui l'Italia intera e la collettività abruzzese stanno assistendo riguardo l'emergenza incendi nella nostra Regione – conclude Leandro Bracco – fanno però presagire un tasso di pressapochismo e di mancata prevenzione che forse l'Abruzzo non aveva mai vissuto nella sua storia recente"

Ultima modifica il Sabato, 26 Agosto 2017 01:02

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