“Il consigliere Paolucci continua con le sue inutili e strumentali polemiche riguardo la rete ospedaliera abruzzese. L'ennesimo abbaglio è arrivato sul verbale del Tavolo di Monitoraggio del 5 agosto (legge poco e con ritardo) nel quale erroneamente viene indicato il presidio di Pescara quale Dea di II livello. Errore confermato anche dallo stesso Ministero alla Salute che si è impegnato a correggerlo".
E’ quanto dichiara il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Mauro Febbo.
"Questo è stato già discusso e comunicato in diverse riunioni della Quinta Commissione Sanità, sia dall'assessore Verì, che è già intervenuta sull'argomento, sia dal direttore del Dipartimento Sanità Claudio D'Amario sia dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Pierluigi Cosenza, dove si sta discutendo proprio della proposta di Rete ospedaliera regionale. Il documento approvato da questa Giunta regionale entro la fine di ottobre arriverà all'esame del Consiglio regionale. Il capogruppo del Pd sa benissimo come questo governo regionale abbia fatto delle scelte precise e nettamente diverse dal passato e sono indicate chiaramente nelle pagine 16 e 17 del documento. Non abbiamo optato per due Dea di II livello (Chieti- Pescara e L'Aquila-Teramo) ma su 4 Dea di I livello nei capoluoghi di provincia che potranno contare su alcune specificità ben individuate come quelli di livello superiore (vedi allegato). E’ inutile che Paolucci continui con i suoi allarmismi e soprattutto a diffondere fake news perché quando sarà portato a compimento il processo di rinnovamento varato dal centrodestra, il numero delle UOC passerà complessivamente da 191 a 221 mentre quelle della ASL 02 Lanciano-Vasto-Chieti crescerà da 55 a ben 69. Questo vuol dire conseguentemente un maggior numero di UOSD e UOS e quindi più servizi e reparti su tutto il territorio provinciale. Del resto voglio avvertire Paolucci che i teatini sanno benissimo chi erano i registi del tentativo di penalizzazione della sanità locale e di “scippare” l'Università alla città di Chieti con il declassamento del Clinicizzato. Purtroppo per loro, però, le cose sono andate diversamente”.