"Gli incendi che stanno devastando l'Abruzzo mettono a nudo la fragilità del nostro sistema di protezione della natura e della incolumità dei cittadini. Gli interrogativi sono tanti, la domanda ovvia è se si sta facendo il possibile per spegnere le fiamme, se tutto questo si poteva evitare o se si poteva fare di più e meglio".
A scriverlo, in una nota, sono Sandro Del Fattore, segretario regionale della Cgil Abruzzo, e Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil L'Aquila.
"Da un lato" si legge "si vuole capire chi sono i responsabili, se ciò è frutto di una regia organizzata spinta da interessi criminali si auspica che la magistratura riesca a punire i colpevoli. Dall'altro lato, ora che i boschi dell’Abruzzo sono ridotti a una torcia, ci si domanda se le istituzioni e la politica hanno saputo mettere in campo gli strumenti idonei per prevenire questo scempio".
"Certamente" proseguono Del Fattore e Trasatti "la decisione di sopprimere il Corpo Forestale dello Stato è stata una scelta disastrosa che la Cgil aveva previsto e cercato di fermare, opponendosi con fermezza alla riforma Madia che prevedeva la chiusura del Corpo a cui appunto era demandata la competenza sugli incendi boschivi, per affrontare i quali sono necessarie competenze e preparazione specifiche che solo un corpo specializzato come il CFS poteva avere, ma la politica è stata sorda agli avvertimenti che venivano non solo da parte sindacale ma anche da autorevoli personalità".
"Purtroppo" affermano i due sindacalisti "gli eventi ci stanno dando ragione e la scorsa settimana anche il Tar dell’Abruzzo, in accoglimento di uno delle migliaia di ricorsi che gli ex forestali hanno presentato dopo lo scioglimento del Corpo, ha demandato la decisione alla Corte Costituzionale ritenendo che per il Dlgs.177/2016 possano ricorrere estremi di incostituzionalità. Oggi sono in tanti a criticare quella scelta, ma in Parlamento tutto tace mentre i parlamentari e le istituzioni della nostra Regione dovrebbero essere i primi a chiedere l’abrogazione del Dlgs 177/2016 ed il ripristino del Corpo Forestale dello Stato".
"Proprio all’inizio del mese" si legge ancora "dopo l’incendio nel Parco del Gran Sasso, il coordinatore regionale della Fp-Cgil Vigili del Fuoco denunciava che “le evidenti difficoltà nella gestione diretta dei numerosi e vasti incendi boschivi hanno tra le cause principali l’eliminazione del Corpo Forestale dello Stato, l’unico Corpo con competenza diretta sugli incendi boschivi, dotato di mezzi e personale preparato e profondo conoscitore del territorio rurale”.
"Infatti" osservano ancora Del Fattore e Trasatti "la gran parte delle circa 8.000 mila unità del corpo, specializzate nel contrasto agli incendi boschivi, è transitato in maniera coatta nell’Arma dei Carabinieri e solo pochissime centinaia, nemmeno 400, sono state assegnate ai Vigili del Fuoco. Questi ultimi hanno così ereditato la complessa competenza del CFS sugli incendi boschivi nonostante siano palesemente sotto organico, senza i mezzi adeguati e i presidi capillari di cui era dotata la Forestale. Inoltre numerosi elicotteri dell’ex CFS, con personale addestrato specificatamente per l’antincendio, sono a terra e non volano, e nessuno ha pensato a una soluzione per risolvere questo imbarazzante problema".
"La Cgil" si legge ancora la nota "chiede inoltre misure a sostegno dell'azione dei Vigili del Fuoco, ormai stremati, che continuano ad assicurare il loro prezioso intervento, nonostante la scarsità di uomini e mezzi, senza che nessuno si preoccupi, oltre ai ringraziamenti di rito, di varare misure concrete. Per questo da tempo la Cgil chiede che sia dichiarato lo stato di emergenza del Paese, per assicurare il giusto impegno di risorse nella lotta agli incendi e alle calamità che si stanno susseguendo".
"Infine" conclude la nota "è necessario indagare sull’azione della Regione, se ci sono stati omissioni o ritardi nella gestione dell'emergenza, ma anche se è stato fatto tutto quanto necessario in tema di prevenzione, per evitare che tali disastri non si verifichino di nuovo. Certo, questa non è l’ora delle polemiche ma non si può rinunciare alla denuncia quale stimolo per la politica ad agire, in un momento in cui la gravità degli eventi rischia di lasciare per molti anni il segno sulle nostre montagne e sulla salute dei cittadini abruzzesi".
Uil: “Pochi fondi e mezzi, necessario cambiare rotta”
“Pochi fondi e mezzi, piani antincendio inefficaci, così come la cancellazione della Forestale mentre i vigili del fuoco sono sotto organico: si tratta di errori che sicuramente non stanno facilitando la lotta agli incendi in questi giorni”.
È quanto affermano Michele Lombardo e Fabrizio Truono, rispettivamente segretario generale Uil Abruzzo e segretario generale della cst (camera sindacale territoriale) Adriatica Gran Sasso.
"Sono ormai sono due mesi - spiegano - che la provincia di L’aquila sta fronteggiando l’emergenza incendi, che sta distruggendo migliaia di ettari di boschi tra l’aquilano, la Marsica e la valle Peligna, con danni incalcolabili per l’ambiente e per i territori colpiti da questa ennesima e immane catastrofe che interessa anche altre aree della nostra regione. L’eccezionale caldo estivo e la mancanza di piogge hanno creato le giuste condizioni per i piromani con disegni criminali, come sostenuto da diversi politici, ma a ciò va aggiunto che, anche questa volta, c’è stato un fallimento nella gestione del problema da parte di chi doveva garantire la sicurezza e la salvaguardia dell’ ambiente".
Per Lombardo e Truono "si è dimostrato, inoltre, che i piani antincendio previsti per legge sono stati assolutamente inefficaci, così come le risorse stanziate dal governo regionale, sia in termini economici sia per i mezzi messi a disposizione. È vero che con la riforma del governo che ha previsto la cancellazione del Corpo Forestale, è emersa l'inefficienza delle nuove procedure antincendio, ed è stato purtroppo dimostrato che eliminare l'unico corpo con competenza diretta sugli incendi boschivi, dotato di mezzi e personale preparato e profondo conoscitore del territorio rurale, ha creato un disastro. Se a tutto ciò si aggiunge che i valorosi ed insostituibili vigili del fuoco risultano essere sotto organico e che, nonostante il grande impegno profuso, non riescono a fronteggiare da soli tutti gli incendi, specialmente se non supportati dai necessari mezzi aerei, che sono risultati insufficienti per garantire lo spegnimento degli incendi, ben si capisce quanto drammatica sia la situazione. In questi anni abbiamo subito gravi eventi sismici, alluvioni, eccezionali nevicate e adesso gli incendi che stanno mettendo in ginocchio il nostro già provato territorio. Non ci possiamo dunque limitare solo a gestire le emergenze, ma è fondamentale attivare le giuste procedure preventive di controllo sul territorio, che evitino o limitino queste catastrofi".
La Uil a questo punto chiede di "aprire con immediatezza un confronto urgente con le istituzioni provinciali preposte e con la Regione Abruzzo per cercare soluzioni immediate al problema incendi e per predisporre piani d’intervento che prevedano una piu’ capillare e vasta partecipazione attiva all’opera di risanamento e restauro ecologico del territorio, prevedere un potenziamento del volontariato con una più efficace manutenzione del territorio. Altresì la Uil vuole concertare con gli enti preposti le opere da fare per il restauro ecologico dei territori colpiti dagli incendi, preferendo che ci sia una naturalizzazione spontanea dei suoli bruciati e lasciando che la vegetazione recuperi da sola, e predisporre interventi leggeri affidati esclusivamente ad organizzazioni ambientaliste ed evitare qualsiasi intervento meccanico finanziato a ditte e/o società private".