Mercoledì, 13 Settembre 2017 10:51

L'Aquila: striscione per Regeni rimosso perché contrario a decoro urbano

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Dunque lo striscione Verità per Giulio Regeni, esposto fino a qualche giorno fa sul balcone di Palazzo Fibbioni, sede del comune dell’Aquila, è stato rimosso e non verrà rimesso al suo posto per questioni di "decoro urbano".

E’ questa la motivazione ufficiale riferita dal sindaco Pierluigi Biondi ieri in chiusura del consiglio comunale in risposta a un’interrogazione posta dalla consigliera di opposizione Carla Cimoroni (Coalizione sociale).

Lo striscione, che recava impressa la scritta della campagna lanciata da Amnesty International e dalla famiglia Regeni, era stato fissato fuori Palazzo Fibbioni, nel centro storico dell'Aquila, un anno e mezzo fa, su decisione, unanime, del consiglio comunale, che aveva votato un ordine del giorno presentato dall’allora consigliere Ettore Di Cesare (Appello per L’Aquila che Vogliamo).

Qualche giorno fa lo striscione era scomparso, rimosso perché, aveva spiegato il comune, “si era rotto uno dei lacci che lo sostenevano”. Per sostituire lo spago, e rimettere lo striscione al suo posto, aveva detto sempre l'ente, serviva necessariamente l’intervento degli operai, che però, tra Perdonanza e festival jazz, in quei giorni erano tutti impegnati altrove. Finita sia la Perdonanza che il festival jazz, tuttavia, lo striscione non era ricomparso.

Dopo varie e infruttuose richieste di spiegazioni al gabinetto del sindaco, ieri, nell’assise civica dove era in programma la discussione del programma di mandato della nuova giunta di centrodestra, la consigliera di Coalizione sociale aveva fatto inserire all’ordine del giorno un’interrogazione nella quale si chiedevano perché lo striscione per Regeni non fosse ancora stato rimesso al suo posto. Al che Biondi ha risposto, appunto, che non sarebbe tornato dov'era per motivi di decoro urbano.

Biondi ha poi aggiunto che lo striscione verrà risposizionato altrove, in un'altra sede istituzionale (ma non ha detto dove e in che tempi) e che "non si possono esporre striscioni per ogni italiano ucciso all'estero altrimenti Palazzo Fibbioni diventerebbe un tazebao". Questo per questioni attinenti la forma e non il contenuto dello striscione.

Ora, stante questa risposta, viene da chiedersi alcune cose: se davvero si possa ritenere contrario al decoro urbano uno striscione - esposto, peraltro, fuori i municipi di oltre 150 città italiane - che chiede che venga fatta chiarezza sulla morte di un ricercatore universitario italiano di 28 anni torturato e ucciso in Egitto; quale concetto di decoro urbano abbiano in mente Biondi e la sua maggioranza, visto che c'è un centro storico preda dell'incuria, della sporcizia e della trascuratezza; e perché la nuova amministrazione ritenga inopportuno esporre fuori della sede comunale uno striscione che ricorda un nostro connazionale ucciso ma dia in concessione una sala di quella stessa sede a una formazione politica dichiaratamente neofascista per iniziative pseudoculturali.

Viene da chiedersi anche se sia legittimo rimuovere arbitrariamente uno striscione che era stato esposto in un luogo scelto evidentemente per la sua centralità e la sua visibilità dietro pronunciamento unanime di un organo rappresentativo come il consiglio comunale. Se davvero lo striscione andava tolto in nome di qualche comma presente in chissà quale astruso regolamento di polizia municipale, non sarebbe stato giusto e opportuno discuterne prima e apertamente in consiglio?

“Lo striscione Verità per Giulio Regeni” ha commentato a caldo la consigliera di Coalizione sociale Carla Cimoroni “è stato rimosso dalla facciata di Palazzo Fibbioni per questioni di decoro urbano, come riferito stasera dal Sindaco in chiusura del Consiglio comunale. In una città abbandonata all'incuria e in gran parte in zona rossa, la richiesta di verità e giustizia per la vicenda della morte di Giulio Regeni e del suo insabbiamento ad opera di uno Stato che non riconosce i più elementari diritti civili è derubricata a questione di decoro urbano”.

In mattinata è arrivata anche la nota di Amnesty International L’Aquila: “ La settimana scorsa abbiamo chiesto al Comune dell'Aquila, con una lettera, le motivazioni per le quali lo striscione #VeritàperGiulioRegeni è stato rimosso da Palazzo Fibbioni; striscione che il precedente Consiglio Comunale, ricordiamo, aveva voluto all'unanimità aderendo alla campagna di Amnesty International - Italia. Non abbiamo ricevuto risposta, in compenso veniamo a sapere che a chiusura del Consiglio di ieri, martedì 12, il Sindaco dell'Aquila conferma la volontà di non riposizionarlo in centro per una questione di decoro urbano. Decoro Urbano?! Sono state date per telefono e a voce diverse versioni e in sede istituzionale si parla di "decoro urbano"... ci aspettiamo una risposta migliore e forse un po' più di coraggio per una causa che non ha scadenza. Come ha già scritto Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia: “Quello striscione, appeso sui municipi di oltre 170 città italiane, sta a significare un impegno non effimero per la ricerca della verità sulla tortura e l'uccisione di Giulio Regeni”.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Settembre 2017 11:58

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