Il sovrapporsi di vecchie e nuove procedure sta bloccando la ricostruzione privata dei sei paesi dell’Alta Valle dell’Aterno – Pizzoli, Montereale, Barete, Cagnano Amiterno, Pizzoli e Capitignano – inseriti sia nel vecchio Cratere, quello del terremoto del 2009, che in quello nuovo, perimetrato in seguito ai terremoti del 2016 e del gennaio 2017.
Il problema è serio, denunciano i sindaci, tanto da essere stato sottoposto direttamente all'attenzione del presidente del Consiglio Gentiloni in occasione della sua ultima visita in Abruzzo.
“Ci siamo resi conto” afferma a NewsTown il sindaco di Pizzoli Gianni Anastasio “che il decreto 189 stabilisce solo regole di indirizzo generale, in base alle quali i fabbricati che sono stati danneggiati nel 2016 e nel 2017 e che avevano già riportato danni nel 2009 devono abbandonare la vecchia procedura e passare alla nuova”.
Il fatto, però, osserva sempre Anastasio, è che, tra gli edifici colpiti dagli ultimi terremoti, ce n’erano molti le cui pratiche erano “in stato avanzato, con progetti già presentati e contributi già rilasciati. In alcuni casi erano già iniziati i lavori”.
Per questi casi, seguire la nuova procedura vorrebbe dire azzerare tutto l’iter e ricominciare sostanzialmente da capo.
“La nostra proposta, invece” dichiara Anastasio “è di prevedere, per quei casi in cui c’era un progetto già presentato, anche se non approvato purché completo, un’integrazione tra vecchie e nuove regole e di gestire tutti gli altri casi, quelli in cui c’è stato un aggravamento dei danni ma per i quali il progetto non era ancora stato depositato, con la nuova procedura”.
Per correggere il tiro, secondo il sindaco di Pizzoli, non servirebbe nemmeno una nuova legge, basterebbe un’ordinanza: “Abbiamo consegnato le nostre proposte a Gentiloni, che ci ha promesso che i tecnici avrebbero trovato una soluzione in tempi brevi”. La questione approderà, la prossima settimana, anche in consiglio provinciale.
Occorre far presto, protestano i sindaci, perché il limbo venutosi a creare a causa dell’accavallarsi tra vecchie e nuove norme ha generato un’impasse che sta, di fatto, bloccando una ricostruzione che già doveva scontare forti ritardi.