Ieri, la FP CGIL ha partecipato all'Assemblea dei Sindaci della Provincia dell'Aquila nel corso della quale si è discusso in merito alla complessa situazione in cui versa la ASL n. 1 di Avezzano-Sulmona-L'Aquila. Ebbene, i sindacati hanno nuovamente posto l'attenzione sulla "gravissima ed ormai cronica carenza di personale di tutti i profili professionali a seguito della quale è stato dichiarato lo stato di agitazione del personale della ASL" cui ha fatto seguito l'incontro in Prefettura del 13 settembre scorso al quale erano presenti il Direttore Generale della ASL, il Direttore del Personale ed il Dirigente della Regione, delegato dall'Assessore Paolucci, Antonio Forese. Come avevamo raccontato su NewsTown, l'incontro terminò con un mancato accordo non essendo stati esaustivi i pochi impegni presi che, peraltro, "ad oggi risultano ancora disattesi" l'affondo della Funzione pubblica CGIL.
"La carenza di personale ha generato e continua inesorabilmente a generare una qualità del lavoro inaccettabile e, altrettanto inaccettabili sono le ripercussioni che tali carenze generano sulla qualità dei servizi che, nei periodi estivi, vengono accorpati se non addirittura chiusi e che oggi compromette l'attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)", ribadiscono i sindacati. Inoltre "oramai è diventata cosa 'normale' organizzare il lavoro in dispregio dei riferimenti normativi sull'organizzazione dell'orario di lavoro e sui giusti riposi, costringendo il personale a turni massacranti senza, peraltro, alcuna corresponsione di quanto dovuto (per es. il lavoro straordinario riferito ai mesi di novembre e dicembre 2016)".
Se a ciò si aggiunge che l'età anagrafica media dei lavoratori a tempo indeterminato della ASL è in costante ed inesorabile aumento, "diventa facile comprendere che in carenza di azioni correttive volte ad una completa revisione del fabbisogno di personale e quindi a nuove assunzioni, sia le condizioni di lavoro, sia la garanzia dei LEA e sia la qualità dei servizi verrà ulteriormente compromessa. Infatti, circa il 64% dei lavoratori si trova in età compresa tra i 50 ed i 67 anni di età anagrafica".
Emerge che, nel giro di pochi anni, anche attraverso il ricorso alla normativa sui così detti Lavori usuranti (che permette ai lavoratori un anticipo che va da 1 a tre anni sull'età pensionabile) oltre 600 unità lavorative saranno collocate in quiescenza e se verrà mantenuto il blocco del turn over all'80% la conseguenza sarà un ulteriore perdita di circa 500 posti di lavoro. "A tal proposito ricordiamo che allo stato attuale, a seguito dei tagli imposti dalla Regione Abruzzo sul costo del personale pari a circa 5.3 milioni di Euro per l’anno 2017, rispetto all’attuale dotazione organica di 4053 unità lavorative risultano già vacanti circa 250 posti a cui vanno sommate almeno altre 277 unità lavorative utili al rispetto delle turnazioni di legge. Il dato inconfutabile è che ad oggi servirebbero, solo per garantire l’erogazione dei servizi nel rispetto della legge 161 del 2014, ulteriori 527 unità lavorative alle quali vanno aggiunte le mancate sostituzioni di circa 100 lavoratori cessati o pensionati nell’anno 2017. Pertanto, il dato finale è di circa 627 lavoratori in meno rispetto alle reali esigenze di fabbisogno ai quali, come sopra riferito, nel giro di pochi anni si aggiungeranno tanti altri lavoratori".
Inoltre, FP CGIL sottolinea come, in virtù della strutturale carenza di personale ed alla concomitante necessità di dover garantire i servizi pubblici essenziali, "sono sempre più frequenti accertamenti da parte dell'Ispettorato del Lavoro il quale è chiamato a verificare l'effettivo rispetto delle norme di riferimento in merito agli orari di lavoro con eventuali conseguenti sanzioni applicabili alla ASL e quindi ulteriori esborsi di somme di denaro che invece dovrebbero e potrebbero essere utilizzate per ripristinare, anche se solo in parte, la minima dotazione organica utile. A ciò si aggiungano anche i numerosi contenziosi che vengono attivati singolarmente e collettivamente da parte dei lavoratori a tutela dei diritti individuali i quali, nella stragrande maggioranza dei casi, vedono la ASL soccombere in giudizio con conseguenti ulteriori esborsi di denaro. Tutto ciò, come ovvio che sia, sta generando, quantomeno nella percezione, un lento ma inesorabile decadimento della qualità dei servizi che se ancora oggi vengono garantiti, è solo grazie allo spirito di sacrificio che i lavoratori mettono in campo quotidianamente nonostante le scellerate scelte di riorganizzazione e di programmazione Regionali".
Ma questo stato viene appunto percepito all'esterno anche da parte di quei professionisti che potrebbero venire a prestare servizio in questa ASL. Infatti, tanto per fare alcuni esempi, "nonostante l'esistenza di una 'giovane' graduatoria per l'assunzione di Medici di Anestesia e Rianimazione ed un avviso pubblico per medici per la UOC di Chirurgia Generale del P.O. di Sulmona, ad oggi la ASL non ha potuto precedere alle assunzioni. Ed infine, ma non ultimo, del Personale Medico che doveva far fronte alla emergenza della cronica carenza di personale nei Pronto Soccorso Aziendali ancora non vi è traccia. Il dubbio è che nella valutazione complessiva molto peso è dato dalle gravi assunzioni di responsabilità dovute alle massacranti condizioni di lavoro a cui i lavoratori sarebbero chiamati ed alla carenza di una prospettiva sia di miglioramento di tali condizioni sia di crescita professionale". ù
Tali condizioni di criticità si riferiscono in particolare ai servizi di Emergenza/Urgenza ma trovano conferma in ogni singolo Servizio ed in ogni singola Unità Operativa di ogni Presidio Ospedaliero della ASL ed in ogni struttura territoriale, da L'Aquila ad Avezzano e da Sulmona a Castel di Sangro, l'affondo dei sindacati. "Anche alle tanto sbandierate assunzioni di personale dichiarate dall'Assessore Regionale Paolucci (24 unità di personale), ad oggi risultano autorizzate solamente 9 assunzioni".
Per questo, la FP CGIL - nel ribadire la necessità di un confronto serio e costante con le istituzioni Regionali, con i vertici aziendali e con il comitato ristretto dei Sindaci, finalizzato ad un ripristino delle dotazioni organiche attraverso la revisione del fabbisogno di personale della ASL - ad oggi non può fare a meno di evidenziare che, nonostante gli impegni assunti in sede Prefettizia da parte della Regione, non si è fatto alcun passo avanti. Né, tantomeno, sono state convocate le OO.SS. regionali con le quali aprire il confronto in merito alla definizione delle linee guida per la stabilizzazione del personale precario che nella ASL n. 1 rappresenta più del 10% dell’attuale forza lavoro, ossia circa 400 lavoratori.
Giorgi (Cisl): "Emergenza personale al pronto soccorso del San Salvatore"
"E' piena emergenza al pronto soccorso del San Salvatore dell'Aquila. Manca il personale e i servizi sono a rischio, con i pazienti costretti a lunghe attese".
Il coordinatore della Cisl sanità della provincia dell'Aquila, Gianfranco Giorgi, punta i fari sulla "difficilissima situazione in cui versa il pronto soccorso aquilano" e chiede un incontro immediato con il direttore della Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila, Rinaldo Tordera. Giorgi fornisce tutti i numeri "da cui si evince chiaramente", spiega, "la carenza di medici, infermieri e operatori socio sanitari. La pianta organica del pronto soccorso e dell'Osservazione breve (Obi), prevede la presenza di 17 dirigenti medici coordinati da un direttore. Attualmente, sono in servizio solo 13 medici, di cui un'unità reperita tramite avviso pubblico, due che usufruiscono della legge 104 e un medico esonerato dai turni di notte. Non meno grave il quadro che riguarda gli infermieri", incalza Giorgi, "con 30 unità e una caposala, secondo quanto indicato in pianta organica. Ma al pronto soccorso del San Salvatore sono in servizio soltanto 23 infermieri, di cui uno part-time, 7 con avviso pubblico a scadenza, 2 precari reperiti tramite agenzia interinale, due che usufruiscono della legge 104, un'unità con permessi sindacali, un lavoratore assente al momento per aspettativa, mai sostituito. Mancano, a conti fatti, sei infermieri. Gli operatori socio sanitari, sono, invece, dieci. Il tutto a fronte di circa 40mila accessi l'anno".
Giorgi sottolinea come tale carenza di personale abbia riflessi negativi sull'assistenza, "creando un costante intasamento del pronto soccorso, dove i pazienti sono costretti a lunghissime ore di attesa. A questo si aggiunge il super-lavoro del personale medico e di comparto, sottoposto a turni stresanti". Tale situazione, peraltro analoga in altri pronto soccorsi della Asl aquilana, mette a rischio anche l'operatività dell'Obi, il reparto di osservazione breve dove vengono tenuti sotto controllo medico per qualche giorno i pazienti prima di un eventale ricovero o dimissione. "L'Obi, in passato, proprio per tale motivo ha subìto, a fasi alterne, una sospensione dell'attività. Una situazione non più accettabile", aggiunge il coordinatore Cisl sanità, "sia per l'utenza che per il personale. Ricordiamo al manager Tordera, e al direttore sanitario d'azienda, la dottoressa Maria Teresa Colizza, ai quali il problema è già stato più volte rappresentato, che il pronto soccorso è il biglietto da visita di ogni ospedale. Ad oggi, nonostante le sollecitazioni, come per altre problematiche inerenti il San Salvatore, non è accaduto nulla: i nostri appelli e le richieste di confronto sono scivolate nel vuoto. Chiediamo un incontro immediato con la direzione della Asl", conclude Giorgi, "anche alla luce della disparità di trattamento tra diversi presidi medici, considerando che al pronto soccorso dell'Aquila sono in servizio per turno tre infermieri e uno all'Obi; ad Avezzano sono quattro per turno più un operatore del 118 e un infermiere dell'Obi. Se tale stato di emergenza dovesse perdurare siamo pronti a scendere in piazza, insieme al personale del pronto soccorso, per una pesante mobilitazione a tutela dei servizi e degli utenti".