Giovedì, 19 Ottobre 2017 00:26

Intecs, incontro in Confindustria. Fegatelli (Fiom): "Necessario un confronto con le Istituzioni". L'intervista all'amministratore Marco Casucci

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Si è svolta ieri, nella sede aquilana di Confindustria, l'attesa riunione tra i vertici della Intecs, i sindacati e la rappresentanza industriale come prevista dalla procedura di mobilità aperta dall'azienda; incontro fissato all'indomani della pubblicazione su news-town di un articolo che ha messo in evidenza alcuni aspetti oscuri della vicenda [leggi qui] scatenando un putiferio, tanto che la senatrice Stefania Pezzopane (Pd) e il deputato Gianni Melilla (Art. 1) hanno già annunciato interrogazioni parlamentari.

L'incontro è durato meno di venti minuti. 

"A seguito delle ultime notizie - ha spiegato a news-town  Alfredo Fegatelli, segretario generale Fiom Cgil della Provincia dell'Aquila - abbiamo la necessità di un confronto con le Istituzioni e i lavoratori; pertanto, abbiamo chiesto un rinvio della riunione". 

Confindustria ha proposto di verificare la possibilità di un incontro istituzionale 'dentro' il percorso sindacale. "Come Fiom - ha chiarito Fegatelli - ci siamo resi disponibili, soltanto a seguito, però, di un nostro incontro preliminare con le Istituzioni". Intanto, il prossimo appuntamento in sede sindacale è stato fissato per il 20 di novembre. Entro quella data, si spera di riuscire a trovare una soluzione che possa evitare la chiusura del laboratorio aquilano, sebbene la strada sia davvero 'stretta'.

"Quando c'è molto fuoco, è meglio buttarci sopra l'acqua, non la benzina", ha dichiarato ai nostri microfoni Carlo Imperatore, direttore di Confindustria. "E' proprio con questo spirito che ho proposto di confrontarci con le Istituzioni, così da rassenerare il clima e provare a capire se ci sono i margini per risolvere la crisi aziendale salvaguardando i posti di lavoro. D'altra parte, la procedura di mobilità può durare fino a 75 giorni, dopodiché l'azienda chiude: dunque, proviamo almeno a capire se ci sono possibilità che Intecs e sindacati non hanno ancora esplorato".

Imperatore ha preferito glissare sulle polemiche delle ultime ore: "Un'azienda che chiude è una sconfitta per tutti: per le Istituzioni, l'azienda, i lavoratori, per il territorio più in generale. Fare polemica è troppo semplice, proviamo a sforzarci piuttosto per trovare una soluzione, se ancora possibile".

In realtà, Intecs - con una nota inviata in redazione martedì sera, al culmine delle polemiche - ha chiarito che "l'avvio della procedura di licenziamento collettivo è un passo doloroso che l’Azienda ha fatto a valle di numerosi tentativi infruttuosi per evitarlo"; e ha ribadito, dunque, "che la posizione dell'azienda è quella indicata nella procedura stessa".

E dunque? News-Town ha incontrato Marco Casucci, amministratore delegato e direttore generale di Intecs Solutions con delega in Intecs. "La riunione è stata distesa, cordiale", ha dichiarato ai nostri microfoni; "abbiamo convenuto di vederci ad un tavolo istituzionale, credo verrà convocato in Regione. Come azienda, abbiamo dato la massima disponibilità. Il nostro interesse - ha aggiunto Casucci - è trovare una soluzione per i lavoratori. Il passo che abbiamo compiuto, avviare cioé la procedura di licenziamento collettivo, si è tentato di posticiparlo il più possibile".

Poi, l'amministratore di Intecs ha inteso chiarire che "non c'è alcuna volontà di fare pressioni nei confronti dei decisori pubblici" che stanno valutando i progetti istruiti in Regione in risposta ai bandi Por Fesr 2014/2020.

Ma cosa intende l'azienda quando definisce l'annunciato licenziamento dei lavoratori come un passo doloroso fatto a valle di numerosi tentativi infruttuosi per evitarlo? "A seguito della negoziazione che aveva portato a ritirare una precedente procedura di licenziamento collettivo - la risposta di Casucci - abbiamo messo in campo diverse strategie: innanzitutto, la formazione per molti dei lavoratori, a investimento Intecs, così che avessero la possibilità di trovare una ricollocazione presso aziende che si stavano o si stanno insediando nel territorio, e si tratta di un bagaglio culturale che porteranno comunque con sé. Poi, abbiamo cercato di individuare dei possibili settori alternativi di sviluppo, veicolando su L'Aquila - potenzialmente - un investimento da più di 1 milione di euro, in ambiti già attivi in altre sedi Intecs. Ciò ha portato alla presentazione dei progetti di ricerca banditi a livello regionale: non stiamo ricattando nessuno per ottnere i finanziamenti, parliamo di un investimento importante per l'azienda che faremo comunque, qui o altrove".

E così, si torna al punto di partenza. Se Intecs ha deciso di chiudere il sito aquilano, come ribadito nelle ultime ore, se "la posizione dell'azienda è quella indicata nella procedura in essere", come mai Casucci torna sui progetti istruiti in Regione, parlando di investimenti importanti che l'azienda farà comunque, qui o altrove? Significa che, dovessero essere finanziati, ci potrebbe essere un passo indietro, come si evince, d'altra parte, dalle parole che lo stesso amministratore ha pronunciato innanzi ai lavoratori del centro di ricerca di Pisa?.

A domanda precisa, Casucci ha risposto in modo evasivo: "Parliamo di progetti che sono in corso di valutazione al Ministero dello Sviluppo economico: non voglio dire nulla, si potrebbe pensare che stiamo tentando di condizionarne la valutazione. Se avvenisse (se i progetti venissero finanziati, ndr) ne terremmo conto: in questo momento, tuttavia, non mi sento di aggiungere altro. Non vorrei qualcuno pensasse ci sia un meccanismo di causa-effetto. Noi abbiamo presentato i progetti, l'abbiamo istruiti nel febbraio 2017, e aspettiamo: non me la sento, però, di dire che c'è un rapporto di causa-effetto tra l'eventuale finanziamento e il ritiro della procedura di licenziamento collettivo, mi sembrerebbe di andare a turbare la correttezza della valutazione".

Sta di fatto che la sensazione resta proprio questa. Anche perché, ad altra domanda diretta sullo stato di salute dell'azienda Casucci ha preferito non rispondere: "Sarebbe estremamente difficile, qualsiasi cosa direi potrebbe essere usata in un modo o nell'altro"; poi ha aggiunto, però: "Le posso dire che, fino a qualche mese fa, avevamo la cassa integrazione su Napoli, Roma e Pisa, oltre al contratto di solidarietà su L'Aquila; ad oggi, invece, la cassa integrazione è rimasta soltanto sul sito romano, col contratto di solidarietà interrotto qui a L'Aquila per avviare la procedura di licenziamento collettivo".
Insomma, come era stato spiegato ai lavoratori di Pisa, le cose per Intecs non vanno così male; ed allora non si capisce perché si stia decidendo di dismettere il sito aquilano.

"Intecs ha comprato Technolabs nel 2011, azienda che stava già beneficiando di ammortizzatori sociali in modo piuttosto pesante; purtroppo, sappiamo che il mercato dell'equipment di telecomunicazione europeo è in forte crisi, ed anche loro ne soffrivano. Ovviamente, i tentativi che abbiamo posto in essere sono stati volti alla riconversione del sito verso altri mercati", ha ribadito Casucci; "non è stata un'operazione semplice, anzi, si è rilevata molto costosa nonostante l'esito non sia stato ottimale. Debbo dire che, ad oggi, un bel numero di colleghi aquilani sono stati ricollocati in altre sedi con pregevoli risultati: significa che le professionalità sono di assoluto livello. Purtroppo, questo genere di lavori si svolgono spesso a stretto contatto con clienti, a Roma piuttosto che a Milano o Torino: per noi sarebbe stato conveniente portare il lavoro a L'Aquila, tuttavia non è andata come speravamo. Dunque, alcuni lavoratori sono stati trasferiti in altre unità produttive, ad altri abbiamo garantito una forte azione di formazione; non è un caso che il vice presidente Giovanni Lolli parli della possibilità di far transitare i lavoratori da Intecs ad altre aziende: abbiamo investito in questo senso poiché c'erano e ci sono imprese che ci hanno detto espressamente che se avessimo formato personale su alcuni settori specifici non avrebbero avuto problemi a riassorbirlo. Crediamo che le opportunità per farlo ci siano ancora".

Ultima modifica il Venerdì, 20 Ottobre 2017 01:00

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