Le diverse norme procedurali tra le ricostruzioni post sisma del 2009 e del 2016/2017, e le differenti "velocità", saranno affrontate con "un emendamento del governo al decreto fiscale, sulle sovrapposizioni private".
Lo ha assicurato il commissario alla Ricostruzione Paola De Micheli che, stamane, ha incontrato a Teramo i vertici di Regione Abruzzo e i sindaci.
"Rispetto alle norme che attengono alla ricostruzione post sisma del 2009 - ha aggiunto - proveremo ad accelerare sulla ricostruzione pubblica con una serie di procedure che intendiamo introdurre e che allargheremo al vecchio cratere"; in particolare, gli appalti pubblici non avranno più "un solo soggetto attuatore nazionale ma diversi, per avvicinare il punto d'organizzazione al punto di realizzazione della gara, non solo in termini geografici ma anche in termini istituzionali".
Altra novità annunciata dal commissario è stata l'introduzione della procedura negoziata, più veloce, "finora prevista per tutte opere pubbliche strategiche: oltre le 400 della lista Errani, ne negozieremo molte altre con i sub commissari che saranno oggetto di un'altra ordinanza".
Il commissario ha illustrato ai sindaci le iniziative legate alle opportunità di sostegno della ricostruzione che l'ufficio varerà a breve, cogliendo l'occasione per suggerire "di assumersi fino in fondo tutti gli spazi che avranno, di occuparli, anche perché nelle prossime normative ordinamentali qualche spazio in più nell'ambito della ricostruzione privata sarà introdotto. Ci sono sempre due tipi di sindaci - ha poi detto ai giornalisti -: quelli che si vogliono assumere tutte le responsabilità e quelli che vorrebbero le responsabilità fossero degli altri: troviamo un giusto equilibrio e, laddove ci sono degli spazi, i sindaci li occupino perché hanno tutta la facoltà e tutta la titolarità per fare qualcosina in più". Dunque, un'assicurazione per le imprese sulla cosiddetta zona franca urbana: i termini saranno riaperti ma una valutazione verrà istruita soltanto dopo il 6 novembre prossimo.
A margine dell'incontro, D'Alfonso ha comunicato che nei prossimi giorni, con la messa a disposizione da parte del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile di 67 milioni di euro, si chiuderà definitivamente la partita dei 427 alloggi invenduti: "la soluzione ai fabbisogni degli sfollati" ha detto D'Alfonso, "non sta nella costruzione dei Sae (Strutture Abitative di Emergenza) che consumano suolo e danneggiano l'ambiente, ma nell'utilizzo del patrimonio edilizio invenduto che non consuma il suolo e aiuta le imprese a risollevarsi".
E' emerso, altresì, che sarebbero in arrivo 13 milioni e 943 mila euro, erogati dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, in favore dei comununi danneggiati dalle nevicate del gennaio scorso; i fondi saranno a loro volta utilizzati dagli stessi sindaci per il ristoro nelle spese sostenute per gli interventi di somma urgenza resisi necessari dal grave stato di emergenza e dalla nesessità di sgomberare le strade dalla neve.