Giovedì, 02 Novembre 2017 12:03

Abruzzo, cratere 2016/2017: via all'acquisto di 427 abitazioni invendute

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"Abbiamo portato a segno una grande operazione, si direbbe progressista; abbiamo attivato una procedura che fa riferimento all'esigenza di ricovero abitativo delle famiglie che hanno patito lo sfollamento e l'evacuazione in ragione dei danni e dei disastri: anziché rispondere pervasivamente con le casette, che consumano suolo e pongono il problema del dopo, abbiamo fatto ricorso - concordatamente col Governo - a cercare e acquisire l'invenduto sul mercato edile abruzzese".

Ne ha dato notizia, stamane, il presidente di Regione Abruzzo che, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, ha spiegato verranno acquisiti 427 appartamenti invenduti [53 a L'Aquila, 33 a Scoppito 33, 13 a Pizzoli, 223 a Teramo, 11 a Montorio al Vomano, 5 a Colledara, 5 a Campli, 4 a Valle Castellana, 12 ad Ancarano, 15 a Sant'Omero, 3 a Bellante, 1 a Notaresco, 12 ad Atri, 2 a Pianella, 24 a Mosciano Sant'Angelo, 1 a Roseto, 11 a Castellalto] per dare risposta agli sfollati. 

"Non c'è alcun obbligo di corrispondenza tra le famiglie evacuate e le abitazioni individuate - ha chiarito D'Alfonso - anzi, ogni nucleo familiare potrà trovare ricovere anche nella cintura di prossimità del Comune di residenza, col libero stabilimento di offerta e domanda". 

Si tratta di una operazione da 68 milioni di euro, "a valere sulla finanza statuale della Protezione civile e non sulla finanza cittadina degli abruzzesi - ha aggiunto il governatore - che ci permette di aiutare gli imprenditori in difficoltà, che si sono riversati in un settore a bassa domanda, portando rispetto a 'sorella Terra', senza consumare suolo. Non solo. Passata l'emergenza, le abitazioni finiranno per ingrossare la patrimonializzazione della Regione".

I tempi dovrebbero essere brevi: "in 150 giorni, Regione Abruzzo ha istruito la graduatoria degli offerenti; ora, i documenti passano alla Protezione civile per la verifica del possesso del requisito d'idoneità delle abitazioni e degli stessi offerenti e, entro dicembre, mi auguro si possano apporre le firme sui contratti d'acquisto. Sarà poi Regione Abruzzo a procedere con le assegnazioni alle famiglie sfollate, con criteri di ragionevolezza che promuoveranno, per esempio, la presenza di minori nel nucleo familiare o di persone con problemi di salute". 

Non si è mai fatta una operazione del genere, ha tenuto a ribadire D'Alfonso. In questo senso, il governatore ha citato l'esperienza aquilana: "sebbene si sia risposto con abilità all'emergenza, c'è stato il tema del costruito temporaneo per le soddisfazioni emergenziali: ebbene, si è affrontata con sollecitudine eccessiva, forse con la mancanza della necessaria riflessività, la materia del dopo, della gestione degli alloggi passata l'emergenza, che ci si fa, quanto costano in termini di manutenzione ordinaria e straordinaria, in capo a chi stanno gli oneri"; problemi che, in effetti, la città sta vivendo oggi, e che il governo Cialente ha lasciato in eredità all'amministrazione Biondi. E pensare che i nascenti comitati di cittadini, a pochi giorni dal terremoto, avevano centrato il problema, chiedendo si procedesse con la requisizione delle abitazioni agibili, sfitte o invendute. Andò diversamente. "In questo caso, mettiamo in campo case vere che entrano nel patrimonio vero anche delle ulteriori esigenze dell'Abruzzo; le giovani coppie, un domani, potranno accedere al patrimonio edilizio".

Le 427 abitazioni che verranno acquisite daranno risposta alle esigenze di circa 1300 sfollati; "inoltre, ci sono i Sae, le casette appunto, 206 unità in corso d'istallazione in 12 Comuni, che daranno un tetto a circa 650 persone - ha aggiunto D'Alfonso - e le collocazioni in esaurimento in alberghi oltre all'autonoma sistemazione, per garantire i diritti dei circa 5mila abruzzesi colpiti dai terremoti a cavallo tra il 2016 e il 2017". E per il futuro, "spero di far passare un'altra misura, che possano entrare nell'acquisendo, cioé, anche le abitazioni non in esercizio: ad oggi, non si è potuto fare non essendo certo che abbiano il requisito del rispetto delle norme sulla sicurezza, a differenza dell'invenduto nuovo. Così, tuttavia, si risolverebbe anche il vuoto abitatito che soffrono molti centri urbani". 

A margine della conferenza stampa, D'Alfonso ha informato la stampa che stamane, allontanandosi per la prima volta da Palazzo Chigi, "il dottor Roberto Giovanni Marino, capo dipartimento con titolarità al dossier Casa Italia, il piano pluriennale per la sicurezza dell'abitato privato e pubblico, è arrivato a Sulmona. Siamo la prima Regione italiana ad avere sul proprio territorio il capo dipartimento che, per adesso, ha incluso nel piano soltanto la città peligna, per i motivi connessi alla delicatezza del sottosuolo; lavoreremo, però, per far includere anche il comune di Penne, circondato da emergenze a seguito del terremoto e delle avversità atmosferiche, di Atri e Lanciano. Probabilmente, faremo una disamina anche per ciò che attiene alla delicatezza del costruito pubblico di Guardiagrele", ha chiarito D'Alfonso.

"Quello messo in campo dal governo è un programma pluriennale e normativo basato su dati oggettivi - ha aggiunto - che ha l'ambizione di fare prevenzione evitando di fare dopo, quello che, nella malaugurata ipotesi di fenomeni sismici o di altre calamità naturali, verrebbe a costare almeno dodici volte di più considerando sia eventuali interventi emergenziali che quelli deputati alla ricostruzione. Occorre, però, che queste ulteriori amministrazioni comunali individuate si attrezzino al meglio, come ha fatto quella di Sulmona, al fine di costruire dossier tecnici e documentali in grado di sorreggere le loro aspettative di ingresso nel progetto Casa Italia". Il presidente D'Alfonso ha invitato i sindaci di Lanciano, Atri e Penne a studiare il modello Sulmona. Nella città peligna, infatti, un nutrito gruppo di professionisti esperti in varie discipline ha affiancato l'amministrazione comunale nella redazione di un progetto che punta alla messa in sicurezza del patrimonio abitativo cittadino. "Casa Italia - ha spiegato D'Alfonso - non è solo una copertura finanziaria ma un insieme di risorse normative, progettuali, culturali e finanziarie che il territorio e le Istituzioni locali dovranno supportare con dossier inappuntabili. Bisogna, però, crederci fin da subito e lavorarci. La Regione farà la sua parte anche in questa vicenda - ha concluso - e, personalmente, mi spenderò per supportare queste istanze a livello politico".

Ultima modifica il Venerdì, 03 Novembre 2017 09:21

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