E' stato l’unico condannato in via definitiva per il terremoto dell’Aquila a essere finito in carcere, per 43 giorni; ora, potrà tornare a scuola dopo quasi dieci anni.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la grazia sulla pena accessoria - l’interdizione dai pubblici uffici - al dirigente scolastico friulano Livio Bearzi, 60 anni.
Nel 2009, quando il terremoto sconvolse L’Aquila, Bearzi era il preside del Convitto scolastico. Nel crollo dell’edificio morirono tre studenti, dai 14 ai 16 anni.
Bearzi era stato condannato a quattro anni di reclusione: era accusato di non aver chiesto la ristrutturazione del vecchio edificio del Convitto e di non aver previsto un piano per la sicurezza. Sul finire del 2015, il Tribunale gli aveva concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali. La pena alternativa era stata poi confermata, Bearzi la sta ancora scontando in un consorzio che si occupa di accoglienza dei migranti.
La richiesta della grazia è stata accompagnata da un ampio movimento d’opinione, sostenuto da cittadini comuni, politici e altri dirigenti scolastici. "Sono estremamente felice e desidero ringraziare tutti coloro che, a vario titolo e in diverso modo, mi sono stati accanto e hanno sostenuto la richiesta di grazia", ha commentato Bearzi, appena saputa la notizia. "Sono estremamente soddisfatto del risultato ottenuto - ha aggiunto il suo avvocato, Stefano Buonocore - Questa decisione rappresenta quanto abbiamo sempre pensato e sostenuto: il professor Bearzi è un bravissimo preside e deve rientrare nella scuola, perché il contributo che può dare è grandissimo".