Giovedì, 16 Novembre 2017 14:19

Accord Phoenix, ecco lo stabilimento: intervista a Baldarelli e Polini

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Nei giorni scorsi, avevamo dato notizia dell'avvio della produzione nello stabilimento Accord Phoenix [qui]; qualche giorno dopo, i vertici dell'azienda - il direttore generale Francesco Baldarelli e il componente del board, nonché direttore finanziario, Michele Polini - ci hanno invitato per una visita.

Un invito accolto con piacere, se è vero che news-town ha sempre seguito la vicenda, svelando alcune criticità e chiedendo chiarezza sull'investimento.

Ebbene, lo stabilimento è effettivamente in funzione: "nel rispetto delle prescrizioni autorizzative, abbiamo avviato la produzione volta al completamento delle fasi di testaggio e messa in uso dei macchinari", spiegano Polini e Baldarelli accompagnandoci nell'area produttiva, con le strumentazioni in azione e un gruppo di tecnici che ne stanno valutando i comportamenti. Si tratta di esperti arrivati a L'Aquila dalla Germania, inviati dalla casa di produzione dei macchinari acquistati da Accord Phoenix. "Si tratta di un processo innovativo che prevede un avviamento assistito da tecnici esperti; per questo, l'immissione dei lavoratori a supporto delle attività sta avvenendo in modo graduale: i lavoratori assunti negli ultimi mesi stanno seguendo un percorso di formazione e alcuni di loro sono tornati recentemente dalla Francia, invitati da un nostro fornitore a seguire le lavorazioni in un impianto simile al nostro". Dunque, "non avrebbe avuto senso inserire 30 o 40 persone insieme, essendo necessaria una formazione approfondita".

Polini e Baldarelli ci spiegano che, al momento, e con gli ultimi inserimenti, sono una trentina le persone impiegate da Accord Phoenix; "più della metà, sono ex lavoratori del polo elettronico. Il sito è stato sotto sequestro per 8 mesi, eppure abbiamo continuato a pagare stipendi e contributi - tiene a specificare Baldarelli - a dimostrare che volevamo testardamente arrivare ad aprire l'impianto".

I vertici aziendali riconoscono che sono stati compiuti degli errori, in passato, "d'altra parte è un sito innovativo ed è facile compierli"; sottolineano, però, come "le autorità abbiano offerto un contributo importante, mettendo l'azienda nelle condizioni di avviare un impianto perfettamente rispondente ai requisiti di legge". Dagli errori si apprende - aggiungono - "è stato istruttivo: abbiamo sfruttato il periodo di sospensione per 'aggiustare' i processi, in piena rispondenza alle ordinanze dei giudici e delle autorità competenti. In questo senso, il fondo americano ci è stato vicino: ha sospeso il pagamento degli interessi, intuendo le potenzialità del sito aquilano".

A proposito del fondo 'Orchard funding Ltd' che, come raccontavamo già nel luglio 2015, ha acquisito le quote che, fino a poco tempo prima, erano detenute da un trust cipriota, Baldarelli chiarisce come gestica "fondi pensione degli Stati, creando strutture d'investimento", come la Ao Funding Limited che detiene, appunto, una quota rilevante della società. In questi mesi, "la compagine societaria non è cambiata" - aggiunge Polini - è stato riorganizzato il board, piuttosto, a seguito delle dimissioni dello stesso Baldarelli e di Ravi Shankar che resta, tuttavia, il socio di maggioranza.

Come anticipato, è stato nominato presidente Giuseppe Garrella, "profilo manageriale di altissimo livello": a completare il Cda, il direttore finanziario Michele Polini e i due rappresentanti del fondo americano. "Inoltre, in settembre abbiamo deciso di istruire un organismo di vigilanza a tutela di tutti, e soprattutto degli amministratori, e per dare il senso della volontà di sottoporci a controlli in piena trasparenza: per questo, sono stati indicati membri esterni al board. Abbiamo scelto profili d'elevata standing professionale e capaci di garantire controllo ed efficienza con la compenetrazione delle loro competenze", ribadisce Polini.

E dunque, "è stato nominato presidente il giornalista Piercarlo Valcorta, presidente di Istrid (la fondazione per gli alti studi militari) dal 2010, consulente di diverse realtà istituzionali; a completare l'organismo il dottor Michele Scongnamiglio, vice prefetto, che ha già gestito impianti di stoccaggio, e che ha avuto diversi incarichi da commissario straordinario per il Ministero dell'Interno anche in realtà infiltrate da organizzazioni mafiose, e l'avvocato Laura Angelisanti, esperta in questioni contrattualistiche".

accord 1Spiegata l'organizzazione societaria, Baldarelli e Polini hanno provato a chiarirci i processi produttivi. "Innanzitutto, non siamo in un impianto di smaltimento bensì di trattamento e che produce materie prime seconde classificate secondo le norme internazionali. Ovviamente, ci sono parti residue di lavorazione che vengono smaltite come rifiuti. La quantità di materiale che intendiamo lavorare è quella prevista dall'autorizzazione, e dunque 60mila tonnellate l'anno su diverse tipologie di codici Cer che, prevalentemente, possiamo raggruppare in rifiuti raee (piccoli elettrodomestici, computer, stampanti, fotocopiatrici, modem, tastiere, flat screen di telefoni e tablet, per lo più) e nelle linee cavi, lampade e monitor che, in realtà, non è una vera e propria linea ma si completa con la 'bluebox'. E' chiaro, si tratta di un quantitativo ingente e puntiamo ad arrivarci con calma, passo dopo passo". Sui monitor, per esempio, l'attività non è stata ancora avviata, "riteniamo di voler sperimentare prima le linee sulla fase di separazione manuale" aggiunge Baldarelli.

Che funzionano più o meno così: "c'è un processo di separazione manuale svolto da alcuni lavoratori con la massima sicurezza, nel rispetto delle prescrizioni della Asl; a seguito della separazione, i materiali passano nelle macchine che frantumano i materiali (uso in termine improprio) tirando fuori plastica, metalli e vetro, con i residui che vengono smaltiti e collocati secondo i requisiti di legge".

"Non c'è in Europa un impianto organizzato così, con queste potenzialità: prima di partire con grande forza, però, vogliamo testarci".

In questo senso, "Accord Phoenix è dentro un coordinamento internazionale che si occupa di economia circolare - prosegue Baldarelli - di urban mining, le così dette miniere urbane, il progetto di recupero di materie prime da rifiutti elettronici ed elettrici. Un tema fondamentale: in passato, venivano smaltiti con procedure discutibili o esportate all'estero; per fortuna, c'è una direttiva europea a prevedere che i rifiuti vengano recuperati, con precisi parametri: ebbene, il nostro stabilimento è molto al di sopra dei parametri stessi, e con la catena di produzione aspiriamo ad arrivare ad un recupero dei materiali pari al 90%. Di fatto, rimarrebbero un 7-8% di rifiuti da smaltire. Insomma, siamo in una posizione di forte avanguardia".

Per ciò che attiene ai fornitori, "ci stiamo già avvalendo di privati - spiega Polini - ma l'obiettivo è stringere convenzioni con pubbliche istituzioni, partecipare a gare nazionali con l'idea di porci come player di riferimento; inoltre, vorremmo lavorare con gli impianti regionali, come sta già accadendo con Mantini che si occupa, a Chieti, di recupero, raccolta, selezione, cernita e avviamento al riciclo degli scarti della produzione industriale e meccanica e di rottami in ferro e metallici provenienti da impianti e strutture; una sinergia che potrebbe consentirci di porci come punto di riferimento per lo smaltimento in Abruzzo". E chi potrebbero essere i clienti di Accord Phoenix? "C'è solo l'imbarazzo della scelta: per i metalli in particolare, alluminio, ferro e rame, c'è un mercato molto interessante; vanno discussi soltanto i prezzi e i tempi di pagamento".

Accord 3Con Baldarelli e Polini abbiamo parlato anche dei rapporti con l'amministrazione comunale; d'altra parte, nel programma di mandato il sindaco Pierluigi Biondi citava proprio Accord Phoenix come esempio nient'affatto virtuoso d'investimento del 4% dei fondi per la ricostruzione destinati allo sviluppo economico. "Abbiamo fatto un investimento importantissimo: non intendo entrare nel merito di alcune dichiarazioni, ma chi si occupa di comunicazione pubblica dovrebbe verificare ciò che afferma. Detto questo, abbiamo incontrato il sindaco Biondi", svela Baldarelli; "ne abbiamo avuto un'ottima impressione, una persona perbene che ci ha prestato ascolto. Ha avuto modo di visitare il Tecnopolo e, così, il nostro impianto: ci interessa mantenere un rapporto di reciprocità e correttezza istituzionale, come accaduto in passato con l'amministrazione uscente, nel rispetto di ruoli e funzioni; siamo una società che fa economia e le istituzioni, per noi, restano un punto di riferimento. Non vorremmo subire atteggiamenti pregiudiziali, non ci è accaduto fino ad ora e speriamo non accada in futuro".

E a proposito di investimenti, Polini chiarisce che parliamo di un progetto da 43-45 milioni di euro: "abbiamo acquistato e valorizzato l'immobile, comprato i macchinari e investito in tecnologia per la gestione dell'impianto; i fondi assicurati da Invitalia sono un contributo alla spese, e rappresentano circa il 25% dell'investimento totale, poco più di 10 milioni, che vengono erogati a rendicontazione, a spese effettivamente sostenute e ampiamente verificate. In ragione degli accadimenti dei mesi scorsi, tra l'altro, abbiamo congelato la rendicontazione sebbene l'investimento sia stato concluso con i fondi dell'azienda: insomma, non abbiamo ancora incassato l'intero contributo pubblico che ci è stato riconosciuto".

 

Ultima modifica il Giovedì, 16 Novembre 2017 21:24

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