Mercoledì, 13 Novembre 2013 18:30

Terremoto: rimborsi traslochi e beni mobili, Aielli e Comune a caccia di fondi

di 

Migliaia di aquilani stanno ancora aspettando i pagamenti degli indennizzi per i beni mobili danneggiati dal terremoto e quello dei rimborsi per i traslochi e il deposito del mobilio.

Il comune dell'Aquila deve ancora liquidare circa 5 mila e 500 fatture già depositate dagli aventi diritto. Il giacente ha raggiunto livelli iperbolici: si parla di 7 milioni e 288 mila euro per i traslochi e di circa 11 milioni per gli indennizzi dei beni danneggiati (dati aggiornati al 15 ottobre 2013).

Cifre enormi, che si aggiungono a quelle, altrettanto imponenti, degli espropri dei terreni pe Case, Map e Musp e che sono destinate sicuramente ad aumentare. Sugli indennizzi per i beni mobili, infatti, pende la doppia spada di Damocle dei contenziosi (fra Comune e privati) e di quei proprietari che, per cause di forza maggiore, non hanno potuto presentare la domanda entro i termini previsti (febbraio 2010) ma che avrebbero comunque, per una questione di giustizia e di equità di trattamento, diritto al risarcimento.

Anche i rimborsi per traslochi e depositi, per i quali non è stato fissato alcun termine, sono destinati giocoforza a crescere man mano che la ricostruzione andrà avanti.

Entrambe le forme di risarcimento, va ricordato, sono state stabilite da due Opcm del 2009, la 3797 e  la 3789. Per i rimborsi finora effettuati sono stati spesi complessivamente quasi 35 milioni di euro (19 per i beni danneggiati e 15 per i traslochi).

Il problema, ora, è che, non essendoci più risorse di cassa disponibili, mancano i soldi per pagare le fatture giacenti.

Se ne è parlato questa mattina in una lunga seduta della V commissione consiliare, quella di Garanzia e Controllo, presieduta dal consigliere dell'Udc Raffaele Daniele. Nel corso della riunione sono stati ascoltati Paolo Aielli, coordinatore dell'Ufficio speciale per la ricostruzione (Usra), e la funzionaria dell'Ufficio rimborsi beni mobili e traslochi del Comune Valentina Perilli.

Quest'ultima ha denunciato come il personale del Comune non riesca più a gestire la situazione: “A occuparci di questa questione siamo troppo pochi. I cittadini, sempre più esasperati, sono arrivati ad aggredirci e minacciarci, non solo verbalmente ma anche fisicamente. Il loro disagio è più che comprensibile, parliamo di persone che hanno dovuto accollarsi spese considerevoli di migliaia di euro, soldi che, di questi tempi, incidono molto in un bilancio familiare”.

Non sempre, però, i cittadini sono vittime. La stessa funzionaria ha sottolineato come ci sia anche un rovescio della medaglia legato alle truffe e alle false dichiarazioni: “Ci sono stati diversi casi di malversazione ma da solo il Comune non ce la fa a controllare che tutte le rendicontazioni e le domande di rimborso siano veritiere. Servirebbe un ufficio ad hoc deputato a questa unica funzione. Anche se siamo in contatto costante con la Guardia di Finanza, i controlli andrebbero fatti non a campione ma preventivamente e a tappeto”.

La legge di Stabilità in discussione in Parlamento non contiene stanziamenti specifici per i rimborsi ma nemmeno l'ormai celeberrima delibera Cipe 135  li annovera tra le cosiddette spese obbligatorie.

Così, per trovare i soldi, Aielli e il suo staff si sono dovuti ingegnare e hanno cominciato a passare al setaccio altre delibere Cipe e altre Opcm alla ricerca di fondi non utilizzati da poter “dirottare” previo via libera della Corte dei Conti.

Si tratta, in sostanza, di soldi che lo Stato ha stanziato ma che, di fatto, non sono mai stati spesi. Spulciando e spigolando le scartoffie ministeriali, Aielli è riuscito a individuare una consistente quantità di “avanzi” da cui si potrebbe parzialmente attingere. Ci sono, ad esempio, i 180 milioni di euro dell'Opcm 4013 del 2012 o i 10 milioni frutto dei risparmi ottenuti dallo Stato sul fronte dei rimborsi elettorali ai partiti; risparmi che sono stati destinati all'Aquila (6 milioni e 300 mila euro) e al resto del Cratere (3 milioni e 700 mila).

Proprio questi 6 milioni e 300 mila euro sarebbero immediatamente disponibili, sebbene, sulla carta, siano già stati “assegnati” al piano di sicurezza comunale, che prevede l'installazione, in centro storico, di videocamere e altri congegni di controllo elettronico. Aielli si è detto pronto a trasferire questi soldi al Comune, sempre che quest'ultimo sia d'accordo a stornarli dal piano di sicurezza. Per questo, alcuni consiglieri della commissione presenteranno al consiglio comunale di domani una mozione urgente per proporre il congelamento del piano (la cui realizzazione verrebbe posticipata) e l'utilizzo di quei 6 milioni come risorsa di cassa attingibile per l'avviamento dei primi pagamenti ai cittadini, sia per i traslochi che per gli indennizzi dei beni mobili distrutti.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Novembre 2013 16:54

Articoli correlati (da tag)

Chiudi