Non è ancora finita. Il destino dell'Accademia Internazionale per le Arti e le Scienze dell'Immagine, però, è appeso ad un filo molto sottile.
Dopo una riunione dei soci - Regione, Provincia, Comune e Istituto cinematografico 'Lanterna Magica' - dai toni molto accesi, durata più di due ore e mezza, il sindaco Massimo Cialente è riuscito, almeno, ad evitare il peggio. Insieme a Carlo Di Stanislao, presidente della 'Lanterna Magica', ha provato fino in fondo a scongiurare la messa in liquidazione dell'ente con la proposta di individuare un advisor, un revisore dei conti, capace di dare un quadro complessivo della situazione patrimoniale e debitoria dell'Accademia. E con l'invito ad un incontro con il presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, che non ha mai inteso nominare un nuovo CdA, con persone che, a titolo gratuito, in nome e per conto degli enti di riferimento, fossero in grado di predisporre un piano d'azione, anche interloquendo positivamente con il Centro sperimentale di Cinematografia.
E invece, Massimo Di Alessandro, della segreteria del presidente Gianni Chiodi, e Pino Tiberio, assessore della Giunta provinciale guidata da Antonio Del Corvo, dopo essersi più volte allontanati per discutere al telefono con i loro referenti politici, hanno infine deciso di votare per lo scioglimento. Accogliendo, così, le indicazioni dell'avvocato Luca Bruno, che il presidente Chiodi aveva nominato come commissario liquidatore. Una scelta contestata aspramente dal primo cittadino - fino alla decisione dei soci di revocare l'incarico - che ha sottolineato come fosse un controsenso la nomina del liquidatore di un ente non ancora in liquidazione. Un bel pasticcio, insomma.
Di fatto, la riunione di ieri non risolve nulla. "Abbiamo contenuto i danni", ha sussurrato Cialente a margine dell'incontro. Per ora, l'Accademia è salva. Le carte, però, passeranno al Tribunale dell'Aquila. Saranno i giudici a stabilire, dopo aver vagliato tutti i documenti contabili, se l'ente di formazione cinematografica può o meno continuare la propria attività.
A sentire Cialente, l'Accademia non può essere messa in liquidazione, dal momento che ha una situazione patrimoniale solida, con una sede, quella di Collemaggio, che vale 6 milioni. Più del triplo dell'ammontare dei debiti accumulati negli anni. Inoltre, ha aggiunto il primo cittadino, ci sono già dei progetti di rilancio di cui non si può non tener conto. Ma questa è un'argomentazione che per i giudici potrebbe risultare ininfluente. "Sono rimasto senza parole perché il presidente Chiodi ha preteso, questa sera, lo scioglimento dell'Accademia", ha spiegato il sindaco. "L'assessore Tiberio ha telefonato a qualcuno e ha poi detto che avrebbe votato lo scioglimento: a quel punto, ho chiesto di trasmettere la registrazione audio della riunione alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, per ricostruire la vicenda e fare chiarezza su quanto accaduto. Ora, dal momento che i quattro soci sono divisi, deciderà il Tribunale".
Poi, l'affondo: "Credo ci sia la voglia di sciogliere l'Accademia". Lasciando intendere, come già denunciato da Stefania Pezzopane, che l'intenzione della Regione sia impossessarsi del patrimonio immobiliare dell'Accademia, della sede dell'ente a Collemaggio. "E' per questo che ho mandato le carte alla Procura della Repubblica. L'edificio è di proprietà dell'Accademia dell'Immagine e, sia ben chiaro, lo dico alla luce del fatto che stasera mancava De Fanis e non aggiungo altro, la ricostruzione dell'edificio è lavoro del Provveditorato alle opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna. Per l'Accademia dell'Immagine che, nei primi anni di attività, pagava parte del mutuo sottoscritto dalla Regione. Non per altri. Siamo dinanzi al tentativo di esproprio ai danni della città, è una azione politica dettata dal rancore profondo di De Matteis. Volevo evitare che si finisse in Procura, evidentemente non c'è stato modo di risolvere la questione diversamente".
Il primo cittadino è un fiume in piena: "La relazione dell'avvocato Bruno contiene errori evidenti. Non ha fotografato la situazione dell'Accademia al 2 aprile 2009, la sera in cui firmammo l'accordo per un mutuo con la Cassa di Risparmio che aveva, come garanzia, proprio l'edificio di Collemaggio. Avremmo così risolto la situazione debitoria che, in questi anni, non ha potuto che peggiorare. Ha saltato, poi, alcuni passaggi decisivi. Tra gli altri, non si è accorto che era stata nominata presidente la signora Loredana Errico, che non si sa che fine ha fatto, e nessuno mai dell'Ufficio di Presidenza, in particolare De Matteis che è anche aquilano, ha mai sollevato la questione. L'avvocato non ha letto le carte: il commissario fu nominato non perché era sciolto il Cda, tutt'ora in carica per prorogatio visto che la Regione non ha mai nominato consiglieri e nuovo presidente, piuttosto perché rilanciasse l'Accademia. E deve essere chiaro che, dal 2009, la Regione non ha versato più un euro all'Accademia. Rispondono che, da allora, non sono stati più istruiti i bilanci: non doveva essere il settore cultura della Regione a denunciare la cosa? L'assessore alla cultura che faceva in quel momento?".
Cialente ne ha anche per la Provincia: "La scelta della Provincia e di un assessore aquilano dimostra il livello al quale siamo arrivati. L'atteggiamento dell'ente è vergognoso. Come sapete, si è composta una grande operazione con una università italiana che intende dare vita ai corsi sin dal mese di settembre ed invece si sta facendo di tutto per liquidare. E' un dispetto di Chiodi e di De Matteis, che ha fatto per tredici anni il consigliere regionale e non ha mai avuto un piano di sviluppo per l'Accademia. E ricordo che in queste ore sta uscendo una Legge regionale sul teatro, firmata proprio da De Matteis: prevede che il Comune dell'Aquila non esprima più il vice presidente dello Stabile, dimenticando che chi fornisce il teatro al Tsa, con tutte le spese connesse, oltre a versare 100mila euro l'anno, è proprio il Comune dell'Aquila. Domanda: da che parte sta De Matteis?"
Parole durissime, quelle del primo cittadino, che non mancheranno di scatenare polemiche. Infuriati anche alcuni dei lavoratori in cassa integrazione dell'Accademia: “Siamo stati traditi da Del Corvo”, hanno sottolineato. "In una riunione, lo scorso lunedì, ci aveva promesso che la Provincia non avrebbe mai votato la liquidazione. E invece...".
Ora, la speranza è che la decisione dei giudici non arrivi prima delle prossime elezioni regionali. A quel punto, infatti, con una nuova maggioranza e una nuova giunta, il destino dell'ente potrebbe essere riscritto da capo. A meno che i giudici non rilevino delle irregolarità nella gestione dell'Accademia. Come denunciato dai consiglieri di centro destra in Consiglio comunale, infatti, i bilanci dell'ente negli anni della gestione Cialente lasciano davvero molti dubbi: tra le voci inserite nell'attivo ci sono le 'Immobilizzazioni immateriali', a cui viene dato un valore economico come se potessero produrre del reddito. Stiamo parlando dell'avviamento del cinema Massimo, del sito internet dell'Accademia, del logo e della pubblicità: se nel 2000 erano valutate 32mila euro, nel 2008 si è arrivati a quantificarle in 810mila euro. E' evidente che un bilancio che porta un segno meno pari a 573mila euro è strano possa registrare voci di 'Immobilizzazioni immateriali' pari a 810mila euro.
Ad una analisi un po' più serena, dunque, con ogni probabilità le passività risulteranno ancor più gravi. Altra questione da chiarire: il Sindaco ha ricordato il mutuo stipulato con la Carispaq qualche giorno prima che il terremoto distruggesse la sede dell'ente, posta a garanzia dell'accordo con una valutazione di 5milioni di euro, schizzata a più del doppio rispetto ai 2milioni di euro messi a bilancio negli anni precedenti. C'è poi la vicenda, non ancora chiarita, della convenzione che Regione, Provincia e Comune hanno firmato con il Centro di Cinematografia. Giudicata illeggittima dal Tar prima che il Consiglio di stato congelasse la sentenza.
Insomma, nei prossimi mesi non mancheranno altre sorprese.
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