Luci e ombre dal rapporto Bankitalia sull'economia abruzzese.
"Nei primi nove mesi del 2017 – in sintesi – si è consolidato il recupero dei livelli di attività nel settore industriale, dopo la marcata caduta registrata all’apice della crisi. Nell’export le vendite sono cresciute sia nella Ue, la principale area di sbocco, sia nei paesi extra Ue. La propensione a investire appare in miglioramento, anche per effetto dell’utilizzo delle forme di incentivazione fiscale. È ulteriormente cresciuto il numero di imprese attive nei servizi di alloggio e ristorazione, mentre si è registrato ancora un calo nel commercio. Il ricorso agli ammortizzatori sociali ha continuato nel complesso a ridimensionarsi", leggiamo ancora dal rapporto. "Inoltre, nel primo semestre del 2017 il credito in regione è lievemente cresciuto, trainato principalmente dall’incremento dei finanziamenti alle famiglie, a sostegno della spesa per l’acquisto di beni di consumo durevoli e di abitazioni. Nel settore delle imprese sono aumentati i prestiti alle aziende medio-grandi, mentre è proseguita la contrazione dei finanziamenti a quelle di minore dimensione. Il deterioramento del credito si è ulteriormente attenuato, ma rimane più elevato nel confronto con la media del Paese. È proseguita la ricomposizione della ricchezza finanziaria delle famiglie abruzzesi verso gli strumenti del risparmio gestito, a scapito dei depositi e delle obbligazioni bancarie”.
Sfogliando il capitolo dedicato all'industria, si evince che nei mesi di settembre e ottobre le filiali della Banca d’Italia hanno condotto un sondaggio su un campione di circa 110 imprese industriali abruzzesi, scelte tra quelle con almeno 20 addetti. Ebbene, sulla base dei risultati dell’indagine, nei primi nove mesi dell’anno circa il 40% delle aziende ha fatto registrare una crescita del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2016, a fronte del 20% che ha segnalato una diminuzione. Rispetto al sondaggio dell’anno precedente, è significativamente aumentato il grado di diffusione della crescita tra le imprese di minore dimensione (tra i 20 e i 49 addetti), che hanno beneficiato del miglioramento della domanda interna a livello nazionale. Circa le previsioni per i prossimi sei mesi, nel sondaggio prevalgono le aspettative di un consolidamento della ripresa, anche tra le aziende orientate prevalentemente verso il mercato interno. Gli ordini sono previsti in crescita da circa la metà delle imprese, mentre meno del 5% ha indicato un calo.
Ombre, invece, sul mercato del lavoro: nel primo semestre del 2017, in base alla rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, in Abruzzo il numero degli occupati è mediamente diminuito del 2.8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Per circa il 2%, il calo del numero di occupati ha riflesso la marcata contrazione registrata nel comparto agricolo per via del maltempo. Nella media del primo semestre dell’anno, il tasso di occupazione è sceso al 55% (dal 56% del corrispondente periodo del 2016). Il numero di persone in cerca di occupazione è aumentato del 2.7% per cento e il tasso di disoccupazione è salito dal 12.1 al 12.7%, rimanendo superiore al dato medio nazionale (11.5%). È diminuita la partecipazione complessiva al mercato del lavoro (-2.2%).
Paolucci: "Si consolida la crescita dell'Abruzzo"
"Il Rapporto del Centro Studi di Banca d'Italia sulla situazione economica abruzzese nei primi nove mesi del 2017, conferma la nostra lettura, ossia quella del consolidarsi della ripartenza e della crescita dell'Abruzzo, parzialmente frenata solo dalle calamità naturali (maltempo e terremoto) che hanno colpito la nostra regione soprattutto nel gennaio scorso".
A sottolinearlo è l'assessore al bilancio Silvio Paolucci. "In particolare - aggiunge Paolucci - va segnalato il dato molto importante, che rappresenta una novità positiva rispetto agli ultimi anni, di una crescita che, come scrive il Centro studi, 'sta progressivamente interessando anche le aziende di minore dimensione, che beneficiano del miglioramento della domanda interna a livello nazionale'. Inoltre sempre nello stesso Rapporto si legge che, secondo il rilevamento effettuato dalla Banca d'Italia in un campione significativo di circa 110 aziende con più di 20 addetti, prevalgono le aspettative di un consolidamento della ripresa, anche tra le aziende orientate al mercato interno. Si segnala altresì che il 30 per cento delle imprese ha fruito degli incentivi previsti dal Piano nazionale Industria 4.0: ne hanno beneficiato in percentuale analoga sia le piccole imprese, sia quelle di maggiore dimensione".
Tutto questo - prosegue l'assessore - "ci lascia ben sperare, e ci conforta per il lavoro impegnativo che ci attende per dare risposta ai tanti abruzzesi che sono in cerca di occupazione e per arginare le situazioni di crisi che sono presenti sul territorio. Mancano all'appello in Abruzzo 40mila opportunità di lavoro, che vogliamo sia lavoro buono e stabile. Siamo convinti che gli impegni messi in campo dalla Giunta Regionale, insieme con il governo nazionale (dal Masterplan al Piano per l'occupazione, dalle risorse che intendiamo mettere in campo a sostegno dell'accesso al credito alle politiche industriali cui sta lavorando il vicepresidente Giovanni Lolli) porteranno risultati importanti sui quali chiederemo il giudizio degli elettori".
Lombardo (Uil): "Si potrà parlare di vera ripresa solo se si creerà nuova occupazione"
Solo se l'Abruzzo saprà creare nuova occupazione, e di qualità, si potrà parlare di vera e propria ripresa: altrimenti sarà una ripartenza per pochi che non potrà che accentuare diseguaglianze e nuove povertà.
Commenta così il rapporto Bankitalia sull'economia abruzzese Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo, che invita a non lasciarsi andare a facili entusiasmi. "E' vero che ci sono segnali incoraggianti - spiega - che arrivano dalla crescita dell'export e dalle grandi imprese. Ma gli incontrovertibili dati su un'occupazione che arretra o che fa una grande fatica a rilanciarsi dimostrano che la tutela del lavoro deve diventare sempre più centrale nelle scelte politiche come in quelle imprenditoriali. Perché altrimenti non si potrà parlare di ripresa globale, che è quella cui dobbiamo tendere".
Per Lombardo è poi importante non abbassare la guardia su alcuni segnali che arrivano dal sistema produttivo regionale: "Accanto a grandi industrie che stanno intercettando nuove opportunità di rilancio, trascinando positivamente intere filiere, ci sono anche vertenze aperte che necessitano di essere seguite con grande attenzione, come nel caso della Honeywell di Atessa. Questo vuol dire che il sistema economico è ancora in una fase di convalescenza post crisi che non ci permette di parlare con tranquillità di fine del tunnel".
Analisi confermata dalle difficoltà che continua ad attraversare l'edilizia: "Dal rapporto - aggiunge il segretario Uil Abruzzo - emerge un quadro allarmante: terremoto, maltempo e sistema immobiliare bloccato hanno messo in ginocchio l'intero comparto, ad eccezione del cratere sismico del 2009. È assolutamente necessario ridare centralità a questo settore economico, capace di trascinare l'economia nella sua interezza. Perché, è noto, se l'edilizia cresce, cresce anche l'industria e l'intero sistema produttivo. Non si abbia paura - conclude Lombardo - di parlare di vera e propria crisi di questo settore, e si adottino di conseguenza tutte le misure necessarie per rilanciarlo in maniera concreta. La ripresa globale dell'Abruzzo passa anche attraverso questa necessaria attenzione".
Febbo: "Abruzzo in recessione, Paolucci farebbe bene a dimettersi"
"Spiace dover constatare come l'assessore Paolucci viva fuori e distante dalla realtà sanitaria, economica e finanziaria abruzzese".
E' la replica del consigliere regionale Mauro Febbo alle dichiarazioni rilasciate dall'assessore regionale Silvio Paolucci sul rapporto Bankitalia. "I numeri, questa volta di Bankitalia, dopo quelli dell'Istat, Cresa, Confindustria, Cna e così via, sono chiari e incontrovertibili e anche questa volta dicono e dimostrano purtroppo come l'Abruzzo, da quando è al governo il centrosinistra, sia in forte recessione e decrescita come evidenziano le serie ricerche effettuate dal professor Ronci".
In Abruzzo le imprese che hanno fino a 9 addetti rappresentano il 96% del totale e impiegano il 56% degli occupati, chiarisce Febbo. "La Banca d'Italia ha effettuato un sondaggio su un campione di circa 110 imprese industriali della regione con almeno 20 addetti. Sulla base dei risultati dell'indagine, nei primi nove mesi dell'anno circa il 40% delle aziende ha fatto registrare una crescita del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2016, a fronte del 20% che ha segnalato una diminuzione. Poiché le aziende con più di 9 dipendenti rappresentano appena il 4% del totale delle imprese, il 40% delle imprese con più di 20 addetti (che nel I° semestre 2017 hanno fatto registrare una crescita del fatturato) rappresenta sicuramente meno dell'1.6% del totale delle imprese. Si capisce bene – spiega Febbo – di come vengono presi in considerazioni numeri e dati che coinvolgono una percentuale bassissima, quasi ridicola, del nostra economia. Quindi è incomprensibile e oltre modo fuori luogo l'entusiasmo di Paolucci. Purtroppo come rilevano i maggiori Istituti nazionali e regionali la nostra economia, a differenza delle altre Regioni, stenta a ripartire e crescere".
I numeri dicono e raccontano un'altra realtà abruzzese, l'affondo di Febbo. "Dal I° semestre 2017 i dati sono scoraggianti: l'andamento della popolazione registra una flessione di 4.566 residenti in valori percentuali, -0,35% che è pari a due volte e mezzo il -0,14% italiano; le imprese subiscono un decremento di 168 unità in valori percentuali, -0,11% in controtendenza con la crescita italiana +0,33%; l'export subisce una brusca frenata poiché cresce appena dell'1,9%, dato che vale un quarto dell'8% nazionale; gli occupati - rispetto al II° trimestre 2016 - decrescono di 11.000 unità; il tasso di occupazione nel II° trimestre 2017 è stato del 56,1%, valore che rimane ancora più basso del 58,1% nazionale, registrando uno spread negativo di 2 punti percentuali; i disoccupati nel II° trimestre 2017 rimangono gli stessi del II° trimestre 2016; il tasso di disoccupazione nel II° trimestre 2017 è stato del 11,6% e rimane più basso del 10,9% nazionale. Questa purtroppo - conclude Febbo - è la cruda e nuda realtà della nostra economia che questo Governo regionale di Paolucci e D'Alfonso ha prodotto in questi anni".