Lunedì, 18 Novembre 2013 09:53

Interrogatorio di garanzia: De Fanis si avvale della facoltà di non rispondere

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"Sto bene, sicuro e ho fiducia nella magistratura e nei miei avvocati". Ha risposto così Luigi De Fanis ai giornalisti che hanno provato a chiedergli come si sentisse. L'oramai ex assessore alla cultura della Regione Abruzzo, che ha rassegnato le sue dimissioni nella serata di giovedi dopo l'arresto per concussione, truffa aggravata e peculato nell'ambito dell'operazione "Il Vate", era atteso nelle aule del Tribunale di Pescara con i suoi legali, gli avvocati Massimo Cirulli e Domenico Frattura, per l'interrogatorio di garanzia.

In Tribunale sono arrivati anche Lucia Zingariello, segretaria di De Fanis, Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo, Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione "Abruzzo Antico", coinvolti nell'inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Pescara e dal pm Giuseppe Bellelli che mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi regionali in base alla legge n.43/73 che disciplina l'organizzazione, l'adesione, e la partecipazione a convegni, ed altre manifestazioni culturali.

L'interrogatorio è stato molto breve. L'ex assessore infatti, dinanzi al gip Maria Carla Sacco, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Uno dei legali, Masssimo Cirulli, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Secondo l'avvocato, anche alla luce delle dimissioni di De Fanis, "sono venute meno le esigenze cautelari, ammesso che esistessero". Anche Lucia Zingariello si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna si è subito allontanata evitando i giornalisti.

Ha parlato, invece, Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione 'Abruzzo Antico', non si è sottratto alle domande del Giudice per le indagini preliminari. Secondo il suo legale, Angela Pennetta, Falone "ha chiarito la sua posizione nei minimi dettagli ed è estraneo ai fatti". L'avvocato ha preannunciato che presenterà istanza di revoca dell'obbligo di dimora disposto nei confronti del suo assistito.

A sentire il legale, Falone sarebbe finito dentro l'inchiesta perché "è presidente dell'associazione e voleva promuovere sul territorio di Vasto l'associazione stessa ed anche la sua persona in quanto è stato candidato alle elezioni amministrative di due anni prima. Voleva promuovere la sua persona e la regione Abruzzo in vari eventi anche nazionali". A proposito del presunto giro di soldi che passavano per l'associazione, l'avvocato Pennetta ha sottolineato che Falone "non sa assolutamente nulla" e a chi gli ha fatto notare che il suo assistito è il presidente dell'associazione e non poteva non sapere ha risposto che "si sta applicando lo stesso principio che si applica a Berlusconi: non puo' non sapere. Falone semplicemente ha organizzato questo evento, a fronte delle fatture emetteva l'assegno. Lui non sa assolutamente altro".

E' stata ascoltata per più di un'ora anche Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione Culturale della Regione Abruzzo. Al termine dell'interrogatorio del gip del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, l'avvocato dell'indagata non ha però rilasciato dichiarazioni. 

Ultima modifica il Lunedì, 18 Novembre 2013 13:07

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