1269 euro. A tanto ammontano le giocate pro-capite effettuate dagli aquilani nel 2016 alle viodeolottery e alle slot machines. Il 2,1% in meno rispetto al 2015, quando erano state pari a 1293,9 euro. Una lieve flessione che, però, non deve trarre in inganno.
L’Aquila infatti continua a essere uno dei comuni italiani meno virtuosi per quanto riguarda la diffusione di Awp - le slot che accettano solo monete e che sono presenti anche in bar e tabaccherie - e Vlt - le videolottery che accettano anche banconote, presenti in locali dedicati e programmate per consentire giocate e vincite più alte - in rapporto alla popolazione e il volume delle giocate.
Il comune dell'Aquila ha una popolazione di 69.605 abitanti con un reddito pro-capite pari a 21.266 euro.
Nel 2016 gli aquilani hanno giocato, in totale, 88 milioni di euro – 31,2 milioni alle slot e 57,2 milioni alle vidoeolottery – nei 632 apparecchi, tra Awp e Vlt, sparsi in città (una media di 9,1 per mille abitanti: 6,6 Awp e 2,5 Vlt).
Numero, quest’ultimo, cresciuto rispetto al 2015, con un lieve aumento delle slot machines (1,1%) e una vera e propria esplosione delle videolottery (+25%).
Rapportando l’ammontare delle giocate pro-capite al reddito, sempre pro-capite, viene fuori che gli aquilani hanno scialato nel gioco d’azzardo circa il 6% del loro reddito.
L’Italia delle slot
Queste e altre cifre sono contenute sul sito L’Italia delle slot, il nuovo progetto di datajournalism ideato dal gruppo Gedi e dal Visual Lab in collaborazione con Dataninja.
Incrociando i dati di popolazione (Istat), reddito (Mef) e raccolta gioco (Aams), è stato creato un database interrogabile in grado di mostrare dove e quanto si gioca in oltre 7 mila comuni italiani.
Il sito è stato presentato pochi giorni fa alla Camera dei deputati, alla presenza del sottosegretario del ministero dell’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, da tempo impegnato nel decreto di riordino del sistema gioco.
L’Italia delle slot raccoglie dati totali sulle macchinette presenti in ogni comune e sulle giocate per comune in rapporto a popolazione e reddito su un periodo di due anni: 2016 e 2015. Per ogni comune viene fornita una scheda con visualizzazioni grafiche di facile e intuitiva comprensione. È possibile mettere a confronto due comuni. E infine, sono a disposizione mappe e grafici, a livello provinciale e regionale, che descrivono il fenomeno slot in relazione a giocate e reddito pro-capite.
Quanto si gioca in Italia?
Solamente nel 2016 nel nostro Paese si sono spesi circa 95 miliardi di euro, il triplo rispetto a quanto previsto dalla manovra finanziaria del 2018. Con oltre 400 mila slot machines presenti sul territorio, la spesa dei cittadini nel gioco d'azzardo si conferma in crescita rispetto agli anni precedenti.
Dove si gioca di più
La Lombardia è la regione che spende di più su slot e video lottery (10 miliardi nel 2016), Prato è la provincia con la spesa pro capite più alta (2377 euro). Segue Rovigo, nel Veneto, con una spesa di oltre 1400 euro. Il resto delle province in cui si gioca di più si concentra tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo. Caresanablot, in provincia di Vercelli, detiene il record di comune con la giocata pro-capite più alta - oltre 24 mila euro su una popolazione di appena 1133 abitanti - ma il dato è drogato dalla presenza di una enorme sala giochi che richiama migliaia di persone
Abruzzo
L’Abruzzo, come si diceva, è una delle regioni italiane dove si gioca di più.
Due dei 20 comuni italiani, tra quelli con meno di 50 mila abitanti, con le giocate pro-capite più elevate si trovano in Abruzzo e sono Scurcola Marsicana, in provincia dell’Aquila (13581 euro), e Rocca San Giovanni, in provincia di Chieti (9054 euro).
Se si passa, poi, alla fascia dei comuni tra i 50 e i 200 mila abitanti, nei primi 20 per le giocate pro-capite più alte troviamo Montesilvano, con 1379 euro.
La provincia dove si gioca di più, sempre a livello pro-capite, tuttavia, è quella di Teramo, con 1051 euro, seguita da Pescara (986 euro), L’Aquila (983) e Chieti (830).
Per quanto riguarda i quattro capoluoghi di provincia, L’Aquila detiene il triste primato del più alto numero di apparecchi e macchinette in rapporto alla popolazione: 9,1 ogni mille abitanti.
A Teramo, nel 2016, si sono giocati, complessivamente, 58,66 milioni di euro, 1070 euro pro-capite (con una popolazione di 54.775 abitanti e un reddito pro-capite pari a 19.196 euro). A Teramo ci sono 433 apparecchi tra slot e videolottery, 7,9 ogni mille abitanti.
Più virtuosa Pescara, dove la spesa pro-capite per giocate in videolottery e slot è stata di 983 euro. Nel capoluogo adriatico – che ha una popolazione di 120.420 abitanti e un reddito pro-capite pari a 20.432 euro – i soldi risucchiati dai 866 apparecchi diffusi in città (una media di 7,2 ogni mille abitanti) 118 milioni di euro.
Il capoluogo di provincia in cui si è giocato di meno, sia in termini assoluti che relativi, è Chieti, con 49 milioni di euro di giocate complessivi e 955 euro di giocate pro-capite. A Chieti ci sono “solo” 431 apparecchi Awp e Vlt su una popolazione, però, di 51 mila abitanti, il che vuol dire 8,4 slot ogni mille abitanti.