La notizia è che la Procura Regionale della Corte dei Conti ha promosso un giudizio di responsabilità di natura contabile e gestionale nei confronti di tecnici e amministratori dell'Accademia dell'Immagine. Ed è coinvolto anche il sindaco Massimo Cialente che, dal 2005 al 2010, è stato Presidente pro-tempore del Consiglio d'amministrazione dell'ente.
A quanto pare, sarebbero emerse rilevanti irregolarità nella predisposizione dei bilanci consuntivi 2007 e 2008: in particolare, sarebbero stati posti in essere degli 'artifici contabili finalizzati a ridurre artificiosamente la perdita reale del bilancio, fornendo in tal modo ai soci una falsa rappresentazione della reale situazione economica dell'associazione'. Artifizi che, sottolinea la magistratura inquirente, potrebbero aver prodotto effetti in termini di pregiudizio erariale. Starebbe indagando anche la Procura della Repubblica, almeno per alcune posizioni.
Insomma, la vicenda dell'Accademia dell'Immagine potrebbe riservare ancora molte sorprese. Anche perché, dopo l'ultima riunione dei soci conclusa con il voto favorevole alla liquidazione di Regione e Provincia, le carte passeranno ora al Tribunale dell'Aquila che dovrà stabilire se l'ente di formazione cinematografica potrà o meno continuare la propria attività. Dopo aver vagliato, ovviamente, tutti i documenti contabili.
"All'esame dei bilanci dell'Accademia dell'Immagine, emerge una preoccupante situazione debitoria che, all'esito dei rilievi della Corte dei Conti, potrebbe essere addirittura superiore a quella riportata negli atti contabili", ha sottolineato stamane - in conferenza stampa - il consigliere comunale d'opposizione Alessandro Piccinini che, con i colleghi Guido Quintino Liris, Luigi D'Eramo, Raffaele Daniele, Emanuele Imprudente e Daniele Ferella, depositerà domattina una proposta di delibera consiliare per istituire una 'Commissione di Indagine', composta da un consigliere comunale per ciascun gruppo, che valuti la gestione dell'Accademia negli anni dal 2005 al 2010.
"Non vogliamo entrare nel merito delle indagini e degli accertamenti della Corte dei Conti", ha spiegato Piccinini. "E' evidente, però, la necessità di un momento di riflessione e di approfondimento". Anche il consigliere Guido Quintino Liris ha inteso chiarire che "non c'è alcun intento inquisitorio. Il compito che siamo delegati a svolgere, con il voto dei cittadini, è però di vigilanza e controllo. Visto che abbiamo già iniziato con tutte le società partecipate del Comune dell'Aquila, perché non farlo anche per l'Accademia dell'Immagine?".
In effetti, il Comune è socio fondatore dell'ente e il primo cittadino, come detto, ne è stato a lungo legale rappresentante: "Il sindaco Cialente ci ha abituato, oramai, a gridare contro il nemico di turno. Che sia la Regione o la Provincia. La Corte dei Conti, però, ha disegnato un quadro drammatico: l'Accademia dell'Immagine era a rischio liquidazione già nel 2007", chiarisce Piccinini. Qualche mese dopo, nel 2008, i lavoratori furono posti in Cassa Integrazione e a pochi giorni dal terremoto, il 21 marzo 2009, veniva dichiarato lo stato di agitazione del personale, senza stipendio da 8 mesi. Erano gli anni della gestione Cialente.
Come già denunciato in una conferenza stampa del 26 ottobre scorso, i consiglieri di centrodestra - studiando i bilanci dal 2000 al 2008 - hanno verificato che con il primo cittadino alla presidenza la situazione debitoria dell'Accademia è peggiorata in maniera esponenziale: si è passati, infatti, da un buco di 3mila euro al debito di quasi 600mila euro che, di fatto, ha strozzato le attività dell'ente nel dopo terrremoto. "L'esame dei bilanci lascia davvero molti dubbi", aveva spiegato Piccinini. "Tra le voci inserite nell'attivo ci sono le 'Immobilizzazioni immateriali', a cui viene dato un valore economico come se potessero produrre del reddito. Stiamo parlando dell'avviamento del cinema Massimo, del sito internet dell'Accademia, del logo e della pubblicità: se nel 2000 erano valutate 32mila euro, nel 2008 si arriva a quantificarle in 810mila euro. E' evidente che un bilancio che porta un segno meno pari a 573mila euro è strano possa registrare voci di 'Immobilizzazioni immateriali' pari a 810mila euro. Ad una analisi un po' più serena, dunque, con ogni probabilità le passività risulteranno ancor più gravi".
La gestione dell'Accademia, tra l'altro, non ha prodotto i risultati attesi. Le rette pagate dagli studenti, nel periodo di riferimento, sono scese da 270mila a 150mila euro. Così come gli introiti del cinema Massimo, da 290mila a 200mila euro. Il settore dell'editoria si è addirittura dimezzato. E mentre le voci in entrata, in altre parole i contributi degli enti soci, restavano praticamente invariate, le attività proliferavano: i dipendenti sono passati da 8 a 15, nonostante i passivi di bilancio. E' a questo punto che il presidente Cialente vara un piano di risanamento dell'ente morale: si chiede un mutuo alla Carispaq di un milione e 250mila euro. A garanzia c'è la sede dell'Accademia, a Collemaggio. Valore 6milioni di euro. Con quei soldi, ha sottolineato un Cialente furibondo a margine dell'ultima assemblea dei soci, avremmo assicurato un futuro tranquillo all'Accademia.
E' intorno allo stabile che si gioca il futuro. "Impossibile mettere in liquidazione un ente che ha un patrimonio immobiliare che vale tre volte i debiti accumulati. Abbiamo già nel cassetto di Paolo Aielli, titolare dell'Ufficio speciale per la ricostruzione, i 6milioni necessari alla ricostruzione della sede dell'accademia che potrebbe ospitare anche altre associazioni culturali del territorio". La volontà della Regione, a sentire Cialente, sarebbe però un'altra: mettere in liquidazione l'Accademia proprio per appropriarsi indebitamente dell'edificio a Collemaggio.
Altra questione che andrà chiarita, a sentire i consiglieri di centrodestra: nei bilanci precedenti, infatti, la sede dell'ente veniva valutata 2milioni di euro. In pochi anni, insomma, la stima è più che raddoppiata. "Andrà valutata nel merito anche la Convenzione che i soci dell'Accademia - Regione, Provincia e Comune - hanno firmato con il Centro sperimentale di Cinematografia di Roma", incalza Piccinini. "In quella Convenzione, si è sancita la morte dell'ente". All'articolo 6 è scritto chiaramente che la sede del Centro Sperimentale sarà nella sede provvisoria dell'Accademia e che quando l'edificio di Collemaggio sarà finalmente ricostruito diverrà la sede definitiva del Centro. L'articolo 12 esplicita, però, che i due istituti sono assolutamente autonomi e non hanno alcuna continuità tra loro: in altre parole, il Centro sperimentale - a fronte dei finanziamenti degli enti locali, 300mila euro dalla Regione, 25mila dalla Provincia e 25mila dal Comune - non assume alcuna responsabilità sui debiti dell'Accademia e si avvale di soli tre lavoratori dell'ente.
Non è finita qui: nel febbraio 2010, il sindaco Cialente si dimette da presidente dell'Accademia. Viene sostituito dal dottor Marcello Foti, direttore del Centro Sperimentale, poco dopo affiancato nel Consiglio d'Amministrazione dall'avvocato Tatafiore che diverrà, in breve, commissario (ruolo ricoperto fino al marzo 2012). Ebbene, l'avvocato ha predisposto un contratto di comodato d'uso gratuito di tutte le strumentazioni dell'Accademia in favore del Centro sperimentale. Poi, lasciato il ruolo di commissario, è diventato consulente del Centro, con una retribuzione nel 2011 pari a 55mila euro. Così, la sede e le strumentazioni dell'Accademia sono state cedute al Centro sperimentale di cinematografia. E restano i debiti e i dieci lavoratori in cassa integrazione dal maggio 2009. "E' per questo che presenteremo la delibera consiliare per l'istituzione di una Commissione di indagine", conclude Piccinini. "Vogliamo capire se ci sono delle responsabilità politiche, dell'amministrazione e del Sindaco, nel declino dell'Accademia. Con una indagine conoscitiva che potrà essere organizzata attraverso una analisi indiretta degli atti e dei documenti prodotti, e diretta con audizioni e interviste ad amministratori, dirigenti e dipendenti in rapporto, a vario titolo, con l'ente. Speriamo che la proposta di delibera, acquisiti i pareri tecnici, sia accolta dall'opposizione e, in particolare, dalla maggioranza. Fare chiarezza sarà utile per la città e, in particolare, per i dipendenti ancora in cassa integrazione".
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