Mercoledì, 10 Gennaio 2018 23:36

Rincari Strada dei Parchi, è scontro tra la concessionaria e Delrio. L'affondo del ministro: "Proposte di SdP irrealistiche, comportano tariffe insostenibili"

di  Nello Avellani e Roberto Ciuffini

Ed ora, è scontro tra il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25 fino al 2030.

All'indomani del vertice romano [qui, la cronaca], col ministro che si è impegnato innanzi ai governatori di Lazio e Abruzzo ad avanzare formalmente la richiesta di sospensione dei rincari del 12.89% scattati il 1° gennaio, "subordinata alla condivisione di un nuovo piano di lavori autorizzati", la società del gruppo Toto ha avvertito che "il ministero non può scaricare il problema al concessionario".

Strada dei Parchi "non ha ricevuto, ad oggi, alcuna comunicazione ufficiale a seguito dell’incontro che si è svolto presso il ministero delle Infrastrutture sul decreto interministeriale di fine anno riguardante l’incremento tariffario"; in attesa di conoscere ufficialmente le decisioni assunte, per ora rese note a mezzo stampa, ha inteso ribadire la propria disponibilità ad affrontare il tema delle tariffe "nell’ambito di una proposta e di una indicazione chiara che devono provenire solo dai ministeri che hanno emanato il decreto interministeriale numero 000615 del 29 dicembre 2017 e con cui sono state stabilite le percentuali dell’incremento delle tariffe di pedaggio da applicarsi per l’anno 2018 sulle autostrade A24 e A25".

Stando all’azienda, insomma, occorre un pronunciamento del ministero che rettifichi il decreto con il quale si è determinato l’aumento.

Restando alle tariffe - ha ribadito Strada dei Parchi - "sono state avanzate diverse proposte per un nuovo Piano economico finanziario (Pef), nel cui ambito si sarebbe potuto definire per tempo un andamento controllato, a favore degli utenti, delle tariffe stesse"; in tal senso, "ancora ieri, su richiesta del ministero, la concessionaria ha avanzato una proposta capace di bloccare gli aumenti decisi dal ministero a fine dicembre. Le proposte di Sdp sulle tariffe e sul nuovo Pef, tuttavia, sono sempre state respinte dal ministero". Per questo, spetta al dicastero guidato da Delrio "il compito di fare una proposta che non tenti di scaricare su Sdp l’onere derivante dagli incrementi tariffari decisi in base alla convenzione vigente".

La replica del ministro, tuttavia, non si è fatta attendere, ed è stata durissima. "Le proposte di Strada dei Parchi sono state ritenute irrealistiche", la stoccata di Delrio, "come sottoscritto, d'altra parte, da tutti gli organismi tecnici di valutazione che hanno evidenziato come avrebbero comportato oneri per altri 6 miliardi e tariffe ancora più insostenibili per gli utenti".

Dunque, "non vi è alcuna proposta agli atti del Mit che sia volta a calmierare o contenere le tariffe derivanti dalla convenzione del 2009 - ha precisato il ministro - visto che al contrario le peggioravano". Per Delrio, "anche la proposta ricevuta ieri sera, in extremis, sostanzialmente richiede risorse pubbliche per la riduzione dei pedaggi, senza prevedere alcuno sforzo da parte del gestore: risulta quindi irricevibile".

La mancata collaborazione sin qui registrata - la sferzata di Delrio - e i numerosi ricorsi di Strada dei Parchi, che hanno poi determinato l'obbligo all'aumento delle tariffe, "hanno purtroppo creato l'attuale situazione. Spero che in futuro ci si sieda al tavolo con atteggiamento diverso, per raggiungere rapidamente un accordo condiviso sul piano di riduzione delle tariffe da presentare a Bruxelles", l'auspicio.

 

Pietrucci: "Agevolazioni del 20% specchietto per le allodole, nazionalizzazione unica via"

L'incontro dell'altro ieri al Mit, al di là delle dichiarazioni di rito improntate al "cauto ottimismo", ha lasciato più dubbi che certezze tra i sindaci, i politicie i rappresentanti istituzionali di Lazio e Abruzzo.

Di positivo, dicono tutti, c'è il fatto che si sia aperto un tavolo ministeriale e che la vicenda dei rincari di A24 e A25, tutto sommato due autostrade minori, sia diventata di interesse nazionale.

Per il resto, c'è poco da stare allegri. A non convincere è anzitutto l'idea delle agevolazioni al 20% in favore dei pendolari da finanziare con i soldi delle regioni.

"E'  uno specchietto per le allodole" dice senza mezzi termini il consigliere regionale del Pd, presidente della commissione Territorio, Pierpaolo Pietrucci "Non si capisce a chi va applicato e poi ad accollarsi i costi sarebbero regioni e ministero, dunque di nuovo i cittadini. La situazione è molto complessa, sono tante le cose sulle quali bisogna fare chiarezza, a cominciare dal modo in cui vengono spesi i soldi che ogni anno diamo a Toto. Chi controlla i lavori che vengono fatti su A24 e A25? Come vengono eseguiti, con quali ribassi? Lo chiedo da cittadino prima ancora che da politico. La verità è che con la la concessione firmata nel 2001, in seguito alle privatizzazioni delle autostrade volute, ahimè, dalla sinistra di D'Alema, Bersani e Amato, il gestore può fare quello che vuole. E' una concessione che contiene condizioni capestro".

"Proporre una scontistica per i pendolari, ammantandola di successo" afferma il tributarista Luigi Fabiani "è la maniera più subdola per ottenere consensi elettorali. Da quello che si legge, non smentito, il ministro Delrio, d’accordo con i governatori Zingaretti e D’Alfonso, propone che la scontistica del 20% per i pendolari venga assorbita con fondi pubblici, regionali e statali. Questo vuol dire che la somma necessaria a questa copertura sarà reperita o da altre spese, regionali e statali, con riduzione conseguente di altri servizi erogati, stante il limite del bilancio, oppure con aumento della fiscalità regionale e statale. Insomma, pagheranno l’aumento del pedaggio autostradale, direttamente con nuove imposte, indirettamente con riduzione di altri servizi, tutti, anche coloro che l’autostrada non la usano o la usano occasionalmente. Tutto ciò per non affrontare il problema della revoca della concessione al privato. Autostrada dei Parchi S.p.A. ringrazia".

Per Pietrucci il ritorno delle due autostrade sotto il controllo statale è l'unica soluzione strutturale possibile per mettere fine all'annuale stillicidio degli aumenti.

E non è il solo a pensarla così. La parola nazionalizzazione ormai non è più un tabù. Ne è convinta, ad esempio, anche la senatrice Stefania Pezzopane: "Un’altra anomalia di quella autostrada è che parte cospicua delle entrate ricavate dalle tariffe sono attribuite direttamente ad Anas, che con quei soldi poi gestisce la rete stradale e non le autostrade. In altre convezioni, parte delle entrate delle tariffe vanno al Mit e non ad Anas come per Autostrade dei Parchi. Il Mit ha quindi più margini di manovra. Invece Anas mette quel denaro direttamente nel suo bilancio. Insomma, con le tariffe autostradali si danno anche soldi ad Anas. Nella prossima legislatura si deve fare una seria operazione anche finalizzata ad un ritorno al pubblico delle autostrade".  

Per una rinazionalizzazione non si potrebbe aspettare, però, la fine della concessione tra Anas e Strada dei Parchi, che scade nel 2030. Si dovrebbe agire prima, il che vorrebbe dire però pagare un risarcimento alla società di Toto. E' una soluzione difficile ma non impossibile. Lo pensa anche il consigliere regionale Maurizio Di Nicola, presidente della commissione Bilancio. "Ad occuparsene dovrà essere per forza il prossimo parlamento" afferma Di Nicola "ma giuridicamente la cosa si può fare. Intanto, auspico che Toto si metta una mano sulla coscienza e sospenda di sua iniziativa i rincari, in modo da svelenire il clima e placare gli animi. Sarebbe un gesto di responsabilità da parte sua, in attesa che si trovi una soluzione strutturale".

Ultima modifica il Giovedì, 11 Gennaio 2018 09:09

Articoli correlati (da tag)

Chiudi