Mercoledì, 07 Febbraio 2018 12:49

Sanità, alla Asl sempre meno personale: a rischio livelli dei servizi essenziali

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La situazione della nota e strutturale carenza di personale all’interno della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila "è divenuta ormai assolutamente insostenibile", con la conseguenza che "con l’attuale dotazione organica da un lato si continua a non rispettare la vigente normativa sui riposi obbligatori (legge 161/2014) e dall’altro non si riesce a dare piena copertura ai servizi essenziali che, rientrando nei LEA, devono essere garantiti ai cittadini".

A denunciarlo è la segreteria Fp Cgil della provincia dell'Aquila.

Tutto ciò - aggiunge il sindacato - "nonostante ai lavoratori vengano imposti continui sforzi in termini di prestazioni di lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive. Tale situazione non è più tollerabile, soprattutto se si pensa che da tali servizi dipende il diritto alla salute dei cittadini, e che proprio per questo motivo le linee politiche regionali dovrebbero pensare ad investimenti piuttosto che a tagli". Di contro, invece, la spesa per il personale nella Asl è passata da 197,7 milioni di euro del 2016 a 196,4 milioni del 2017, "un ulteriore impoverimento della spesa del personale che, come più volte dichiarato (anche dalla stessa Asl), non è sufficiente a garantire i servizi pubblici essenziali. Va ricordato che l’atto di programmazione regionale prevede per il 2018 una spesa per il personale pari a 196 milioni, e che per il rispetto di tale limite di spesa la Asl ha confermato il blocco del turnover al 50%, con le evidenti ripercussioni che tali imposizioni avranno sull’intero sistema sanitario provinciale, peggiorando ulteriormente le condizioni di lavoro dei dipendenti della Asl".

A ciò si aggiunga che l’età anagrafica dei lavoratori è in costante e inesorabile aumento, "e pertanto diventa facile comprendere che in carenza di azioni correttive volte a una completa revisione del fabbisogno di personale - e quindi di nuove assunzioni - sia le condizioni di lavoro, sia la garanzia dei LEA, e sia la qualità dei servizi verranno ulteriormente compromesse". In effetti circa il 44% dei lavoratori si trova in età compresa tra i 57 e i 67 anni, contro il 10% di età compresa tra i 20 e i 39 anni. Bisogna altresì rilevare che una quota pari al 12% dell’attuale forza lavoro è composta da lavoratori precari, in particolare 280 lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, a cui si aggiungono 120 lavoratori assunti in somministrazione. A tutto ciò va aggiunto un numero consistente di lavoratori precari assunti dalle Cooperative.

"Alla luce del quadro esposto, che definiamo drammatico, riteniamo che al fine di ridare slancio e rendere efficace ed efficiente il Servizio sanitario nella provincia dell’Aquila, che ricordiamo rappresenta il 50% dell’intera regione - sottolinea la Cgil - è necessario ricominciare ad effettuare investimenti sul territorio, che necessariamente devono partire da investimenti sul personale attraverso un processo di stabilizzazione dei lavoratori precari e attraverso l’eliminazione del blocco del turnover. Infatti gli sprechi da eliminare sicuramente non sono rappresentati dalla forza lavoro, ma eventualmente vanno ricercati nel suo utilizzo".

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