Sabato, 17 Febbraio 2018 11:53

Cementificio Cagnano, scontro tra il sindaco e il comitato 'AternoAria'

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E’ scontro aperto sul cementificio CementirSacci tra il sindaco di Cagnano Amiterno, Iside Di Martino, e il comitato cittadino AternoAria.

Ieri, il primo cittadino ha sottolineato come a Cagnano Amiterno il cementificio sia presente dagli anni ’30, e ha ribadito che “non c’è nessun inceneritore, non c’è nessuna riconversione alla produzione di energia elettrica. Nel cementificio di Cagnano Amiterno si produce cemento”. Solo nel 2016 - ha svelato - l’amministrazione è venuta a conoscenza che la CementirSacci stava dando attuazione al progetto, autorizzato nell’anno 2015 dalla Regione Abruzzo, che prevede l’uso di una quota di combustibile in parziale sostituzione del Pet-Coc, derivato dai rifiuti e noto come CSS-C (Combustibile Solido Secondario - C) , iter avviato nel 2013 e concluso con l’autorizzazione AIA n. D.P.C./026/75 del 30/11/2015. “L’Amministrazione comunale a maggio 2016 ha chiesto alla regione Abruzzo un incontro per comprendere meglio il progetto - le parole del sindaco Di Martino - autorizzato con particolare riguardo alla sua compatibilità con le condizioni ambientali, con l’impegno all’immediato ritiro di tutti gli atti connessi ove fosse emerso anche il minimo dubbio circa il suo possibile effetto negativo per l’ambiente e per la salute dei cittadini”.

Dopo le rassicurazioni arrivate dalla Regione “in ordine alla bontà e compatibilità del progetto” nonché dopo le precisazioni che tale progetto si pone “in attuazione della normativa comunitaria”, l’Amministrazione ha dunque informato la popolazione, “chiedendo contestualmente un incontro alla Regione Abruzzo e ai Sindaci dei comuni limitrofi al fine di valutare la possibilità di effettuare ulteriori controlli e monitoraggi”.

“Molti sono stati gli incontri Istituzionali – ha ribadito il sindaco - avvenuti con la Regione Abruzzo, promossi dal Vice Presidente Giovanni Lolli, da Amministratori locali, RSU, cittadini e comitati, aventi ad oggetto proprio le attività svolte dalla cementeria nonché l’impatto ambientale del nuovo progetto sulla zona circostante, realizzando per la prima volta un percorso partecipativo e aperto ad ogni contributo al fine di garantire la salute pubblica e la sicurezza ambientale dei nostri paesi”.

L’ Amministrazione ha commissionato all’Università degli Studi dell’Aquila (Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche e Dipartimento di Ingegneria industriale) un monitoraggio aggiuntivo che prevede, oltre i controlli che per legge deve fare l’ARTA Abruzzo, ulteriori e più misurazioni. “Inoltre, da settembre 2016 sul sito Istituzionale del comune di Cagnano Amiterno sono pubblicati i dati emissivi dalla cementeria; per la prima volta ogni cittadino può prendere visione dei dati che sono sottoposti anche all’esame dell’ARTA Abruzzo, in qualità di Ente preposto al controllo emissivo dell’attività industriale. Ferma restando la competenza dell’ARTA Abruzzo in materia di controlli industriali, l’approvazione del protocollo d’intesa con Regione e Amministrazioni locali è finalizzato ad aggiungere controlli (installazione di più centraline di monitoraggio) oltre che sul combustibile CSS-C che entra nello stabilimento anche sulle ricadute delle emissioni per migliorare la qualità dell’ambiente e della salute”.

Di Martino non ha mancato una stoccata ai sindaci del comprensorio che, in queste settimane, stanno convocando i Consigli comunali per formalizzare l’avversione all’uso del CSS a Cagnano. “Abbiamo appreso notizia di dati e fatti particolari e spesso inesatti”, l’affondo; “hanno generato una grande confusione e sono stati usati da chi, in campagna elettorale, crede di potersi ricostruire una nuova immagine a discapito del Sindaco di Cagnano Amiterno, e che si accorge solo ora della presenza della cementeria la cui proprietà è stata originaria di Barete e ben nota alla realtà dei costruttori di Pizzoli. Oggi assistiamo ad Amministrazioni che chiedono alla regione Abruzzo fondi e risorse per nuove industrie nei loro comuni e dichiarano nei consigli comunali di voler far chiudere il cementificio di Cagnano Amiterno”.

Dichiarazioni che il comitato AternoAria giudica “mendaci e fuorvianti”. Il Comitato – viene ribadito – non ha mai chiesto la chiusura dello stabilimento, piuttosto “la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini coniugata con la salvaguardia dell’ambiente”.

“Vorremmo innanzi tutto ringraziare il Sindaco per averci informato sul fatto che il cementificio si trova a Cagnano Amiterno già dagli anni ’30, epoca nella quale, vista la differente sensibilità ambientale, non si conoscevano di certo i rischi connessi ad una realtà industriale classificata oggi come ‘insalubre’. Vorremmo altresì ricordare al Sindaco che lei stessa, insieme all’allora minoranza, nel 2014 riteneva che l’utilizzo del CSS nel cementificio ‘avrebbe trasformato di fatto il cementificio in un pericoloso inceneritore di rifiuti’”.

Il Comitato fa riferimento ad un articolo pubblicato su news-town il 17 dicembre 2014, lo trovate qui.

Ed evidenzia come l’allora assessore regionale Mario Mazzocca si fosse detto pronto a rivedere l’accordo sull’utilizzo del CSS; il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci aveva chiesto che la Giunta regionale rimediasse subito, 'senza se e senza ma, altrimenti farò un casino che la metà basta'. Sempre dallo stesso articolo si legge: ‘la Sacci è tornata all’attacco per bruciare rifiuti camuffati dietro la sigla di CSS; e tutto è stato fatto dall’amministrazione comunale, in spregio a qualsiasi cautela e trasparenza, non informando i cittadini, tra i primi quelli delle frazioni di San Giovanni, San Pelino e Corruccioni, i sindaci dei comuni di Barete e Pizzoli che sono nell’area di ricaduta delle polveri […] mentre la commissione europea chiede agli stati membri il completo abbandono del ricorso all’incenerimento nel prossimo decennio. La società Sacci, la Regione Abruzzo e il comune di Cagnano Amiterno marciano invece nella direzione opposto, dimostrando cecità e disprezzo per la salute di chi lavora e di chi è rimasto ad abitare le nostre zone montane’. Parole di Iside Di Martino, all'epoca consigliera di minoranza.

“Pensare che solo quattro anni fa il sindaco la pensava esattamente come noi! Anzi, in maniera ancora più drastica”, sottolinea il Comitato. “Cosa sarà cambiato?”.

Sulla sostenibilità ambientale della scelta, poi, i cittadini si dicono “totalmente in disaccordo con quanto dichiarato dal sindaco in quanto il maggiore impatto ambientale dovuto alla combustione dei rifiuti trattati (CSS) è certificato da numerosi studi (es: OMS, EPA - Ente Protezione Ambientale Americano, Politecnico di Torino, Studi della Commissione Europea e di studiosi come Bellanger, Deziel, Roberts, etc) che evidenziano la pericolosità dell’utilizzo dei rifiuti nei cementifici in co-combustione col pet-coke”. I suddetti studi dimostrano infatti che in tali condizioni si verifica un incremento dell’emissione di diossine, furani e metalli pesanti (in particolar modo il mercurio) tossici e persistenti per l’ambiente nonché cancerogeni per la salute umana. “A ciò si aggiunga che si tratta di un progetto definito ‘sperimentale’: ci sembra veramente immorale trasformare gli abitanti dell’aquilano in cavie umane”.

In merito ai controlli sbandierati, inoltre, “che a nostro avviso non scongiurano comunque i danni all’ambiente ed alla salute delle persone – sottolinea il Comitato - preme ricordare che, contrariamente a quanto sostenuto dal primo cittadino di Cagnano Amiterno, i controlli (effettuati direttamente dalla Ditta) sono disponibili (parzialmente) soltanto dall’ottobre 2017 sebbene fossero previsti, come da prescrizioni delle varie autorizzazioni integrate ambientali (A.I.A.) rilasciate, ‘in continuo’ (fondamentali e indispensabili per un monitoraggio degno di tale nome) già a partire dal lontano 2001”.

Rispetto ai controlli aggiuntivi tra l’altro “non ci risulta che ci sia mai stata la minima apertura ad effettuare una valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) - richiesta in passato dalla stessa Iside Di Martino allora consigliere di minoranza - né indagini sul CSS in ingresso al cementificio, né indagini sulla ‘matrice suolo’, né indagini sulle ricadute delle emissioni che potrebbero anche avere un raggio molto vasto, interessando i comuni circostanti e inevitabilmente asili, scuole, case di cura nonché il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga che si trova a soli 300mt dallo stabilimento”. Ed a proposito della matrice suolo, “durante l’ultimo tavolo convocato dalla Regione Abruzzo ci risulta siano stati richiesti dalle amministrazioni presenti un monitoraggio su tale matrice oltre a controlli a campione sul CSS in entrata. Queste proposte sono state bocciate categoricamente. Non vogliamo entrare nel merito della polemica con i comuni limitrofi ma non possiamo che rilevare il differente approccio tra i sindaci ed i Consigli comunali degli stessi (che hanno ascoltato e capito le istanze e le paure degli abitanti del territorio che rappresentano) ed il sindaco di Cagnano che invece, sebbene ufficialmente invitata a numerose assemblee informative, non ha mai ritenuto opportuno partecipare per spiegare le sue ragioni, né ha ritenuto necessario convocare un consiglio comunale dedicato come richiesto dal comitato e dalla stessa minoranza consiliare di Cagnano Amiterno”.

Dunque, il Comitato ha colto ancora una volta occasione per ribadire che il sindaco, in accordo a quanto sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, “è il responsabile della tutela della salute della popolazione del suo territorio ed il Consiglio comunale condivide con lui questa responsabilità. Per assolvere a tale compito si potrebbero adottare provvedimenti contingibili e urgenti con la finalità di reprimere e prevenire pericoli che minaccino la pubblica incolumità”.

Ultima modifica il Sabato, 17 Febbraio 2018 17:54

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