Lunedì, 19 Febbraio 2018 13:03

L'Aquila, Benedetti si scaglia ancora contro i sottoservizi: "Si concludano i lavori di questa opera assurda"

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"Intervengo nuovamente sulle problematiche sollevate dal blocco ormai conclamato e quasi irreversibile del cantiere dei cosiddetti sottoservizi nel tratto finale di Corso Vittorio Emanuele e di via Garibaldi. Lo faccio nella convinzione, ormai condivisa da molti, che la cantierizzazione selvaggia del centro abbia comportato per le attività commerciali (quelle che si sono reinsediate e quelle che avrebbero voluto reinsediarsi prima di aver fatto due conti) danni superiori a quelli che ha fatto il terremoto e che oggi, a tre anni di distanza dallo sciagurato inizio dei lavori, rischia di vanificare totalmente lo sforzo del pur apprezzabile bando Fare centro".

A dirlo in una nota è Carlo Benedetti, già presidente del Consiglio comunale e animatore del collettivo Globuli rossi. "È evidente che il ritardo di tre o quattro anni accumulato per la definitiva riconsegna del centro alla sua naturale destinazione direzionale e commerciale è da attribuirsi unicamente alla cantierizzazione totale e selvaggia dell’asse centrale", l'affondo. "Sventrare il cuore di una città medioevale è stato, inoltre, un atto di assoluta ignoranza e di carenza di cultura civica ed urbanistica e di senso della storia - ha ribadito Benedetti - è stato come lasciare le bucce delle arance e la carta stagnola dei panini dinanzi alla Cappella Sistina, come installare l’alluminio anodizzato in corrispondenza delle 'bifore' e degli archi in pietra dei nostri borghi".

Ciò che stupisce è come i commercianti, prima convinti a rientrare in centro, "vengano oggi lasciati soli dalle istituzioni con i loro problemi, con le tratte da pagare e con le lunghe giornate in solitudine a respirare la polvere dei cantieri senza incassare un euro. L’assenza della Gran Sasso Incarichi - così Benedetti ha ribattezzato la Gran Sasso Acqua, stazione appaltante della maxi opera - è imbarazzante così come i ritardi della Soprintendenza ed il silenzio del Comune".

Intanto il tempo passa e l’amministrazione attuale, "lungi dall’intervenire concretamente, ha solo asfaltato le caditoie pubbliche dell’acqua piovana in centro. L'ho detto e ripeto: L'Aquila in questo momento non aveva bisogno dei sottservizi; ha invece bisogno, subito, di un arredo urbano provvisorio e di una pavimentazione provvisoria prima che i pochi commercianti che sono tornati vadano altrove ed ha, subito, bisogno della conclusione dei lavori di questa opera imbarazzante ed assurda".

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