Sabato, 24 Febbraio 2018 03:40

Gran Sasso, la rivolta di sindaci e imprenditori: "Soldi sempre agli altri comprensori mentre qui mancano i servizi essenziali"

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L’assegnazione di 16 milioni di euro da parte della Regione Abruzzo ai comuni dell'Altopiano delle Rocche come finanziamento per la realizzazione di interventi infrastrutturali ha sollevato una polemica che va ben al di là delle solite dispute territoriali che si accendono quando c’è da spartirsi fondi pubblici. E' una polemica che contiene visioni diverse, probabilmente inconciliabili, della montagna e del suo sviluppo.

Tra i sindaci, gli imprenditori e gli operatori turistici del Gran Sasso la delusione è grande. “Per l’ennesima volta” dicono “nella programmazione degli investimenti pubblici, la nostra montagna viene dimenticata a favore di altri comprensori”.

L’amarezza è tanta che il sindaco di Castel del Monte, Luciano Mucciante, si è dimesso da vice presidente del Distretto turistico, in polemica con la decisione della Regione.

“Non è vero che il Gran Sasso non ha avuto niente, sono stati stanziati complessivamente 40 milioni di euro” ha risposto il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci “Se non sono stati ancora spesi, è per colpa della burocrazia e della lentezza con cui i comuni del Lazio, tra cui Amatrice stanno approvando il Piano del Parco”.

Ribattono gli imprenditori del Gran Sasso che quei soldi sono destinati solo alla costruzione di nuovi impianti di risalita quando invece bisognerebbe superare questa visione e diversificare gli investimenti per valorizzare anche altre attività e far vivere la montagna 365 giorni l’anno, puntando sulla qualità dell’offerta e non solo sulla quantità.

Dall’altra parte c’è il comprensorio delle Rocche, che invece persegue politiche mirate ad attirare un turismo di massa puntando molto sulle piste da sci da discesa e su impianti ad innevamento artificiale. Modello che molti vorrebbero "esportare" anche sul Gran Sasso. Gli "sviluppisti" chiamano a sostegno della loro posizione i numeri: malgrado l'invernata mite e le scarse nevicate, quella di quest’anno è stata, per le Rocche, una delle migliori stagioni degli ultimi anni in termini di presenze turistiche. Non c'è un posto letto nemmeno a cercarlo con il lanternino, tanto che gli albergatori stanno dirottando molte prenotazioni verso le strutture ricettive dell'Aquila e della Marsica.

Un successo a cui fa da triste contraltare il fiasco completo del Gran Sasso, dove gli impianti sono ancora chiusi.

Sulla delibera della Regione che autorizza l’investimento di 6 milioni di euro di fondi Fsc (gli altri 10 vengono dal Masterplan) è nato, intanto, un piccolo giallo. Davvero serviranno solo a completare e potenziare gli impianti già esistenti, come va ripetendo da alcuni giorni Pierpaolo Pietrucci, o invece andranno a finanziare anche nuove opere?

Le dimissioni di Mucciante

“Dimissioni irrevocabili da vice presidente e componente del comitato del Distretto Turistico del Gran Sasso”. E’ l’oggetto della lettera con cui il sindaco di Castel del Monte ha comunicato la sua scelta di lasciare: “Dopo oltre due anni dal riconoscimento del Distretto turistico del Gran Sasso” scrive Mucciante “constato, mio malgrado, un forte riconoscimento e finanziamento sia infrastrutturale che culturale a tanti comuni di altre aree regionali, sia costiere che montane, già strutturate al massimo. Purtroppo nella nostra area, l’unica rimasta intatta nelle sue bellezze naturalistiche, non si riescono a ottenere i servizi minimi indispensabili per la sopravvivenza, figuriamoci per lo sviluppo turistico”.

A Mucciante, però, hanno risposto a stretto giro i consiglieri comunali di opposizione di Castel del Monte: “Solidarietà al sindaco ma la sua scelta è quanto meno tardiva e ben ne conosciamo le ragioni. Sfogliando i programmi delle liste da lui capeggiate per le elezioni comunali del 2010 e del 2015, si evince come l'assenza di una progettualità turistica propria, veniva soppiantata da promesse di mirabolanti progetti su più vasta scala territoriale, con l'impegno di investimenti a sei zeri, nonché da continui "tavoli di lavoro" con autorità d'ogni specie e colore politico, e foto d'ordinanza in pompa magna”.

Gli imprenditori del Gran Sasso: “Due modelli diversi per lo sviluppo della montagna”

Il malumore e la delusione sono grandi anche tra gli imprenditori e gli operatori turistici, riunitisi nel comitato Io vivo il Gran Sasso. Secondo Stefano Cardelli, le Rocche e il Gran Sasso sono “due modelli diversi per lo sviluppo della montagna. Uno richiede risorse infinite, l'altro si autosostiene e punta sulle risorse del territorio”.

Ma al di là della cifra, è il modello di sviluppo racchiuso in quei 40 milioni a essere sbagliato, dicono: "Si parla sempre e solo di sci da discesa quando ormai è un settore in crisi da anni e sale la richiesta di altre attività, non solo sportive e naturalistiche ma anche culturali”. “Non è una questione di soldi o di progetti eccellenti” scrive sempre Cardelli “Né i sedici milioni di euro arrivati sulle Rocche né i quaranta milioni di euro promessi per il Gran Sasso risolveranno le crisi di gestione degli impianti a fune, gravati da innevamenti discontinui e costi di gestione infiniti. Costi di gestione incontenibili per imprenditori privati, assolutamente proibitivi e nefasti per strutture a gestione Pubblica”.

"Un'altra montagna è possibile"

Il comitato ha organizzato per oggi, sabato 24 febbraio a Castel del Monte, un incontro in cui i comuni del comprensorio discuteranno della possibilità di federarsi in un progetto di sviluppo territoriale, puntando su turismo, agricoltura, zootecnia, prodotti tipici, artigianato, sentieristica, viabilità, sport e cultura. A disposizione ci sono le risorse del programma di sviluppo 'ReStart' che indirizza il 4% dei fondi per la ricostruzione allo sviluppo economico del cratere sismico 2009. "Cominciamo un'altra storia - dicono gli organizzatori dell'incontro - quella di un territorio interessato a piccoli miracoli, alla portata di tutti. La questione non è solo economica, ma di fede, di amore, di passione e di bellezza". L'appuntamento è al centro sportivo alle 16.

Altopiano delle Rocche: costruzione di nuovi impianti o ampliamento di quelli già esistenti?

Un’alta questione riguarda il tipo di interventi finanziati con la delibera della Regione. Quest'ultima parla di un intervento di completamento dei bacini sciistici di Ovindoli Monte Magnola, Rocca di Mezzo e Campo Felice, dunque di un potenziamento degli impianti e delle infrastrutture già esistenti. Cosa ribadita anche da Pietrucci, Lolli e Pezzopane in conferenza stampa.

Tuttavia è la stessa delibera a parlare, poco dopo, di “realizzazione del collegamento delle località Ovindoli Monte Mangola, Rocca di Mezzo e Campo Felice con impianto di risalite per forti pendenze e per il superamento di discontinuità naturali, dotato di veicoli sospesi a cavi per il trasporto dei passeggeri”.

E anche se si va a leggere l’accordo di programma firmato lo scorso anno dai comuni di Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio per decidere come spendere i 10 milioni di euro del Masterplan, a un certo punto di parla di “nuovi impianti di risalita fino alla cima di Monterotondo bacino Campo Felice”.

Insomma, sembra che ci sia poco spazio per le interpretazioni, i documenti parlano chiaro: dicono collegamento e non solo completamento. Quei soldi serviranno a costruire anche nuovi impianti.

Gli ambientalisti sono già sul piede di guerra e temono che questo progetto sia solo il primo passo per la tanto temuta cementificazione dei Piani di Pezza.

Ultima modifica il Sabato, 24 Febbraio 2018 12:10

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