Non se n'è parlato molto, ma una delle novità delle elezioni del 4 marzo - oltre al ritorno, sulle schede, dei nomi dei candidati e al fatto che si voterà per un giorno soltanto (non accadeva più dal 2001) - è il tagliando antifrode, una misura espressamente prevista dalla nuova legge elettorale (Rosatellum).
Si tratta, in sintesi, di un meccanismo che farà sì che non sarà più l’elettore a inserire personalmente la scheda nell’urna.
Come funziona lo ha spiegato bene Il Post: "una volta entrato nel seggio, l’elettore riceverà una scheda con un codice identificativo alfanumerico riportato su una parte rimovibile. Il presidente del seggio annoterà sul registro questo codice accanto a quello dell’elettore. Una volta espressa la sua preferenza, l’elettore riporterà la scheda chiusa al presidente del seggio, il quale controllerà che il codice della scheda corrisponda a quello annotato sul registro, che rimarrà visibile anche sulla scheda chiusa. A quel punto rimuoverà il tagliando con il codice, in modo da eliminare la possibilità di risalire all’identità di chi ha espresso il voto, e inserirà la scheda nell’urna".
Il tagliando antifrode è una misura pensata per contrastare il voto di scambio ma secondo molti non farà altro che aggiungere ulteriore "complicazione" a una legge elettorale gia di per sé molto complessa, il cui funzionamento non è ancora stato ben compreso da molti cittadini.