Giovedì, 08 Marzo 2018 20:30

8 marzo, 'Non una di Meno': lo sciopero delle donne all'Aquila

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Otto marzo, giornata internazionale delle donne. Nel dibattito politico e sociale nazionale, le questioni di genere sembrano non essere preminenti. Eppure, oggi, migliaia di donne in tutta Italia sono scese in piazza contro "la violenza maschile in tutte le sue forme". E' la "marea femminista" della rete Non Una di Meno, il progetto politico nato due anni fa sulla scia degli scioperi femministi in Spagna, Polonia e Argentina e che, in Italia, ha riunito numerose realtà territoriali che da anni mettono in pratica politiche partecipative autonome che si impegnano per affermare l'autodeterminazione delle donne contro la violenza maschile.

Lo sciopero delle donne ha invaso anche le strade dell'Aquila. Circa 150 persone hanno aderito alla manifestazione promossa dalla rete Non Una di meno L'Aquila, dall'Associazione Donatella Tellini, dal Centro Antiviolenza e Biblioteca delle Donne e dall'Associazione Donne TerreMutate. Ad aprire il corteo aquilano che dalla Fontana Luminosa ha raggiunto via Castello soltanto donne, la maggior parte giovanissime, a rivendicare un sostegno concreto per i Centri Antiviolenza, maggiori finanziamenti ai consultori pubblici, una corretta applicazione della legge 194 e a denunciare la violenza di genere come fenomeno strutturale, che affonda le radici in rapporti di potere squilibrati e in pericolosi modelli di genere polarizzati e stereotipati.

Tra loro anche il Coordinamento donne migranti, a ricordare che la realizzazione di una società realmente inclusiva non può prescindere dal riconoscimento dei diritti delle donne e dall'affermazione di valori quali l'accoglienza e l'antifascismo. "Sappiamo che nel mondo le donne vengono trattate come esseri umani di serie b - hanno affermato- Come migranti subiamo due volte questa condizione, siamo discriminate tra i discriminati".

A pochi giorni da una tornata elettorale che ha portato al trionfo di forze politiche reazionarie, xenofobe e populiste e che, in barba alla parità di rappresentanza tra sessi, ha assegnato appena un terzo dei seggi alle donne, la manifestazione di oggi ha richiamato l'urgenza di riportare il femminismo al centro di un cambiamento radicale dell'esistente. Non si può parlare di giustizia sociale, accoglienza, tolleranza e solidarietà se le donne continuano ad essere escluse dal mondo del lavoro per il "rischio" di un'eventuale maternità, se il diritto alla salute all'aborto continuano ad essere inaccessibili in gran parte del paese.

"Non dimentichiamo - ha affermato a NewsTown Silvia Pozone della Rete Non Una Di Meno L'Aquila- che il clima di odio e intolleranza che ha caratterizzato la campagna elettorale e sfociato nell'attentato di matrice fascista di Macerata, è stato innescato proprio dalla strumentalizzazione di un femminicidio, usato per alimentare e giustificare discorsi che seminano odio e mettono in pericolo la vita di donne e uomini, nelle strade nelle piazze sui confini e nei centri di accoglienza".

"Siamo qui - ha continuato Pozone - per dire basta a ogni tipo di strumentalizzazione che viene quotidianamente perpetrata sui nostri corpi dai media e dalla politica, la stessa che vediamo anche nei luoghi di lavoro, dove il fenomeno delle molestie è sempre più frequente e dove la precarietà colpisce soprattutto le donne. La violenza di genere è un fenomeno strutturale che non si consuma solo tra le mura domestiche, non può essere ridotto a un problema di ordine pubblico. Per questo è necessario promuovere l'educazione di genere nelle scuole e nelle Università".

Una piazza, quella di oggi, autoconvocata, senza simboli di partito o sigle sindacali, espressione di un progetto politico che, in due anni di assemblee territoriali e nazionali, ha portato alla stesura di un Piano antiviolenza nazionale femminista, un documento programmatico che ha raccolto in modo organico tutte le istanze presentate dalle varie realtà territoriali. A prendere parte al corteo anche qualche esponente politico: la consigliera di Coalizione Sociale Carla Cimoroni e l'assessora alle politiche giovanili del Comune dell'Aquila Monica Petrella.

"Condivido le istanze della piazza - ha affermato Petrella a NewsTown - anche se alcuni valori dovrebbero a mio avviso essere rivendicati in modo più mediato. Sono convinta che il diritto all'aborto vada difeso e garantito, ma, ad esempio, sono assolutamente contraria all'utero in affitto (un tema quest'ultimo che non è stato sollevato nel corteo odierno e nemmeno rientrava tra le rivendicazioni dei movimento n.d.r.)". E rispetto all'antifascismo e all'accoglienza, tematiche su cui si sono susseguiti numerosi interventi, ha affermato: " sì all'accoglienza ma prima gli italiani. Sul resto credo che il senso di questa giornata e di questo corteo sia esclusivamente quello di sensibilizzare le donne rispetto ad alcune problematiche che le riguardano direttamente".

 

Ultima modifica il Giovedì, 08 Marzo 2018 21:32

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