Continua il confronto/scontro tra Udu L’Aquila e Paola Inverardi sul numero chiuso.
L’associazione studentesca è tornata a chiedere alla rettrice di togliere i test di ingresso dai cinque corsi in cui è stato introdotto - Scienze motorie, Psicologia triennale e magistrale, Biologia e Biotecnologie – in virtù di una nuova sentenza del Tar del Lazio.
Il tribunale amministrativo ha infatti accolto il ricorso presentato da 49 studenti che non avevano superato il test di ammissione alla laurea specialistica in Psicologia. Il dispositivo, che porta la data del 22 febbraio, è un provvedimento provvisorio (ma comunque motivato) che autorizza i ragazzi a iscriversi con riserva al biennio magistrale, in attesa della sentenza di merito, che è stata rinviata al prossimo 5 dicembre.
Secondo l’Udu L’Aquila, che ha promosso il ricorso, curato dall’avvocato Michele Bonetti, si tratta di un’altra vittoria degli studenti contro la politica dei test di ingresso perseguita dalla governance dell’ateneo aquilano, dopo la sentenza con cui, nel settembre scorso, sempre il Tar del Lazio aveva bocciato il provvedimento della Statale di Milano che aveva imposto l’accesso programmato ai corsi di laurea delle facoltà umanistiche.
“Il Tar” hanno spiegato l’avvocato Bonetti e i rappresentanti dell’Udu Simona Abbate e Andrea Core in una conferenza stampa “ha ribadito ciò che aveva già detto sei mesi fa e cioè che alcuni criteri stabiliti dai decreti ministeriali per l’accreditamento dei corsi di laurea, come il rapporto professori/studenti o la capienza strutturale delle aule, non possono essere usati come motivazioni per giustificare il numero chiuso. Queste restrizioni minano il diritto allo studio, che è un diritto costituzionalmente garantito”.
Non rientrano nella casistica Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Ingegneria Edile-Architettura, i quattro corsi di laurea esplicitamente citati dalla legge 264 del 1999, che afferma che il numero chiuso va istituito solo se ci sono laboratori ad alta specializzazione e tirocini.
L’Udu è convinta che la sentenza del 5 dicembre confermerà quella provvisoria.
“Per questo” ha affermato l’avvocato Bonetti “abbiamo inoltrato all’università un’istanza affinché venga adottata una sanatoria per togliere l’accesso programmato anche da tutti gli altri corsi triennali, perché il provvedimento del Tar può essere esteso anche a loro. Diversamente, se, come crediamo, il 5 dicembre i giudici ci daranno ancora ragione, la governance dell’ateneo non solo si esporrà al rischio di dover risarcire gli studenti ma sarà chiamata a rispondere anche di un danno erariale nella persona della rettrice”.
Secondo l’Udu i test di ingresso hanno danneggiato l’Università dell’Aquila - già penalizzata dal terremoto e dalle reintroduzione della tassazione, sospesa all’indomani del sisma - facendole perdere attrattività agli occhi di molti ragazzi che, dinanzi al numero chiuso, hanno preferito iscriversi altrove. E’ anche per questo, sostiene l’Udu, che il numero di iscritti è sceso da 25mila 17mila (dati dell'anagrafe nazionale studenti del Miur riferiti al 2016).
“Abbiamo più volte chiesto alla rettrice” hanno affermato i rappresentanti dell’associazione studentesca “di adottare provvedimenti in autotutela per togliere i test da tutti i corsi in cui sono stati imposti. Test che, tra l’altro, non sono necessari perché in tutti i corsi il numero di iscritti è, da anni, di gran lunga inferiore ai posti disponibili. Dinanzi a queste richieste, da parte della rettrice, in questi mesi, abbiamo riscontrato, però, solo chiusura e arroganza”.
“Casco dalle nuvole” replica a NewsTown Paola Inverardi “In questi mesi non ci sono stati tentativi di discutere di niente. Comunque se mi dicono che devo farlo lo faccio, non contravverrò certo alle norme stabilite dall’ordinanza di un tribunale. Ma non posso farlo motu proprio. Se lo facessi, il giorno dopo aver accettato gli studenti in sovrannumero, il Miur, nella verifica ex post, mi chiederebbe di assumere più docenti e non ho le risorse per fare una cosa del genere. I Tar fanno finta di non sapere tutto questo ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Delle due l’una: o lo Stato ci dà più risorse oppure noi non possiamo non sottostare a delle norme, anche e soprattutto a garanzia della sicurezza degli studenti. Quando all’Udu, i rappresentanti sanno benissimo che possono venire a parlare e a confrontarsi quando vogliono, da parte mia non c’ è mai stata nessuna chiusura”.